La ministra Roccella lamenta la mancanza di democrazia mettendo alla pari la sua posizione che le permette di fare le leggi con quelli che le sue leggi le hanno subite.

(di Giulio Cavalli – lanotiziagiornale.it) – La vicenda ormai la conosciamo tutti. La ministra alla Famiglia tradizionale Eugenia Roccella, degna rappresentante del partito di Giorgia Meloni trattata in giro per il mondo come un Orbán qualsiasi, si presenta al Salone del libro di Torino e viene giustamente contestata per le sue posizioni antiabortiste che avrebbero fatto schifo già 50 anni fa.
Qui inizia il romanzo dei frignoni, maestri nel genere letterario del vittimismo. Un piccola nota prima di iniziare: lamentarsi di essere censurati mentre si è al governo in qualsiasi tempo e in qualsiasi Paese sarebbe una sindrome da affidare alla psichiatria, non potrebbe mai diventare un elemento serio di dibattito politico. Da noi invece va così.
La ministra Roccella lamenta la mancanza di democrazia mettendo alla pari la sua posizione che le permette di fare le leggi con quelli che le sue leggi le hanno subite. In sostanza dice che questo Paese è antidemocratico perché lei ha potuto fare leggi che impattano tutti i giorni sulla vita reale delle persone ma vorrebbe anche essere applaudita ovunque vada, scambiando il Salone del libro per una lunghissima e vastissima puntata di una trasmissione di Bruno Vespa.
“Avrebbero dovuto farla parlare”, dicono i maestri di democrazia con l’anima nera. La democrazia invece è pienamente esercitata: la ministra Roccella ha democraticamente fatto le leggi con il suo governo e quelli legittimamente le urlano in faccia che le sue leggi fanno schifo. L’autoritarismo di questo governo incapace nel proprio ruolo sta nelle faccette di Giorgia Meloni quando le dicono qualcosa di sgradito e nei peana di destrorsi (anche travestiti da liberali) che rivendicano il diritto per Roccella di fare marchette promozionali indisturbata.
“Avrebbero potuto partecipare al dibattito”, dicono. E già. Il dibattito post legem è l’elemosina che dovrebbe accontentare chi si ritrova ad avere la vita stravolta dall’impudico legiferare di questi? Il dibattito in un Paese democratico avviene prima. Dai, su non scherziamo. Contestare il potere è un dovere democratico. Coloro che in questi giorni stanno denunciando la “violenza” dei contestatori sono gli stessi che bastonano la minoranza, corroborando il gran romanzo dei frignoni. Siamo un Paese in cui molti giornali titolano contro i leader dei partiti che on governano, sentendosi alfieri di chissà cosa, quando sono semplici camerieri del potere.
A chiudere il desolante quadretto arriva di corsa la legionaria deputata Fdi Augusta Montaruli che invita il direttore del Salone Nicola Lagioia a “vergognarsi con tutti i soldi che prendi”. Augusta Montaruli è un pregiudicata in via definitiva per avere usato soldi pubblici per fini privati. Passa la buriana e il partito di maggioranza nel Paese sciorina comunicati stampa in cui esulta per essersi tolto di mezzo il direttore Lagioia il prossimo anno. Il prossimo Salone del libro si potrebbe pensare a uno stand dei frignoni, dedicato alla letteratura di genere. In omaggio magari si potrebbe dare un corso accelerato sulla gestione del dissenso.
Se quattro scalmanati fossero andati a contestare Saviano mentre raccontava cazzate contro Giorgia Meloni, apriti cielo. Oggi, probabilmente anche questo signore, starebbe marciando contro il pericolo fascista, insieme ai contestatori della Roccella. E, già. Se contestano loro per impedire la libera espressione del pensiero a chiunque non faccia parte del “political correct” lo fanno per difendere la democrazia (il loro potere che non vogliono mollare).
Se vengono contestati quelli del loro giro, subito si mette in moto la grancassa “antifascista” con a capo quella che si sperava non fosse più la cinghia di trasmissione del pensiero politico sinistrorso.
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Non perdi mai l’occasione per dimostrare a tutti la tua ignoranza provocatoria.
Ricalchi pari pari le sparate che pubblica quella carta igienica che è Libero, sovvenzionato con milionario reddito di sussistenza PUBBLICO annuale.
Il libero pensiero del BOIA di parlare delle sue missioni, mentre i parenti del le vittime vanno a contestarlo.
Nella tua testa vuota dovrebbe appartenergli pure la libertà di parola.
Sei inutile, generato dal destrume prevaricatore e vittimista. La tua filosofia di vita è chiagni e fotti.
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Non faccio parte dei sinistrati abituati a portare il cervello all’ammasso, sempre che ce l’abbiano. Gli uomini liberi non hanno bisogno di leggere quanche giornaletto, per farsi un”idea e capire quello che accade. Faccio parte di quelli che ai sinistrati possono dare lezioni di libertà di pensiero, tolleranza, democrazia. Purtroppo, però, in quel campo ci sono tanti che campano e occupano posizioni non meritate, ma sol perché si sono prostituiti ai potenti del tempo passato e temono che se non si blocca velocemente la ventata di aria fresca in arrivo, la loro arroganza possa essere notata anche da quelli che li credevano grandi.
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Brava Selvaggia
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Embè….
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A mio avviso c’è un impazzimento generale che scambia la giusta avversione ( è anche la mia) verso un Governo, i suoi ministri, le leggi che fa, per il diritto di tacitare in contesti pubblici ( vedi Salone del Libro) chi in democrazia ha vinto le elezioni.
Non me ne frega nulla della Roccella nello specifico, è una questione di metodo. La Roccella può, DEVE, essere contestata da chi si oppone alle sue idee e al suo modo di legiferare. Non le puoi impedire l’intervento. Ha diritto come tutti, se invitata, di dire la sua. Come d’altronde Rovelli o chiunque altro.
Non è una buona ragione il fatto che abbiano il Potere ( raggiunto democraticamente, e me ne dolgo) perché le si tolga la parola. A tutti. E in qualunque contesto politico maggioritario.
Non c’entra nulla Adolf Hitler, e il suo Mein Kampf, che si potrebbe pure “presentare” evidenziandone l’orrore. La contestazione di una politica pur legittimamente vincente alle elezioni, è il sale della democrazia. Impedire, ripeto in contesti pubblici con regolare invito, a chicchessia di parlare mi fa veramente schifo. Il paragone che fa Strabiliato, con Saviano, è sbagliato. Perché Saviano non è un politico che legifera. Il paragone corretto sarebbe con Renzi, Bersani, Franceschini, o tecnici diventati provvisoriamente politici, come la Fornero etc.
Vanno al Governo democraticamente e propongono o fanno leggi, non gradite a una quota della Società.
Questa quota si organizza e in occasioni pubbliche non si limita a contestare, ma vuole impedire l’intervento dei Renzi, Bersani, Franceschini, Fornero etc. Allora sì che si scatenerebbe l’accusa di “fascismo” ai contestatori.
Detto ciò la Lucarelli è un arrogante, presuntuosa, furbissima parakula. Dice spesso cose intelligenti ma recita un personaggio molto radical/settario.
Odia e giustifica l’odio. Però solo quello che sponsorizza lei. Io chi “odia” lo “odio”….
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E ci siamo persi tra ” destra ” e ” sinistra” pure il salone del libro.
Con i libri che ci sono in giro, però, poco male.
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