Noi non siamo il governo di Israele. Siamo la gioventù ebraica e il popolo ebraico che pagano a proprie spese, col proprio dolore, l’inettitudine delle loro classi dirigenti. Siamo i bambini […]
(DI ELENA BASILE – ilfattoquotidiano.it) – Noi non siamo il governo di Israele. Siamo la gioventù ebraica e il popolo ebraico che pagano a proprie spese, col proprio dolore, l’inettitudine delle loro classi dirigenti. Siamo i bambini di Gaza, siamo gli innocenti che, se nati dopo il 2007, non hanno conosciuto che una prigione a cielo aperto.
Non entrerò nel confronto paradossale tra le violenze barbariche di Hamas e quelle dello Stato di Israele. Che smemorati i nostri intellettuali progressisti! Hanno già dimenticato Sabra e Chatila, il massacro durato 19 ore, durante il quale le falangi libanesi trucidarono 1300 civili, donne e bambini, sotto la protezione e la benevola sorveglianza delle truppe di Sharon. Come mi ricordava un collega, l’ambasciatore Cardilli, si potrebbero richiamare alla memoria anche le 200 vittime del massacro di Deir Yasin perpetrato nel 1947 dai terroristi ebraici guidati da Begin che divenne poi primo ministro.
Non entrerò in un dibattito sottoculturale. La guerra è orrore. Non ci sono buoni e cattivi. La nostra civiltà non è migliore delle altre. Crociate, guerre di religione, colonialismo, neo colonialismo, guerre di esportazione della democrazia, Julian Assange (non dobbiamo mai dimenticare che langue sotto tortura nell’indifferenza dei sostenitori dei diritti umani): i crimini dell’Occidente sono noti a chiunque abbia letto un libro di storia. Quindi, cari politici progressisti che per fare un passetto avanti nella vostra carriera di servitori del potere e non dello Stato dimenticate tutto, i terroristi non sono solo quelli di Hamas. Il terrorismo è un fenomeno storico. La violenza terrorista nasce quando i canali politici si chiudono e risultano impraticabili. I carbonari, celebrati come eroi nei sussidiari di scuola elementare, erano dei terroristi.
Tutto diviene surreale. La sproporzione di armi tra Israele e Hamas è evidente. Eppure il Quintetto si riunisce per testimoniare solidarietà a Israele con l’invio di nuove armi. Gaza soffoca, ora che la rappresaglia di Netanyahu, feroce e contraria al diritto umanitario e allo Statuto della Corte penale internazionale (la stessa Corte che ha considerato Putin criminale di guerra), ha avuto inizio e la prima decisione europea, poi fortunatamente rivista, era quella di sospendere gli aiuti a Gaza.
Il dilemma degli analisti occidentali è il seguente: come sbarazzarsi una volta per tutte di Hamas e salvare gli ostaggi israeliani? Sono esterrefatta. Invece muoiano pure i bambini, i civili, le donne, gli anziani di Gaza? Come ogni persona di media cultura comprenderebbe, reprimere Hamas nel sangue farà rinascere altri gruppi terroristici: il sangue chiama sangue. Israele può essere salvato da se stesso soltanto se si rimuovono le cause del conflitto con mediazioni che riescano a tener conto dei diritti degli israeliani come dei palestinesi. Si ritorni alla soluzione dei due Stati. Sul punto, non condivido lo scetticismo di Lucio Caracciolo. La volontà politica può molto più di quanto si pensi. Il conflitto franco-tedesco sembrava impossibile da sanare, un dramma storico con vittime innumerevoli. Eppure oggi Francia e Germania sono potenze alleate.
La mediazione è sempre possibile se si mettono sul tavolo i veri interessi in gioco, se si esce dal radicalismo etico e ipocrita di un Occidente che ripiega su se stesso credendosi superiore non solo ad Hamas, ma alla Russia, alla Cina, ai Brics, al Sud globale.
Mi sembra evidente che l’approccio europeo alla guerra russo-ucraina e al conflitto israelo-palestinese sia simile in molti aspetti. Provo a elencarli: 1) appiattimento sulle posizioni statunitensi con la presa di posizioni ideologiche radicate nel finto moralismo e partigiane del governo dell’Ucraina e del governo israeliano; 2) rimozione della storia e delle cause dei conflitti; 3) demonizzazione del nemico, sua delegittimazione totale che impedisce ogni genere di dialogo; 4) fiducia nella catarsi dello scontro militare, della repressione, della vittoria sul campo grazie alla superiorità militare.
