“Stupidità e maleducazione”. Così l’ineffabile presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, bollava sui social i ragazzi di Ultima Generazione rei d’aver “imbrattato” la facciata del Senato della Repubblica […]

(DI TOMASO MONTANARI – ilfattoquotidiano.it) – “Stupidità e maleducazione”. Così l’ineffabile presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, bollava sui social i ragazzi di Ultima Generazione rei d’aver “imbrattato” la facciata del Senato della Repubblica con un po’ di vernice lavabile. Una battuta che è il simbolo di una classe dirigente radicalmente inadeguata, innanzitutto sul piano culturale e cognitivo. Un ceto politico che non solo non sa mettere in gerarchia il dito della protesta e la luna dell’emergenza climatica, ma che coopera, più o meno consapevolmente, ad aggravare quest’ultima, e a renderne l’impatto ancora più drammatico, come si vede in queste ore proprio nella Romagna di Bonaccini. Perché se accusiamo gli attivisti del clima di stupidità e maleducazione, che cosa dovremmo dire del governo dell’Emilia-Romagna?
Come ha ricordato Paolo Pileri su Altreconomia, “tra il 2020 e il 2021 l’Emilia-Romagna è stata la terza Regione italiana per consumo di suolo, più 658 ettari cementificati in un solo anno, pari al 10,4% di tutto il consumo di suolo nazionale. In pochi anni – e con questi governanti – la Regione è arrivata ad avere una superficie impermeabile dell’8,9% contro una media nazionale del 7,1%. E tutti sappiamo perfettamente che sull’asfalto l’acqua non si infiltra e scorre veloce accumulandosi in quantità ed energia, ovvero provocando danni e vittime”. I dati dell’Ispra citati da Pileri non lasciamo molti dubbi sulle responsabilità del governo locale. Del resto, nonostante la pandemia, proprio Ravenna ha visto, tra 2020 e 2021, un consumo di suolo pro capite spaventoso: quasi tre metri per abitante all’anno, che le assicurano il secondo posto in Italia, dopo Roma.
Nel 2017, un gruppo di urbanisti, territorialisti, giuristi, storici denunciò in un libro dal titolo esplicito (Consumo di luogo. Regresso neoliberista nel disegno di legge urbanistica dell’Emilia-Romagna, scaricabile liberamente in Rete) che il governo regionale guidato da Bonaccini aveva presentato “una legge definita, in perfetta neolingua stile 1984, ‘contro il consumo di suolo’. Una legge farlocca, truffaldina, il cui scopo reale era permettere la cementificazione” (così scrive il collettivo Wu Ming). Nella prefazione a quel libro, scrivevo che “di fronte all’enormità della posta in gioco – la nostra sopravvivenza fisica in territori devastati dal cemento, e la sopravvivenza della nostra democrazia – si potrà ritenere che la parola sia una difesa trascurabile. Si sbaglierebbe: perché questo libro dice la verità, e lo fa in modo documentato e autorevole”. Naturalmente, quella documentatissima denuncia non è riuscita a salvare le almeno quattordici vittime di questa ennesima alluvione annunciata: ma oggi almeno permette di non parlare (solo) di maltempo, bensì anche di malgoverno, respingendo le lacrime di coccodrillo di chi dovrebbe ora solo chiedere scusa.
Parlare apertamente di malgoverno del territorio dell’Emilia-Romagna è oggi particolarmente urgente, perché l’autonomia differenziata così fortemente voluta proprio da Bonaccini (le cui richieste di autonomia, scrive Gianfranco Viesti, hanno “messo le ali ai piedi alle richieste lombardo-venete”) prevede per la sua regione una totale autonomia, tra l’altro, in materia di “tutela dell’ambiente, rifiuti, bonifiche, caccia, difesa del suolo, governo del territorio, infrastrutture stradali e ferroviarie, rischio sismico, servizio idrico” (così si evince dal documentato esame delle carte disponibili condotto da Francesco Pallante). Vi immaginate un’Italia in cui 20 regioni godano di questa autonomia, ispirandosi alla regione che l’ha così ben usata da essere oggi costretta a contare i morti?
