L’Italia sta accelerando sull’acquisto di armamenti visti gli scenari internazionali in corso ed escludendo quelli diretti per sostenere paesi come l’Ucraina. In Cdm approvato un piano da 200 milioni per comprare 14 droni di pattugliamento

(di Antonio Fraschilla – repubblica.it) – L’Italia comprerà in fretta droni da dare alla marina militare anche per garantire al meglio le missioni future nel Mar Rosso contro gli Houti. In Consiglio dei ministri è stato approvato un piano da 200 milioni di euro per comprare sul mercato nazionale e internazionale 14 droni di pattugliamento: fondamentali per missioni come quella nel Mar Rosso e con “nemici” che utilizzano droni subacquei difficilmente intercettabili.
Il decreto del Cdm è arrivato in commissione Difesa alla Camera nei giorni scorsi: “Il programma prevede il coinvolgimento di molteplici industrie sia nazionali che estere – si legge nel decreto – le aree geografiche coinvolte saranno gli Usa e le regioni Lombardia e Lazio in cui hanno sede le principali aziende che sviluppano questa tipologia di droni, nonché Liguria e Puglia per la modifica delle unità navali”. Sono 26 tra fregate e pattugliatori le unità navali che dovranno avere delle migliore tecniche per ospitare questi mezzi.
L’Italia sta accelerando sull’acquisto di armi visti anche gli scenari internazionali in corso ed escludendo, al momento, acquisti diretti per sostenere paesi terzi, come l’Ucraina. Due settimane fa in commissione Difesa alla Camera era arrivata la richiesta di parere per acquisto di un satellite per rispondere alle minacce russe. Una spesa da 300 milioni di euro per “lo sviluppo e la messa in orbita di un satellite geostazionario”.
In commissione Difesa da inizio legislatura è stato dato il via libera a spese militari per oltre 12,5 miliardi di euro (oltre ai fondi per il rifacimento di basi navali e aeree per un importo di altri 4 miliardi di euro): come l’acquisto di carri armati con una spesa da 8,2 miliardi di euro, quello sui 21 missili prodotti dalla Lockheed Martin per un costo di un miliardo e anche quello per due fregate navali Fremm di nuova generazione per un costo di 2 miliardi di euro. Solo per citare gli ultimi via libera ad acquisti di armamenti.
I carri armati per difenderci dalla Svizzera ? O dall’invasione tunisina ?
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E noi paghiamo, e noi paghiamo,
Ma essendo dei convinti euroatlantisti e pro nato ma soprattutto pro sanzioni siamo ben contenti di spennarci per fare star caldi gli ammeri-cani, perché come ben sappiamo i fornitori sono tutte aziende ammeri-cane.
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E pensa che il Leopard 2 dovevamo comprarlo nei primi anni ’80 ma preferirono l’Ariete perché era nazionale (= esportazioni pari a zero).
Adesso lo compreremo facendo il reddito di lobbianza a Cros-Etto e company, pagando 60 mln a pezzo anziché 4 miliardi di lire dell’epoca.
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