
(ALBERTO NEGRI – quotidianodelsud.it) – Il politologo americano Ian Bremmer dice che quella in Ucraina è una guerra per procura tra gli Stati Uniti e la Nato da una parte e la Russia sul fronte opposto. In realtà la novità potrebbe essere un’altra. Dopo il discorso di Putin e le dichiarazioni di Biden a Kiev e in Polonia c’è da chiedersi se non sia sempre più alto il rischio di uno scontro diretto. Il problema adesso è gestire l’escalation.
Putin ha annunciato la sospensione del Trattato Start sul nucleare, una decisione presa per fare pressioni sempre più forti su Washington, ma anche una sorta di minaccia dal Paese che possiede più testate nucleari del mondo (oltre 5mila).
LA MINACCIA NON È VUOTA
Tutti dicono che quella del nucleare è una minaccia vuota: vorremmo tutti che fosse così, ma se anche esistesse un solo 10% di possibilità che Mosca usi il nucleare non sarebbe saggio testare quel 10 per cento di possibilità.
Nel discorso di Putin c’è una frase che soprattutto dovrebbe inquietarci: «L’obiettivo dell’Occidente è portare la Russia a una sconfitta strategica, vogliono eliminarci per sempre. Non si rendono conto che è in gioco l’esistenza stessa della Russia».
Il leader del Cremlino non esita a risfoderare la minaccia esistenziale: non è la prima volta ma in questa occasione lo fa mentre il conflitto, in gran parte per colpa sua, acquista dimensioni sempre più violente. E in un momento in cui gli Usa e la Nato promettono di armare sempre meglio Kiev.
Certo, in tutto questo c’è una forte dose di retorica. Biden è andato a casa di Putin per dirgli che è un fallito, lui e la sua operazione “speciale”: non dimentichiamo che i russi sono arrivati alle porte della capitale prima di essere ricacciati indietro e che l’Ucraina, oltre a essere stata parte dell’Unione sovietica, viene storicamente considerata dai russi una sorta di colonia, e non a caso Mosca ha fatto votare con un referendum farsa proprio l’annessione del Donbass.
I due sono arrivati faccia a faccia e Biden ha sfidato Putin nel suo cortile di casa: magari agli Usa poco importa perché stanno a migliaia di chilometri, ma per noi europei è un po’ diverso. Soprattutto per quelli dell’Est, considerati ormai da Washington alleati migliori di quelli dell’Ovest, che vorrebbero vedere la disgregazione della Russia.
IL PIANO DI PECHINO
Inutile girarci intorno: gli europei dell’Ovest hanno visto per decenni la Russia soprattutto come un fornitore del gas e un mercato dove esportare merci, quelli dell’Est – come pure gli scandinavi – considerano Mosca un’ombra minacciosa sulle loro esistenze.
Biden non vuole una guerra diretta con Mosca ma deve stare attento a gestire l’Ucraina e i suoi alleati, oltre che le reazioni di Mosca. Gli verrà un aiuto da Pechino?
Il presidente cinese Xi Jinping sta per annunciare il suo piano di pace, ma c’è da dubitare che venga accolto con entusiasmo a Washington. L’incidente diplomatico del pallone-spia cinese sui cieli americani e la cancellazione della visita del segretario di stato Blinken a Pechino hanno influito negativamente. E i cinesi sono infuriati per le accuse americane di fornire armi a Mosca. Inoltre gli Stati Uniti non vorranno certo lasciare a Pechino il sigillo della pace. E quando mai Washington lascerebbe ad altri il ruolo di superpotenza?
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Tutto sommato siamo fortunati.
Se da noi scattasse l’offerta per un particolare dispositivo tecnologico lo sappiamo già che si formerebbero file chilometriche per accaparrarsi l’oggetto del desiderio.
Si provi a pensare cosa avverrebbe negli usa se la stessa invitante proposta fosse applicata dalle armerie a una colt, s&w, ruger ecc ..
Gli esiti sono noti: più armi che cittadini. E si ammazzano tra loro come cani rabbiosi. Lo consente la costituzione.
Un dato tra i tanti: le persone di colore rappresentano il 18% dei veterani usa; tra i senzatetto veterani usa, le persone di colore sono il 43%. 👇
https://stopsoldiersuicide.org/vet-stats
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Ehi, persona di colore: hai portato con orgoglio il tuo berretto con aquila, globo e ancora? Hai difeso, a rischio della tua vita, gli interessi dell’impero? Sei stato congedato con onore?
Bene, adesso puoi andartene aff. in mezzo a una strada, cara persona di colore, molto più facilmente dei tuoi ex colleghi bianchi.
Born in the usa.
I poliziotti del mondo.
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Cassius Clay (Muhammad Alì), leggendario pugile nero, fu renitente alla leva per il Vietnam: “nessun vietnamita mi ha mai chiamato sporco nero”
Nel 1967, cioè 102 anni dopo la fine della guerra civile americana e dello schiavismo (1861-65), usciva negli usa “indovina chi viene a cena”, film ben noto al pubblico di tutto il mondo.
Due anni dopo, cioè nel 1969, perdeva la vita in Vietnam il più giovane soldato usa: Dan Bullock, un marine di 15 (quindici) anni. Aveva falsificato le carte pur di battersi per il suo paese. Era un nero.
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È un piacere leggere gli articoli di Negri.
Ultimamente era un po’ scomparso dai media, forse perché più preparato dei vari Tocci, Riotta e Mentana.
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Dimenticavo la ubiquitaria Michelidze.
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