È triste vedere le marionette politiche inconsapevoli di star recitando un copione da altri preparato. I neoconservatori americani, di cui Vittoria Nuland è un esempio emblematico, assistente di Dick Cheney e vice di Antony Blinken, legati a doppio filo con i poteri finanziari, hanno da tempo attuato una strategia demenziale quanto coerente. L’egemonia in crisi di Washington si difende con la guerra permanente. Una guerra a bassa intensità che non li coinvolga veramente e non si trasformi in un conflitto nucleare. Il Pentagono è più prudente dei politici e intellettuali “moderati” che chiamano l’Occidente alla guerra contro il nuovo Hitler, identificato ora con Putin, ora con Hamas, ora l’Iran, domani con Xi Jinping. La realtà supera la finzione.
“I carbonari, celebrati come eroi nei sussidiari di scuola elementare, erano dei terroristi”: eviterei di fare riferimento a fatti avvenuti secoli (o millenni fa), giudicandoli coi parametri del 2023. Seguendo questo schema gli antichi romani dovrebbero essere considerati criminali di guerra (visti i territori invasi e annessi), per cui andrebbero abbattuti i monumenti presenti nelle nostre città. Anche Ivan il Terribile e Pietro il Grande, con gli occhi di oggi, dovrebbero essere giudicati due criminali assassini, mentre per la Storia sono considerati i padri fondatori della nazione russa. Personalmente mi fido più della Storia che delle opinioni di certi commentatori e/o utenti.
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E certo, meglio credere alle rappresentazioni cinematografiche della Storia, con salsa di pomodoro e finali edificanti.
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Grazie per la risposta, che mi dà conferma di quanto scritto prima: la Storia è l’unico tribunale attendibile perché sa giudicare gli uomini nel contesto in cui operarono (e non con gli occhi di noi contemporanei), molto più di certi commenti sui giornali e sui social.
Ps: Ho difeso la memoria di due russi. Spero di non finire nell’elenco di presunte spie filo-Putin.
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Tranquillo
pure io sono considerato filo-putin qua dentro.
Quanto alle statue, fosse per me, non ce ne sarebbe neanche una.
Le uniche le dedicherei, a monito, ai caduti da atti di violenza e di guerre allestite per lo più da mattoidi assetati di potere magari travestiti, di volta in volta, da patrioti, invasati religiosi o esportatori di “democrazie”.
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Grazie per la risposta, che mi dà conferma di quanto scritto prima: la Storia è l’unico tribunale attendibile perché sa giudicare gli uomini nel contesto in cui operarono (e non con gli occhi di noi contemporanei), molto più di certi commenti sui giornali e sui social.
Ps: Ho difeso la memoria di due russi. Spero di non finire nell’elenco di presunte spie filo-Putin.
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X Stefano:
Forse non hai capito quel che dice la Basile: con la metrica di oggi, i ‘carbonari’ sarebbero considerati terroristi.
Ma anche i partigiani dell’attentato di Via Rasella lo furono.
Mentre gli stati potevano esercitare terrorismo di stato come i famosi bombardamenti terroristici di stampo angloamericano. Ma sempre terroristi erano.
E che la Storia si ripete è testimoniato dal fatto che a Norimberga vennero giudicati solo i crimini dei vinti, mentre Bush Jr a tutt’oggi va a piede libero malgrado la strage in Irak da 20 anni a questa parte causata dalla sua amministrazione.
Quindi no, non è sbagliato dire quello che ha detto la Basile. Va calato nel contesto, ma anche allora gli attentati erano terroristi. Solo che quelli dei gruppi sparsi erano crimini, gli stati allora come oggi sono legalizzati. Anzi, allora lo erano di più perché non esisteva il concetto di crimini di guerra.
X GSI:
Non sono d’accordo con il discorso delle statue. La Storia è fatta da criminali e sociopatici, ma sono pur sempre loro ad avere fatto questo e quest’altro. Prova a dire ai Russi che sbagliano a ricordarsi di Ivan il terribile e di Pietro il Grande, per esempio, sopratutto di quest’ultimo.
Sennò siamo alla ‘cancel culture’ con le statue di Colombo abbattute, invece di riflettere su chi fu e cosa rappresentava allora, e cosa dovrebbe rappresentare ORA. Mettiamoci pure criminale sotto la statua, ma non rimuoviamola, è ridicolo e nichilista al contempo pretendere di cancellare la Storia perché chi l’ha scritta si è macchiato di molti crimini.
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No SM,
Non ho detto che bisogna cancellare la Storia.
Quella deve essere scritta a tinte indelebili sui libri di scuola, saggi, ricerche il cui approfondimento non dovrebbe mai essere ostacolato.
Della Storia non si deve e non si può fare a meno come non si può e non si potrà mai fare a meno di personaggi che ne determinano le sorti.
Di cui, però, io non ne farei statue o imbalsamazioni (credo siano mancanza di rispetto del corpo) da ossequiare o, peggio, da adorare.
Una tomba penso possa essere più che sufficiente per il ricordo di uomini la cui santità non potrà mai certificata da nessuno.
Per il ricordo, se c’è davvero da ricordare, basta la memoria che può essere mantenuta viva anche senza statue.
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Brava Basile!
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