Di fronte al disastro di queste ore, spetta innanzitutto al Pd (guidato ora da Elly Schlein, che con Bonaccini ha condiviso il governo della regione dal febbraio del 2020 all’ottobre scorso…) una chiara e forte ammissione di responsabilità, insieme al fattivo proposito di cambiare strada. Il Pd, non solo in Emilia-Romagna, è stato indistinguibile da Lega o Forza Italia nel presentarsi come il partito del cemento e delle Grandi Opere. E nel suo scellerato sostegno al governo Draghi si iscrive anche la responsabilità di un Pnrr che invece di finanziare la rimessa in sesto del territorio, continua a cementificare il Paese. Ma la responsabilità è ancora più profonda: ed è quella di aver visto nel cemento l’unico sviluppo, e nella semplificazione (cioè nel liberarsi dalle regole che permettono di tutelare il territorio) l’unica riforma. Ciò che oggi occorre è un profondo cambio di mentalità, anzi una pubblica conversione: quella che a livello globale dovrebbe servirci a invertire la rotta della crisi climatica, e a livello locale a mitigarne, o almeno a non esasperarne, gli effetti. Non è questione di strategie, o posizionamenti: è una questione di vita o di morte.
Egregio io sono romagnolo ho votato 5s,
A Cesena Ravenna Rimini sindaco Pd a Ferrara e Forlì sindaco della lega. Ho amici e parenti in collina, dove abitano in pochissimi, tutto bosco e pochissimo cemento. Molte frane. La colpa delle frane è del poco o molto cemento? Se viene fermata l’autostrada A14 la colpa è del cemento? Il Savio non è mai esondato nella sua storia, che si fa: non si costruisce vicino perché fra 10000000 di anni potrebbe piovere in maniera eccezionale? Io come ho già scritto, non incolpo nessuno, per quel che mi riguarda la politica ci aveva super avvertito domenica, comunicati terrificanti dal mare e dai monti, chiuso scuole, impianti sportivi. Le dirò, avendo lavorato da Gatteo a mare a Forlì, nell’ultimo mese, mi ero meravigliato nel vedere i fiumi super puliti.
Lei che ritengo persona intelligente, non cada nell’ipocrisia. Dopo sono tutti capaci a fare 13 alla schedina. A Faenza è venuta giù in poche ore la quantità di acqua pari alla portata della diga di Ridracoli. Che facciamo: smantelliamo la diga perché potrebbe succedere fra xyz anni un evento disgraziato?
Usi il buonsenso.
La protezione civile che risiede nell’aeroporto militare di Pisignano è da stamattina che ogni 10 minuti alza elicotteri per soccorrere, a Cesena moltissimi ragazzi si sono adoperati ( con le scuole chiuse) con vanga e bidoni ad aiutare. Queste sono le note positive. Imprevisto risposte celeri. Proteggere ragazzi che fanno gesti brutti non è giusto, per me.
Non si imbrattano palazzi per attirare l’attenzione sul clima.
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Vede Cucchi ,purtroppo ci sonno dati che dicono cose diverse… https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/05/19/la-grande-beffa-della-prevenzione-del-rischio-in-20-anni-11mila-progetti-finanziati-e-meno-della-meta-realizzati-e-non-e-colpa-del-clima/7165694/
Io potrei dire invece che dove abito ho un torrente che col passare degli anni ,pur pulendolo tutti gli anni(solo taglio dell’erba),i suoi argini si sono ampliati verso l’interno ,riducendo la portata dell’acqua.Mai hanno pulito l’alveo tanto da poterci coltivare …..anche a Empoli l’Arno è talmente rinchiuso nelle sue sponde da terra di riporto, che hanno creato orti da coltivare.
Spiace solo che quando succede qualcosa di grafe ….nessuno si prende le proprie responsablitià…si è invece soliti fare il gne,gne,gne, della situazione..anzi probabilmente gli stessi politici responsabili verranno riconfermati!
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Gentile Fabio credo che sia esagerato da parte sua parlare di ipocrisia e mancanza di buon senso nell’articolo.
La cementificazione è un dato di fatto che impermeabilizza il territorio che, nel caso della Romagna, è stato colpito duro nei centri urbani. Allora sarebbe di buon senso continuare a costruire come si è fatto finora come se non ci fosse un domani?
Nelle colline boscate le frane avvengono anche perchè l’aumento delle temperature medie globali (come conseguenza diretta dell’emissione di Co2 dovuta alla combustione di petrolio carbone e gas) rende meno resilienti la flora (arrivano nuovi parassiti, la siccità la indebolisce, a volte si piantano specie che sono “comode” perchè garantiscono una rapida crescita pronte per essere tagliate ma che sono meno adatte al territorio, ecc, ecc) e perchè comunque la quantità d’acqua venuta giù in tempo ristretto è enorme, fatto che è più difficile da affrontare anche da boschi maturi autoctoni.
