le Alternanze senza alternative – Il gruppo centrale che governa contro gli elettori incorpora i “democratici” Usa e Ue. I “valori” servono a imbellettare l’erosione delle democrazie e il Partito Unico della Guerra

(Di Barbara Spinelli – ilfattoquotidiano.it) – Verrà il momento in cui andare a votare sarà un nonsenso, a meno di non abbellire l’evento con spettacoli gratuiti, a ogni seggio: concerti, fuochi d’artificio, varietà.
Già oggi nelle principali democrazie occidentali le elezioni sono puro spettacolo teatrale: sono elezioni zombie per una democrazia zombie, afferma lo storico Emmanuel Todd nel suo ultimo libro (La Défaite de l’Occident, La disfatta dell’Occidente).
Niente di quanto dicono e promettono i candidati è verosimile, essendo presto smentito. Anche il linguaggio che usano – stigmatizzazioni automatiche, formule in stile pubblicitario ripetute tante volte che paiono rivolgersi ai sordi – serve a dissimulare, nascondere, perpetuare il potere di élite dominanti che solo per finta si sottopongono al voto. Le élite sono al servizio delle lobby sulle questioni essenziali (pace e guerra, finanze, energia, clima) e le lobby aborrono lo scrutinio universale.
Nel vocabolario delle élite europee spiccano parole nebbiose e sconclusionate, utili a screditare il dissenso. L’accusa di sovranismo è la principale: chiunque reclami più indipendenza, nazionale o europea, commette peccato sovranista. Altro epiteto infamante: populista. La storia del populismo è lunga e complessa, ma è oggi usata per denigrare la sovranità popolare e svuotare il suffragio universale.
Gli episodi di democrazia zombie si moltiplicano negli ultimi tempi, annullando non tanto le alternanze politiche – i passaggi di governo da un campo all’altro – quanto la possibilità che le alternanze producano alternative. Il potere enorme e tutelare del gruppo centrale che governa malgrado le elezioni incorpora le sinistre centriste e non tollera alternative. Nel 2013 Mario Draghi incensò il “pilota automatico” che negli organi dell’Unione europea era indifferente alla sovranità popolare e alla dialettica destra-sinistra. Nel 1993 Clinton coniò il termine “democrazia di mercato”. Continuamente evocati, i Valori imbellettano l’erosione delle democrazie operata dall’ideologia neoconservatrice che resta ai comandi ed è legata alle grandi industrie dell’energia e degli armamenti.
Il caso statunitense va menzionato per primo, visto che si tratta della superpotenza da cui l’Europa vuole dipendere. Nella campagna contro Donald Trump, Kamala Harris pretende di rappresentare la sinistra in lotta contro l’estrema destra. E certamente Trump è totalmente imprevedibile, dunque pericoloso. Ma ecco che improvvisamente, a spalleggiare Harris, scendono in campo personaggi neoconservatori di destra ben più nefasti di Trump: tra questi campeggia Dick Cheney, già vicepresidente di Bush jr, che in realtà comandò e stravolse gli equilibri internazionali al posto del Presidente, e che è responsabile di 5 milioni di morti nelle guerre successive all’attentato dell’11 settembre, in Afghanistan e in Iraq oltre che in vari altri Paesi del globo.
È Cheney l’ideatore-organizzatore delle prigioni di Guantanamo, del Memorandum che legalizzava la tortura in Iraq e in Afghanistan, della sorveglianza di massa dei cittadini (Patriot Act), del ricorso della Cia al trasporto, alla detenzione illegale e alla tortura di prigionieri sospettati di terrorismo in undici Paesi europei tra cui l’Italia (Extraordinary Rendition). È lui che mise in pratica l’estensione dei poteri presidenziali, tramite la “teoria dell’esecutivo unitario”. Anche Alberto Gonzales, consigliere giuridico di G.W. Bush e responsabile del Memorandum sulla tortura, appoggia Kamala Harris.
