Crosetto: «L’Italia è pronta per il comando della missione nel Mar Rosso». Il ministro della Difesa: «Non c’è nessuna spaccatura sugli aiuti all’Ucraina. Dobbiamo dotarci della capacità efficace di difendere realmente il nostro Paese»

(di Marco Galluzzo – corriere.it) – Ministro Guido Crosetto, la Lega ha proposto di frenare sugli aiuti a Kiev, poi ha fatto marcia indietro. È iniziata la campagna elettorale?
«Non vedo spaccature nella maggioranza, sono polemiche inventate. La mozione Romeo è stata riformulata e approvata dall’intera maggioranza. Se poi mi chiede se si è stufi della guerra le rispondo che sono stufi tutti, gli ucraini, i russi, i francesi, i tedeschi, gli italiani, ma fino a quando non si stufa Putin purtroppo per tutti noi continuerà e rischia di peggiorare. Ha stufato chi l’ha iniziata».
Ha sentito Salvini per far ritirare la mozione?
«Assolutamente no».
Gli italiani lo sanno che per Kiev spendiamo molto meno di altri nostri alleati?
«Non è così, siamo dietro solo a Berlino nella Ue e a Londra e Usa fuori dall’Ue. E questo considerando che abbiamo un bilancio della Difesa completamente diverso».
Cosa facciamo in Mar Rosso: vogliamo il comando della missione europea?
«Se ci chiederanno di averlo lo prenderemo, ne abbiamo le capacità , se lo vogliono i francesi va benissimo, il problema è avere presto una missione efficace per tutelare la sicurezza delle navi commerciali e le nostre economie, oltre al diritto internazionale».
Su Gaza l’Ue è andata in ordine sparso.
«L’Europa al momento è fatta così, è un dato di fatto: esistono 27 politiche estere diverse, ogni Paese ha una sua agenda non solo a Gaza, ma anche in Libano, in Niger, nel Nord Africa, in Kosovo. Per questo non abbiamo un ruolo rilevante nel mondo».
Londra ha appena stanziato 3 miliardi per Kiev, i tedeschi arriveranno a 8 miliardi nel 2024. Si può applicare all’Ucraina o al Mar Rosso, una mentalità ragionieristica?
«Assolutamente no, lo dico dal giorno in cui mi sono insediato, ma non tutti lo capiscono, a cominciare dalla Ue. Ora dovremo mandare una nave e dei missili in Mar Rosso e non sarà facilissimo finanziare nuove spese. In Italia abbiamo ereditato un assetto delle forze armate frutto dell’illusione di non doversi più difendere da alcun attacco. Tutto deve essere trasformato, comprese le regole, anche quelle sui poteri del mio ministero, per dotarci di una capacità efficace di difendere realmente il nostro Paese».
Sia in Germania che in Gran Bretagna si discute di invertire le strategie militari addirittura ripristinando la leva obbligatoria.
«Tutti stanno cambiando tutto, ma qui in Italia a me dicono che voglio togliere denaro agli asili o alle scuole. Molti fingono di non voler capire che senza la difesa non c’è né libera istruzione né libero commercio né democrazia. Noi non abbiamo un problema di numero, ma per esempio costruire una Riserva nazionale delle forze armate, come in Svizzera e in Israele, è un mio obiettivo, anche se da attivare, ovviamente, in casi gravissimi. Proporremo una legge, su questo, nelle prossime settimane, è una delle riforme necessarie all’Italia. Il mondo sta cambiando, si combattono sia guerre evidenti sia guerre ibride. Solo nel Mar Rosso ci sono più guerre, Cina e Russia stanno già combattendo una loro guerra ibrida: le loro navi commerciali, risparmiate dagli Houthi, hanno un vantaggio competitivo che rischia di far saltare la concorrenza. Ma questo è difficile spiegarlo. Abbiamo tolto — non noi, un altro governo — le armi all’ Arabia Saudita e agli Emirati quando combattevano contro gli Houthi, che hanno una capacità militare produttiva propria, e sono più pericolosi di Hamas ed Hezbollah. Ne paghiamo le conseguenze».
Siamo attrezzati contro le guerre ibride?
«Io oggi non posso assumere un gruppo di hacker nel ministero e, se lo faccio, non posso comunque pagarli quanto li paga un’azienda privata. Per fare un esempio facile da capire. Questo gap va colmato. Stiamo vivendo una rivoluzione che deve diventare anche legislativa».
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani in Libano ha detto che il nostro contingente militare Unifil potrebbe essere potenziato, è d’accordo?