L’evento eccezionale che è avvenuto è solo l’ultimo in ordine di tempo di “eventi eccezionali” che sono ormai ordinari nel nostro Paese (e nel resto del mondo perchè la crisi climatica è globale e purtroppo è solo agli inizi) e diventeranno tanto più frequenti e intensi quanto più continuiamo a emettere CO2 e altri gas serra (ripeto dovuti alla forsennata combustione di petrolio gas e carbone) riducendone fortemente i tempi di ritorno (e che non si risolvno pulendo gli alvei o i tombini!).
Quanto più noi umani amplifichiamo l’effetto serra (che è un fenomeno del tutto naturale che ha permesso la vita su questo pianeta, ma che noi stiamo esacerbando alterando la composizione chimica dell’atmosfera con le nostre emissioni e con la feroce deforestazione), tanto più calore e quindi energia rimane in atmosfera alterando il clima (siccità sempre più lunghe , ondate di calore sempre più intense, piogge meno frequenti ma molto più abbondanti in breve tempo dovute anche alla maggior quantità di vapor acqueo conseguente alla maggior evaporazione, ecc), tanto più dovremo fronteggiare fenomeni estremi. E questo gli scienziati lo dicono da almeno 50 anni!
Il nostro attuale modello di sviluppo, ovvero il sistema economico industriale e finanziario globale, è fondato proprio sui combustibili fossili, cioè sulla disponibilità di un’enorme quantità di energia a basso costo che la natura ci ha “regalato” in milioni di anni di fotosintesi e che noi abbiamo e stiamo bruciando in 200 anni liberando il carbonio che la natura appunto aveva saggiamente riposto sotto terra (questa disponibilità di energia, per inciso, è l’unico motivo che ha reso possibile un incremento della popolazione umana abnorme passando ma meno di un miliardo prima della rivoluzione industriale agli attuali 8 mld).
Uno degli effetti perversi della nostra civiltà industriale è quindi il cambiamento climatico (che, giova ripetere, rende e renderà più frequenti e devastanti gli eventi come questo) che, se continuiamo a bruciare i fossili, peggiorerà (ad oggi le temperature medie globali sono aumentate di circa 1,2°C rispetto all’era preindustriale, ma se superiamo gli 1,5°C o peggio i 2°C oltrepasseremo dei punti di non ritorno climatico devastanti). Follia poi è pensare che le grandi opere (quindi altro cemento) possano risolvere il problema (semmai alcune come as esempio i bacini di espansione, la ricreazione di zone umide e il rimboschimento possono aiutarci a mitigare e adattarci ai fenomeni).
E’ per questo che i ragazzi di Ultima Generazione fanno le dimostrazioni che fanno. Hanno capito più di altri che il loro futuro (non molto lontano) sarà condizionato pesantemente da un clima molto più ostile di quello attuale e che se continuiamo con questo modello di “sviluppo” andremo a sbattere contro i limiti fisici del pianeta (che riguarda più in generale l’esaurimento delle risorse naturali). Una cosa di cui tutti dovremmo prendere coscienza, e non cadere dal pero, è che le leggi della natura sono molto più forti dell’uomo, loro comandano: se non facciamo volontariamente una consistente “cura dimagrante” (meno consumi, meno deforestazione, meno colture intensive, meno produzione industriale, cioè in ultima analisi meno economia e meno PIL) e ci adattiamo a vivere con meno, rinaturalizzando quando più territorio è possibile, tale cura ci verrà imposta dalla natura stessa. e farà più male.
