No, credetemi non è la favoletta della volpe e dell’uva se a leggere del dramma straziante delle nomine Rai uno ringrazia il cielo di essere fuori dai giochi, di non contare nulla, candidato neppure per uno strapuntino […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – No, credetemi non è la favoletta della volpe e dell’uva se a leggere del dramma straziante delle nomine Rai uno ringrazia il cielo di essere fuori dai giochi, di non contare nulla, candidato neppure per uno strapuntino a Rai Gulp.
Perché neanche se al posto del cuore avessimo un bidone della spazzatura potremmo restare indifferenti al cospetto dei tanti bravi colleghi da settimane in bilico sull’ottovolante della paura (lo cacciano di sicuro, no forse resta), dio che ansia.
Da quel che si capisce c’è un palazzo (Chigi) da cui promana ogni potere, il pollice dritto e il pollice verso che determinano luminose carriere o eterna infelicità. L’entità irraggiungibile per i servi della gleba del servizio pubblico radiotelevisivo è bionda, porta un diadema con la fiamma tricolore e ci siamo capiti. Poi, come nel feudo dei Torlonia di Fontamara, vengono le guardie del reame, l’ad Sergio e il dg Rossi, poi nulla, poi ancora nulla e arriviamo ai salvati e ai sommersi.
Niente però può dirsi sicuro nel cielo capriccioso della destra, infatti se per il Corriere “intoccabili sembrano le posizioni di Bianca Berlinguer e Lucia Annunziata”, Repubblica sentenzia implacabile che alla conduttrice di In mezz’ora non è stata ancora perdonata quell’esclamazione inurbana sulla maternità surrogata (“E fatele queste leggi, cazzo”) al cospetto, roba da non credere, della ministra Roccella. E che dire di Marco Damilano e Fabio Fazio che, tapini, subiscono “il cannoneggiamento di Maurizio Gasparri” (Corriere), insonne artigliere che non dà tregua agli “strapagati che fanno il pestaggio mediatico al centrodestra” (Repubblica).
Ma il pensiero va soprattutto a coloro che son sospesi tra il tormento e l’estasi illustrati con fototessere e inquadrati con il marchio di appartenenza come nelle antiche galere veneziane. Fior di professionisti come Gian Marco Chiocci previsto al timone del Tg1, ma in virtù di un legame quasi domestico (“fedelissimo”) con la premier. Non parliamo poi dell’immancabile Pino Insegno, figura che ormai sentiamo così familiare che se non gli danno una conduzione in prima serata lo prendiamo come un affronto personale. Senza contare le valenti giornaliste “in quota vicine d’ombrellone di Salvini” (sempre il perfido Foglio). Nomi sbattuti in prima pagina e poi magari destinati all’oblio che ci ricordano la storiella di quel polpo che un cuoco napoletano ogni volta estraeva dalla vasca come prova di freschezza, percuoteva ben bene davanti agli avventori e che poi non visto rispediva in acqua mentre il povero mollusco si chiedeva: ma è vita questa?
L angoscia di Padellaro che trepida per le sorti dei tanti privilegiati che lavorano ? In Rai mi sembra un vero insulto , contento lui !!
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Dovrebbe sostanzialmente farsi schifo da solo, ma come fai a difendere una categoria di privilegiati , la vergogna dovrebbe abitare a casa tua , farla fuori dal vaso . ..
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Ma hai inteso il taglio Fortemente ironico e sarcastico dell’articolo?
Sta perqlando innanzitutto il grottesco approccio bulimico della cerchia fasciocoatta, poi i/le tanti/e aspiranti ad un posto al sole, leggasi conduttori di programmi ad alta visibilità.
Il sottinteso è il totale disinteresse per lo spettatore, anteposto al carrierismi di emerite pippe, alla ribalta per la capacità di protrarsi ai nuovi potenti.
Questa tua perspicacia temo sia figlia dell’orario.
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Si , hai ragione forse era un po tardi e non avevo colto l ironia dell articolo.
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Il problema essenziale è che non ti aspetti che Padellaro faccia articoli “umoristici” , già c e Travaglio e Scanzi ,( e Natangelo ) solitamente è uno che cerca di equilibrare! Evidentemente era meglio che non commentassi , chiedo venia . Ok ?
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