
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Bombe salvavita. “Le armi italiane salvano vite” (Repubblica, prima pagina, 14.5). Sparano aspirine e supposte. Compro una consonante. “Zelensky a Roma, città blindata con droni e cecchini” (Giornale, 13.5). Poi Vespa ha portato i lecchini. Gossip. “Il caso Rovelli, una delle piccole polemiche di giornata” (Concita de Gregorio, In onda, La7, 13.5). ‘Na cosetta The […]
Ma mi faccia il piacere
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Bombe salvavita. “Le armi italiane salvano vite” (Repubblica, prima pagina, 14.5). Sparano aspirine e supposte.
Compro una consonante. “Zelensky a Roma, città blindata con droni e cecchini” (Giornale, 13.5). Poi Vespa ha portato i lecchini.
Gossip. “Il caso Rovelli, una delle piccole polemiche di giornata” (Concita de Gregorio, In onda, La7, 13.5). ‘Na cosetta
The Guerzoni’s List. “Alla fine Zelensky si convince che i ‘putiniani travestiti da pacifisti’ sono una minoranza e abbraccia gli italiani ‘a uno a uno’” (Monica Guerzoni, Corriere della sera, 14.5). Hai pronta la nuova lista dei servizi segreti sui “putiniani d’Italia”?
Levissimo/1. “Sono stato frainteso, temevo che la partecipazione di Rovelli (alla Fiera del Libro di Francoforte, ndr) non fosse letta nella prospettiva giusta… ho voluto difendere Rovelli da possibili fraintendimenti… il mio timore è che non fosse accolto nel modo giusto, nel rispetto della sua statura intellettuale” (Ricardo Franco Levi, commissario alla Fiera di Francoforte, Repubblica, 14.5). Che tenero, l’ha fatto per lui.
Levissimo/2. “Nessuno voleva impedire al professor Rovelli di parlare e dire le sue cose. Tutt’altro” (Levi, ibidem). Perciò gli ha revocato l’invito a parlare: per fargli dire le sue cose fra sé e sé.
Levissimo/3. “Mi auguro che il professor Rovelli accetti l’invito che gli ho rivolto ad essere presente” (Levi, ibidem). E non quello ad essere assente.
Gratitudine. “Penso sia giusto ringraziare Alessandro Profumo per il lavoro svolto alla guida di Leonardo negli ultimi 6 anni. Lui ha portato in dote alla società il suo standing internazionale, la sua serietà calvinista, il suo carisma e le sue rare capacità manageriali” (Guido Crosetto, FdI, ministro della Difesa ed ex senior advisor di Leonardo, Twitter, 9.5). E tutte quelle belle consulenze.
Lardo ai giovani. “La Rai ha 4mila dipendenti di troppo. Servirebbero 300 giovani bravi” (Giovanni Minoli, Libero, 8.5). Tipo lui.
Longanelli. “Montanelli sosteneva che gli italiani sognano sempre di fare la rivoluzione d’accordo con i carabinieri” (Massimo Gramellini, Corriere della sera, 10.5). Era Longanesi, ma fa niente.
Democrazie immaginarie. “Kyiv (Kiev, ndr) ha un vantaggio decisivo: i suoi sensori democratici all’erta” (Vittorio Emanuele Parsi, Foglio, 10.5). Almeno da quando Zelensky ha messo fuorilegge gli undici partiti di opposizione.
Extraprofitti immaginari. “Antonio Patuelli (Abi): ‘Gli extraprofitti delle banche non esistono” (Stampa, 12.5). Quindi quel gonfiore in tasca è perché sei contento di vedermi?
Commozione. “21 minuti di videomessaggio per la convention della sua Forza Italia: il nuovo miracolo di Berlusconi oscura Carlo III d’Inghilterra e ‘commuove’ critici e avversari tranne gli irriducibili del Fatto” (Francesco Damato, Dubbio, 9.5). Al contrario: abbiamo riso alle lacrime.
Ma anche. “Fassino: ‘Schlein non si fidi di chi vuole il Pd solo all’opposizione’” (Foglio, 125). Meglio un po’ con la destra e un po’ contro, come sempre.
Alternanza. “Giustizia, nessuna riforma possibile finché il ministero è pieno di magistrati…” (Giandomenico Caiazza, presidente Unione Camere Penali, Dubbio, 13.5). Giusto, riempiamo pure quello di pregiudicati e imputati.
Suffragio semi-universale. “Basterebbe istituire un esame per accedere ai vertici delle Istituzioni, una prova facilissima e al tempo stesso difficilissima di cultura generale e di educazione civica… dove gran parte dei leghisti, dei 5 stelle e dei fratelli d’Italia verrebbero dirozzati e spulciati o inesorabilmente bocciati” (Francesco Merlo, Repubblica, 14.5). Un esame con una sola domanda: farai o no come Renzi e la sua Rai personale che regalò un contrattino da 240 mila euro annui a Francesco Merlo per fantomatiche prestazioni di “consulente della Direzione editoriale per l’informazione”?