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mi associo ai complimenti di Marco
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Gentile Vortex, dovremmo anche chiarire in cosa consiste questa cura dimagrante che interessa l’emissione delle industrie, delle fabbriche e delle produzioni agroalimentari, emissioni degli impianti di climatizzazione e riscaldamento pubblico e privato, dei mezzi di trasporto, auto, aerei e tir per il trasporto merci…. Io non nego che ci sia il problema ma mi allarma un certo tipo di discorsi che stanno dilangando a stampino, come un copione, significa che la narrazione attecchisce, per quanto parziale e fuorviante. In realtà da decenni si avvertiva che il clima stava cambiando ma non era fattibile fermare il mondo (a ben vedere quello democratico e civilizzato) eppure non si è fatto niente nemmeno sull’impatto ambientale, soprattutto nelle aree più a rischio per conformazione idrogeologica, come le pianure attraversate da fiumi. Delle due cose almeno a farne una, se non possiamo fermare il sistema (ancora non si sa come mandare avanti queste benedette industrie a meno che non torniamo all’era pre-industriale togliendo l’auto alle persone) o almeno sistemiamo la resilienza del territorio, se siamo così intelligenti nella scienza e nella tecnica qualcuno dovrebbe saper tirare fuori una soluzione percorribile, salvo il dubbio che il genio lo abbiamo affinato solo nelle soluzioni affaristiche e quindi non ne siamo più capaci. A me sembra che si insista sulla parte più teorica e filosofica della questione, così evitiamo di affrontarla pragmaticamente
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Pensate che vogliono fare il “ponte”…… pezzi di m….!
Il cucuzzaro e company si riempiono la bocca… portateli a spalare un pò di fango in emilia!
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@cucchifabio65 Con le fallacie logiche di cui il tuo commento è pieno si svia il discorso e invece di guardare la luna (il consumo di suolo in primis che l’articolo pone sotto accusa) si guarda il dito (i ragazzi che imbrattano per richiamare l’attenzione).
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Egregio gli eventi naturali sono e saranno sempre più disastrosi (vedremo in autunno) per via del cambiamento climatico, questo ormai lo hanno capito quasi tutti.
Se il clima è cambiato dovrà necessariamente cambiare il modello di sviluppo e il modello di urbanistica ad esso legato.
Ma le dichiarazioni di Bonaccini a caldo dopo l’alluvione “ricostruiremo tutto” dimostrano che privilegia ancora una volta il PIL della sua regione alla salvaguardia dei suoi abitanti.
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@VORTEX : complimenti!
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Vortex, grazie per la risposta.
Io sono molto più limitato, clima, miliardi di anni, risorse del pianeta consumate, i figli che protestano… Ogni tempo le sue disgrazie.come ognuno di noi mangia? Da dove arriva lo stipendio? Io vivo oggi, cerco di limitare i consumi e gli sprechi, ma devo darmi da fare per mangiare, la vita non è gratis. Devo stare senza auto? Come si fa?
Chi deve fare il 1 passo? Siamo in troppi, verranno guerre. Molto facile predicare, difficile razzolare. Tutti abbiamo figli, i figli vorranno avere figli e così all’infinito. Può il cinese desiderare figli? Può il brasiliano desiderare figli, può l’Europeo desiderare figli? Può l’africano desiderare figli? Alla fine chi paga? La vita è crudele, e in queste occasioni prendersela non è giusto, per me. Cosa facciamo : demoliamo tutte le abitazioni in prossimità dei fiumi? Andiamo a dormire nei campi? Lei sa prevedere se tutti gli argini terranno? Leggevo di lombardi che ridevano sotto i baffi: pensate se fosse successo ad una regione di dx…… Il po è in secca l’agricoltura del nord soffre che facciamo? Di chi è la colpa? Di Fontana, di Formigoni, di Zaia? Su non scherziamo.
Buon senso e bocca chiusa, da una parte è piovuto in maniera eccezionale, dall’altra c’è una siccità eccezionale, armiamoci di solidarietà e diamoci da fare, passerà e arriverà l’estate…
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@cucchifabio65, hai fatto un altro discorso qualunquista. Le cose che ha scritto Vortex sono spiegate da più di 50 anni dagli scienziati, ma i politici, tu e quelli come te se ne strafottono. Dici sto senz’auto e come faccio? Ecco già il ritenere l’auto un bene o bisogno indispensabile come bere, mangiare, la dice lunga sulla propria voglia di cambiare le cose.
Non starò certo a ripeterti le cose che già ti sono state dette, ma se ogni abitante di questo pianeta non prende coscienza che siamo troppi, che bisogna cambiare il modo di vivere, produrre e consumare, che il cambiamento dovrà essere pilotato e imposto dalla politica a livello globale, allora penso proprio che non ci sarà salvezza. Per nessuno.
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Quelli come lei non comprendono proprio la portata di ciò che sarebbe necessario fare; la sua mente è talmente abituata a un certo stile di vita che non riesce non dico a cambiare, ma nemmeno a concepire che si possa farlo.
Chi sostiene che sia necessario prendere atto della situazione non vuole sopprimere metà della popolazione mondiale dall’oggi al domani, anzi, proprio il contrario.