«Chiaramente siamo pronti, ma ogni aumento va finanziato e autorizzato. È un dossier complesso, giocato su alcuni chilometri di striscia Blu che separano le due parti. Vedremo, ma, come sa Antonio, oggi è prematuro. Se dovessimo andare incontro ai desideri degli israeliani dovremmo cambiare le regole di ingaggio».
Fra pochi giorni Giorgia Meloni sarà in Giappone: discuterà anche della governance e delle risorse per costruire il caccia di sesta generazione, il progetto Gcap, su cui abbiamo un accordo con Tokyo e Londra. Chi comanderà?
«La governance sarà paritaria, 33% ognuno, e sarebbe la prima volta che l’Italia partecipa ad un programma militare di primissimo piano con un ruolo paritario. Abbiamo già fissato la rotazione dei vertici, partiremo guidando noi. Gli impianti produttivi, il ritorno industriale e occupazionale sarà tutto paritario. La sede principale del consorzio, per motivi di semplicità fiscale, legale, amministrativa (purtroppo!) sarà in Uk».
È vero che Arabia Saudita ed Emirati potrebbero mettere dei soldi nel progetto?
«Molti sono interessati ad entrare, ma non apriremo sin quando non sarà chiusa la fase costitutiva a tre. Poi, con l’accordo di tutti, potremo allargare ad altre nazioni».
Se vince Trump l’Europa sarà più scoperta di fronte a una minaccia russa?
«Gli accordi della Nato e le basi americane non sono in discussione, quindi no. Ma un possibile cambio di strategia a Washington sulla guerra in Ucraina dovrà essere preventivato subito, se non vogliamo essere impreparati».
Elezioni europee a giugno, lei è disponibile a fare il commissario dell’Italia?
«Non ci ho mai pensato e non credo, ma in ogni caso non in qualsiasi posizione».
Corsetto con la fronte imperlata di sudore a causa delle domande che lo hanno spinto in un angolo.
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infatti il Corriere della serva ha solo pubblicato in fotocopia la mail arrivata dall’uffico atampa del ministero della difesa
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Di guerra ibrida o meglio non convenzionale abbiamo una certa esperienza, dagli anni 1964 al 1994 è stata combattuta in Italia da Gladio, servizi segreti nazionali ed internazionali, con tentativi di golpe da parte di soggetti come Valerio Junio Borghese che fu salvato dagli americani e portato in USA insieme ad altri fascisti per essere addestrati a dovere…..anche in quel caso era necessaria una milizia pronta ed abbiamo visto per quale scopo…….Poi se proprio la leva obbligatoria non fosse perseguibile, Crosetto può sempre organizzare la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, come quella del 1923 istituita dal Gran consiglio del Fascismo! Chissà perché quando sento parlare di riserva nazionale delle forze armate, mi viene in mente il suo utilizzo interno, più che sul Mar Rosso…..Chi mettiamo al comando della riserva/milizia nazionale? Il generale Vannacci che spara ca@@ate o Pozzolo che spara proiettili?
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Io invece vorrei tanto si creasse una riserva con Yoghi, Bubu, Crosetto, Meloni, Salvini , Schlein etc….
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Shrek..ma vattelapija’ ndar¢ulo.
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”’ma fino a quando non si stufa Putin purtroppo per tutti noi continuerà e rischia di peggiorare. Ha stufato chi l’ha iniziata».”’
Putin sarebbe stufo DA UN PEZZO, ma è Biden che NON è stufo di provocare la Russia.
Non sono le armi russe che ammazzano soldati americani.
E la guerra poteva finire marzo 2022 se non ci fosse stato Johnson (compare di Biden) a vietare a Zelensky di trattare con i russi!
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Evvaiiii… piatto ricco mi ci ficco… leviamo gli ultimi soldi ai poveri per andare in guerra e per i profitti all’armiero… poi creiamo la Guardia nazionale come in USA E SIAMO A POSTO… AZZO E CHI CI VIENE A MINACCIARE? Nessuno? Si però ci difendiamo!1
Ecco come la Repubblica Italiana si pronuncia nella sua Carta:
Art. 11.
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta` degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…ecc.ecc…
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Il migliore – secondo alcuni benpensanti – della canaglia al governo dimentica che l’articolo 51 della Carta dell’ONU non consente di fornire armi a paesi belligeranti, per cui era impossibile vedere armamenti (con suo sommo dispiacere, evidentemente) all’Arabia o agli Emirati. Le regole sono state poi aggirate con l’Ucraina, sebbene in un primo momento la nostra repubblica avesse inviato solo equipaggiamenti non letali. Stendo un velo pietoso su tutte le altre baggianate che ha dichiarato.
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si ma è il migliore o il più meglio assai!
Per nulla si è tenuto fra le braccia la nana… ora la stessa doveva esserne riconoscente…..uomo di fiducia della banda!
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