La Repubblica Enigmistica. “Lorem ipsum dolor sit Consectetur adipiscing elit Mauris id semper mi Praesent ullamcorper Lorem ipsum” (sommario all’articolo “Vasco Bondi: ‘Io torno alle origini ma niente resta uguale’, Repubblica-Roma, pagina 11, 14.5). Dev’essere un testo di Recalcati.
Il titolo della settimana/1. “Biden va votato (senza entusiasmo). Solo così si evita il trionfo del maligno” (Domani, 8.5). Mo’ me lo segno.
Il titolo della settimana/2. “Formigoni: ‘Non penso alle Europee, ma combatto l’astensionismo” (Libero, 10.5). Più rubi, più gente va a votare.
Il titolo della settimana/3. “Cara Meloni, è finita la pacchia! Ora la sinistra ha di nuovo il giornale di Gramsci” (Piero Sansonetti, Unità, 9.5). Che infatti appare più preoccupato della Meloni.
Il titolo della settimana/4. “Tutta la politica al capezzale delle culle vuote” (Riformista, 12.5). Senza parole, però si vede la mano del nuovo direttore editoriale.
Il titolo della settimana/5. “La perestroika di Berlusconi” (L’Identità, 9.5). Anzi, un pullman di perestroike.
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Grazie Raf
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Marco, non l’hai capito o fai finta di non aver capito che era veramente una cosetta? Tra sessantottini se la cantano e se lasuonano tra loro.
Sono ancora loro che conducono le danze.
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grazie Raf!!!!
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A me farebbe MOLTO senso essere abbracciato da quel tizio.
Quanto alla ” serietà calvinista” ricordo che Calvino non consentiva la separazione tra Chiesa e Stato e che fondamento della sua idea è la “PREDESTINAZIONE” ( cioè che l’uomo è predestinato alla salvezza o alla dannazione eterna). Infine, aveva anche proibito il ballo. Chissà perché, ma tutto ciò mi fa venire in mente l’Iran dell’Ayatollah Khomeini.
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Sul caso Rovelli, direi proprio come il noto spot: altissimo, purissimo, Levissimo. La solita farsa italiota, dove la gente non conosce vergogna e non se ne torna a casa e resta inchiodata alla poltrona dopo la castroneria detta o fatta.
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Cara Concita, c’è chi si vende in un modo veramente schifoso.
Stefania Testa
Roma
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12 Maggio 1977
Ricordi, quel giorno pioveva,
e quella cappa di nebbia che la città copriva.
Chissà cosa diavolo c’era,
una festa nel centro, in una piazza di sera
E il cielo alternato di grigio e di bianco
smorzava tutte le luci soffuse da banco
Di fronte ad una vetrina
Lei, malediceva un vestito bianco
e per non contrariarla
lui, la soddisfaceva col sorriso stanco.
E quella smania immensa
di vivere e fuggire via
verso un’altra più pazza idea.
Veloci loro camminavano
destinazione quella piazza, quella via,
e per bruciare il tempo in fretta
si domandavano
come sarà la vita,
ma proprio questa è la mia,
La prima volta
una parola tirò l’altra.
Lei disse: dove vai, resta qui.
Dimmi, tu che cosa fai
quando da solo stai
a cosa pensi mai.
Se ti fa piacere
qualcuno con cui parlare
dei tuoi sogni
d’amore.
E lui,
sorpreso come mai
smarrito balbettava rispondendo a Lei.
Ma un lungo suono di sirena
spezzava il pieno d’ansia e poi
accadde tutto quello che
nessuno non saprà mai.
Veloci loro due correvano
e quella nuvola bianca
lontano si levava.
Chissà cosa succedeva
vedere un po’ costava.
Rumori tutto intorno
ferraglie e tormenti
urla soffuse e
grida imponenti
Quell’ improvvisa calma, gaglioffa, illudeva la impreparata massa
e presto allora disvelava la parte più nefasta
coraggio che mancava, paura, timore, e poi
l’impatto inevitabile oramai.
Dimmi che mi penserai
quando da solo starai
e male ti sentirai.
Che ti farà piacere
qualcuno con cui parlare
dei tuoi sogni
d’amore
E lui
confuso più che mai,
ingenuo annuiva, sorridendo a Lei.
Ma un’ombra sopra il ponte spara
fuggiamo presto, dove sei?
In una pozza di sangue,
gli occhi fissi,
ferma,
stava Lei.
Ricordi che ancora pioveva
e quella macchina bianca
che presso si fermava.
Veloce la raccoglieva,
e se era morta o era viva quello che tormentava
era che lì dentro
in quel rottame bianco
veloce divorava la città non più deserta
Una donna
una speranza
una contraddizione
una sfida aperta
e il vento che si alzava
diceva che con Lei
andava via anche un pezzo di lui.
Ricordi che ancora pioveva
due giorni dopo
e quanta gente c’era.
E chi là, non era venuto
forse era solo perché
l’avevano fermato.
Ma quando quella folla di teppisti violenti
si è aperta
dalle mani di quei mostri ruggenti
una pioggia di garofani e rose rosse
su di Lei cadeva.
E una selva di mani incrociate
come cuori voltati
la salutava.
Ricordo solo che
come pazzi, abbiamo preso a correre
cantando, gridando Lei.
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Bentornato Ing Stefano
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