Nel Paese è iniziata una settimana di caldo eccezionale. Agricoltura senz’acqua, mentre le città si preparano a una lunga canicola

(Dario Prestigiacomo – europa.today.it) – La canicola di norma è attesa tra luglio e agosto. In Spagna, è già arrivata: a Siviglia, in Andalusia, oggi si registrano 36 gradi. E in altre parti della regione il termometro potrebbe toccare anche i 40 gradi nei prossimi giorni. Un ulteriore tegola per il Paese iberico, che sta vivendo una prolungata siccità con conseguenze catastrofiche per l’agricoltura. Mentre le città si preparano a una lunga stagione di caldo eccezionale con rifugi climatici e classi scolastiche spostate all’aperto.
L’ondata di caldo di fine aprile è legata all’arrivo di una “massa di aria molto calda e secca di origine africana sulla penisola iberica e sulle Isole Baleari”, e raggiungerà il picco alla fine della settimana nel sud del Paese. Secondo l’agenzia meteorologica spagnola, Aemet, le temperature supereranno tra oggi e domani i 30 gradi in gran parte del sud del Paese, con possibili punte di 36 gradi in Andalusia, così come nelle regioni di Valencia e Murcia, sulla costa mediterranea. Continueranno poi la loro progressione fino a raggiungere “generalmente i 35 gradi” giovedì e venerdì nella metà meridionale del Paese e nella Valle dell’Ebro (nord-est), con previsioni fino a 40 gradi nella Valle del Guadalquivir, in Andalusia. Secondo Aemet, le temperature di questa settimana saranno in media da 6 a 10 gradi più alte del normale per la stagione. Ma in alcuni luoghi supereranno anche i valori normali di “15-20 gradi” per la fine di aprile, ha detto il portavoce dell’agenzia Ruben del Campo.
La peggiore siccità in Catalogna
Questa ondata di caldo arriva mentre la Spagna sta vivendo una primavera anormalmente calda e secca, in particolare in Catalogna, che sta affrontando la peggiore siccità degli ultimi decenni. Qui le autorità hanno già emesso ordini per ridurre l’uso del calore dell’acqua. In assenza di precipitazioni, i serbatoi – che immagazzinano l’acqua piovana in modo che possa essere utilizzata nei mesi più secchi – sono solo a un quarto della loro capacità nella regione. Molti agricoltori nelle ultime settimane hanno dovuto rinunciare alla semina.
Le città in emergenza
L’eccezionale caldo di aprile sta spingendo le autorità locali, soprattutto quelle delle grandi metropoli, ad adottare dei piani di emergenza. La crisi climatica, che ha reso la scorsa estate la più calda mai registrata in Europa, anticipa ogni anno l’arrivo del caldo, un problema generale della Penisola iberica che colpisce in particolare i grandi centri urbani. “Gli esperti avvertono che le città devono adattarsi a questo contesto con profondi cambiamenti che coinvolgono più vegetazione e meno asfalto, ma per ora sono stati presi solo timidi provvedimenti e anche qualche passo contrario”, scrive El Pais.
A Barcellona, il Comune ha messo a disposizione del pubblico quasi 200 “rifugi climatici”: si tratta di strutture comunali e spazi pubblici che, secondo l’amministrazione forniscono “comfort termico” a tutti i cittadini che ne hanno bisogno, garantendo una temperatura inferiore ai 26 gradi. Si tratta di biblioteche, centri civici, complessi sportivi e scuole, ma anche parchi e giardini.
Nella Comunità di Madrid, è stato varato un piano generale per le scuole e gli istituti pubblici della regione che prevede la possibilità di adeguare le classi per combattere il caldo eccezionale, anche se non specifica le modalità. Nel piano, si raccomanda di insegnare “fuori dall’aula e all’ombra”. Sono stati stanziati anche 1,5 milioni di euro per l’installazione di “raffreddatori a pavimento” in 31 delle 262 scuole materne pubbliche della comunità, aperte fino alla fine di luglio. Altre misure prevedono l’anticipo di un mese dell’apertura delle quattro piscine pubbliche di proprietà regionale (che apriranno il 13 maggio), il rafforzamento del personale ospedaliero in caso di bollino rosso, e l’aumento delle frequenze dei treni nella metropolitana.
Aiutooooooo… cominciamo malissimo… 🥵🤦🏻♀️
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I cambiamenti climatici dovuti all’effetto serra causato (o meglio amplificato perché l’effetto serra naturale è quello che ha permesso alla vita di prosperare su questo pianeta) dalla CO2 e altri gas climalteranti, prodotti dall’uso massiccio di petrolio, carbone e gas negli ultimi 200 anni, sono un fatto ben noto alla scienza da almeno 100 anni e negli ultimi 40 gli scienziati si sono sgolati per dircelo.
Ora cadiamo dal pero come se la natura matrigna ce l’avesse con noi, mentre ne siamo la causa (la nostra civiltà industriale è fondata sui combustibili fossili).
Il riscaldamento climatico colpirà sempre più duro, non stiamo facendo nulla ne per mitigarlo (con la riduzione della combustione dei fossili) ne per adattarci a un mondo che potenzialmente diverrà sempre più ostile per l’umanità. Quello che succede in Spagna ora è solo l’inizio
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