Sia Cheney sia Gonzales sarebbero liberi di cambiare casacca, se la cambiassero. Non l’hanno cambiata e tuttavia Harris si è detta “onorata” dalla scelta di Cheney, nel duello televisivo con Trump, e ha fatto capire che continuerà a capeggiare il Partito Unico della Guerra che Biden ha guidato in questi anni: alimentando il conflitto Usa-Russia in Ucraina e sostenendo con armi e danaro la guerra di Israele su più fronti (genocidio a Gaza, ritenuto “plausibile” dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Onu; offensiva anti-Palestinese in Cisgiordania, mortiferi attacchi cibernetici in Libano, missili ieri su Beirut). Nel dibattito con Trump, Harris ha promesso di aiutare Israele contro i nemici esterni: cioè Iran, Hezbollah, Huthi dello Yemen. “Abbiamo le forze armate più letali del mondo”, ripete con fierezza. Sull’immigrazione proclama che anche lei erigerà muri al confine col Messico, più efficacemente di Trump.
C’è poi il caso francese. A luglio si è votato per una nuova Camera e la sinistra unita nel Nuovo Fronte Popolare è arrivata prima, con un classico programma socialdemocratico: aumento del salario minimo, tassazione di extraprofitti, fiscalità che non favorisca i più ricchi, riforma più equa delle pensioni. Macron non ha accettato l’esito elettorale, pur sapendo che i propri deputati sarebbero dimezzati senza le desistenze al secondo turno delle sinistre. Risultato: l’Eliseo ha nominato Primo ministro Michel Barnier, esponente di uno dei partiti meno votati, i Repubblicani. Macronisti e Destra Repubblicana sono centrali nel nuovo governo, e la politica di ieri, respinta da tre quarti dei francesi, continua indisturbata. Macron non è riuscito a dividere le sinistre, perché i socialisti restano per ora fedeli all’unità. Il suffragio universale per Macron è un non evento.
Terzo caso: i laburisti di Keir Starmer, che fra il 2018 e il 2020 ha emarginato la vera sinistra di Jeremy Corbyn, profittando delle campagne che lo bollavano come antisemita e forse aizzandole. Sull’immigrazione Starmer rinnega solo in apparenza i conservatori: gli immigrati che aspirano alla regolarizzazione non verranno trasferiti in Ruanda ma in Albania, quali che siano i costi e la legalità. Starmer si dice attratto dal “modello Meloni” e si è recato a Roma per omaggiarlo.
Ultimo caso degno di nota: quello del Parlamento europeo, che non ha potere né rappresentatività in politica estera, ma influisce su media e partiti nazionali. Giovedì ha approvato un’ennesima risoluzione che propugna l’uso di missili occidentali in Russia, dunque lo scontro diretto Nato-potenza atomica russa. Neanche una riga è dedicata ai negoziati. Hanno votato a favore i Popolari, i Liberali, i Verdi, i Socialisti e parte dei conservatori.
Per l’Italia si sono opposti 5 Stelle, Sinistra, Verdi e Lega. Solo due socialisti si sono astenuti, Cecilia Strada e Marco Tarquinio. Piuttosto ridicoli gli eurodeputati Pd: prima hanno votato la cancellazione del paragrafo sull’uso dei missili in Russia, poi hanno approvato l’intera risoluzione con il paragrafo non eliminato. Nell’Europarlamento dominano i centristi del Pd. E i centristi, come diceva Mitterrand, “non sono né di sinistra né di sinistra”.
Il modo migliore di tradire l’elettore è convincerlo a scegliere il “male minore”. Sono considerati un male minore Kamala Harris, Macron, Starmer, perfino Meloni quando aderisce all’interventismo Neocon. Il male minore è talmente simile al male che meglio fingere che sia un bene e addirittura un Valore europeo.
Articolo toccasana.
Ci saranno parecchi cultori del male minore che si sentiranno a disagio bel leggerlo. Infatti, come paese, siamo nella m. fino al collo.
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Buffone, bugiardo (cit).
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grazie, buon domenica!