Accettando i nostri limiti la transizione verso un mondo diverso può essere dolce e graduale, anche se il margine di errore è davvero agli sgoccioli.
Continuare a fischiettare mentre il mondo va in malora invece porterà prima o poi e necessariamente a un ridimensionamento forzato dai contorni apocalittici.
Le assicuro che quando le cose cominceranno a mettersi davvero male l’automobile sarà l’ultimo dei suoi problemi.
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C’è un film con Peppone e don Camillo girato ,credo negli anni 50,che si svolge durante un’alluvione proprio in quelle zone della Romagna . L’alluvione del Polesine è del 51, quella di Firenze del 67 , di piene del po con straripamenti ve ne sone decine nell’ultimo secolo. Siamo così certi del carattere di eccezionalità di questi fenomeni o abbiamo la memoria corta ? Con questo non difendo Bonaccini il Pd e i suoi ipocriti green sensibili, ma anzi, dico che sanno solo riempirsi la bocca con chiacchiere acchiappa creduloni ma in tema ambientale si comportano come i più retrivi palazzinari e cercano di sfruttare questi disastri per chiedere a Roma un mare di soldi per finanziare il proprio sistema di potere.
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Si sta assistendo ad un curioso rimpallo. E’ chiaro che Bonaccini ( al secondo mandato: li’ da nove anni) e la sua vice Schlein ( da sempre in tutt’altre faccende affacendata) se ci sono responsabilità ( e ci sono…) qualcuna ce la hanno. La Romagna, tra l’ altro, non è mai stata in cima ai pensieri del Nostro, soprattutto la fascia pedemontana, ricca e tranquilla, e meno trendy dell’ Emilia , che con il litorale kitsch e festaiolo ha poco o nulla da spartire.
Non conviene quindi ai media – quelli del “Bonaccini lavora bene” – calcare la mano e si preferisce chiamare in causa il Governo perchè… farà un Consiglio dei Ministri solo martedì, data che l’ emergenza è più che mai in corso e, messi a desposizione qualche decina di milioni per le prime necessità, la possibilità di rendersi conto dei danni, è ancora molto lontana.
Al PD quindi non conviene infierire più di tanto, per ora, e cerca di spegnere le polemiche perchè non conviene: la Regione è da sempre “rossa” e Bonaccini ama passare ( e lo è) per decisionista: l’ uomo forte, insomma.
Curioso però è il lavoro ai fianchi, a cui tutti i clienttes ovviamente abboccano. Distrarre non fa mai male. Di cosa parlo? Del concerto di Bruce Sprengsteen.
Eh, sì, perchè il sindaco di Ferrara è leghista, e pure piuttosto gradito dai cittadini non… Piddini. Ferrara ha anche “evitato” l’ ennesima elezione del genius loci Franceschini, ( non volevo usare il termine trombato) immediatamente ripescato altrove. Insomma, lesa maestà all’ ennesima potenza.
Il concerto di Springsteen è stata una opportunità la zona, la più povera da sempre della Regione ( zona depressa fino a pochi decenni fa) : biglietti venduti mesi prima, persone provenienti dall’ estero, migliaia di fan in attesa , alberghi pieni, ristoranti… contratto onerosissimo firmato anni fa. Insomma al netto delle solite polemiche (fosse stato Jovanotti…) un successo anche per il Sindaco.
Mah… “vergogna” , “Occorre essere solidali!”, “La gente muore e si canta!” ecc… ecc… Insomma, se ci si rimetteranno milioni che importa: non tocca a noi. Le grida manzoniane non costano nulla e si fa sempre bella figura.
Ferrara non ha vissuto l’ allagamento: le scuole sono sempre state aperte, le partite di calcio giocate ( ovunque, anche nella più vicina al disastro Piacenza), lo sballo serale continua ( anche a Bologna) il Giro pure, il tennis, tutti gli altri eventi e e gli altri concerti in giro per il Paese. Nessuno ha protestato.
Quindi perchè proprio Ferrara e proprio Bruce Sprengsteen? Fatevi la domanda e datevi la risposta.
Se il buon giorno si vede dal mattino, la “guerra” senza esclusione di colpi inizierà presto, occorre solo riorganizzare le truppe e fare passare la nottata, con l’ aiuto dei Media: la gente ( quella non colpita) dimentica presto, il business sarà grande, e Bonaccini, ora in caduta libera sogna la pensione a Bruxelles.
Tutto come sempre, tutto come prima. fino alla prossima.
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