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E anche buon sabato
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Ottimo articolo. Tra i migliori letti negli ultimi anni.
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mi sono scaricato il video dell’intervista della Kamala con la Ophra, benchè le avessero preparato la tavola per le grandi occasioni, la mia impressione è:
LEI E’ COMPLETAMENTE SCEMA
per cui è assolutamente adatta a tutto l’apparato ombra di Washington-Wallstreet,
per il mondo sarà una catastrofe.
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Se in una foto vieni male e nelle altre invece sei ok significa che quella brutta è stata un caso. Se vieni sempre una schifezza significa che sei brutto e devi fartene una ragione .
I nostri politici , voglio dire quelli mondiali nominati dalla Spinelli non commettono errori occasionalmente come accade a tutti ma sono proprio così: fanno schifo e ci porteranno alla rovina costringendoci a metterli in riferimento sempre con esemplari che dovrebbero essere peggio di loro : Harris con Trump, Macron con Le pen , Schlein con Meloni etc…etc…Lui è peggio di me quindi…Ma ne siamo sicuri ! E anche se fosse così, perché accettare quest’ imposizione antidemocratica ?
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D’accordissimo.
Tutto teatro, o cinema, e la democrazia un sogno del marketing politico.
E d’accordissimo anche sul discorso del “meno peggio”: io voglio votare qualcosa che mi rappresenta, e non qualcosa che mi fa schifo, ma un po’ meno.
Ma la Spinelli non è nel pd? Ecco, questo però non lo capisco.
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L’erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re.
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Se raggiungono le firme quelli che voterei io tornerò volentieri a farlo. Se non riescono non voto, appunto perchè il meno peggio secondo me non esiste, sono facce diverse dello stesso circo.
E l’erba voglio è sempre più dolce, e basta piantarla.
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Per non favorire il meno peggio, favorisci il peggio del peggio (e quello stai pur tranquillo che esiste), ma solo finché non giungerà qualcuno che Vostra Maestà trovi di suo gradimento (cosa che potrebbe tranquillamente non avvenire mai).
Complimenti, tu sì che hai capito come funziona la democrazia.
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Pensi sempre graniticamente di essere nel giusto, non ti viene mai il dubbio?
Il peggio del peggio chi sarebbe? La destra? Per me la destra è uguale all’altra destra (pd e compagni di merende), si distinguono solo su temi secondari e che non costano niente (in pratica i generi sessuali attualmente).
E il meno peggio chi sarebbe? Il P5S? A parole è meno peggio ora in effetti, lo ammetto, ma bisogna vedere i fatti. Un fatto è che si allea col pd (per esempio in Liguria, dove voto io) e per me è una linea rossissima . Ha votato contro la guerra in Europa? Vero, ma sapendo che era totalmente inutile , e la sua contrarietà alla guerra rimane a parole, proprio come denuncia la Spinelli, ma nessuna manifestazione, opposizione forte e chiara ecc. A me non basta per niente. Forse a te basta, ognuno ha i suoi gusti. Un tempo questa opposizione la sapevano fare e la facevano, per questo hanno preso il mio voto in passato.
Poi se uno vota il meno peggio, quando è nato il M5S non avrebbe potuto votarlo, perchè era piccolo e c’era al solito da arginare le destre e non disperdere i voti. E il movimento non sarebbe nato e cresciuto. Quindi l’argomentazione di votare il meno peggio per arginare il peggio è una cosa credo ingenua e insensata nel nostro contesto, che serve solo al potere per mantenere il controllo alternativamente usando la destra o l’altra destra. Come dice la Spinelli nell’articolo.
Se ci sono le condizioni voto, sennò mi rassegno e evito. Non ho capito come funziona la democrazia? Non siamo in democrazia secondo me (e lo dice anche l’articolo).
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Praticamente non credi in Dio, ma aspetti comunque la venuta del Messia (e poi quello con le certezze granitiche sono io).
Buona Eternità.
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Jon abbonDio dixit
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