Al via da Orvieto la nuova tournée in platea Conte e Fico. “Su mio figlio processo politico, sentenze in tv”

(Matteo Pucciarelli – repubblica.it) – ORVIETO – “Ora basta gridare”, potrebbe essere il titolo di tutto lo spettacolo. Dieci anni dopo lo “Tsunami tour” che fu davvero una tsunami per la politica italiana, cinque anni dopo “Insomnia” che fu il sussulto del fondatore del M5S ormai sulla via dell’abbandono: gli anni passano veloci e l’età avanza, “mi scordo le cose, capitemi, ormai vado per i 75 anni”, esordisce Beppe Grillo. Già la location suggerisce una nuova fase, più di nicchia, per il comico che si era fatto politico: al teatro Mancinelli di una tranquilla Orvieto i posti sono quasi tutti occupati, ma non saranno neanche 400 per l’ultima fatica, “Io sono il peggiore”. La linea dello spettacolo è semplice: il pubblico fa le domande anonime, a piacere, le scrive su un foglietto e poi le infila in un sacchetto della spazzatura nobilitato per l’occasione. Cosa pensi di Luigi Di Maio? “Ma cosa volete, anche Giuda era un socio di Gesù prima di tradirlo…”. Sei deluso dal M5S? “Ma no ma no, è un’altra cosa, io sono diverso come siete diversi voi, non ragiono come un politico…”. Il Movimento “è nato perché non digerivo e non dormivo, le persone che dormono bene non rompono i coglioni a nessuno”. E poi, cambiando velocemente discorso, “ci governa l’estrema destra, così li chiamano in tutta Europa”.
In platea tutti si aspettavano Giuseppe Conte, arriva ma dopo l’inizio, al riparo dai selfie. C’è Roberto Fico, l’ex presidente della Camera che brinda con un prosecco prima dello spettacolo, “è sempre un piacere vedere il nostro garante. Cosa dirà? Chi lo sa, vediamo”, sembrava sincero lì davanti all’ingresso. C’è qualche deputato, non altri big di ieri e di oggi, sul palchetto è sistemato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico. Va detto che tutto sommato è uno spettacolo non imperdibile, lontano dalla carica comica e assieme capace di far riflettere del passato: il comico genovese indugia ancora sulla vecchiaia, sui suoi effetti, sulla memoria – un’anziana signora che lo ferma e le mostra un anello, “non ti ricordi di me?, me lo hai regalato nel 1974…”, ma era un falso ricordo – e sulla depressione nel vedere un mondo difficile da capire. Allora Grillo torna indietro nel tempo, mostra foto e video, quando 20-30 anni fa parlava già di auto a idrogeno, di energia rinnovabile, di comunità energetiche, dello scandalo Parmalat, rammenta il suo incontro con il presidente dell’Uruguay Pepe Mujica, omaggia Dario Fo che – dice – gli morì praticamente tra le braccia ridendo a una sua battuta, e ora chiede: “Ma cosa volete da me adesso?”.
Qual è insomma il filo del discorso, il messaggio che il Grillo fuori dalla politica e dal Movimento, vuole trasmettere con quest’ultimo spettacolo? Forse solo la malinconia o magari una suggestione confusa, per lui che è sempre stato appassionato di nuove tecnologie, anche in maniera visionaria. L’intelligenza artificiale quindi; avverte, “sappiate che non è neutra, c’è qualcuno che muove i fili, c’è il nano sotto, c’è sempre un nano sotto”. Le speculazioni degli algoritmi finanziari, i server delle multinazionali posizionati vicini a Wall Street, il gamberetto che fa 12 mila miglia per essere sbucciato, le miniere dove si estraggono i materiali per le batterie dei telefoni di cui non vogliamo sapere nulla. Un patchwork con vecchi aneddoti, vecchie denunce e così alla fine il fragoroso “vaffanculo” si è trasformato in un rassegnato e insieme confortante “ve l’avevo detto”.
L’ultima stoccata è sulla “giustizia spettacolo” attorno al processo a carico del figlio. Lo definisce un “processo politico: le sentenze le fanno in televisione”. Ce n’é abbastanza per il Grillo più triste e mesto che si ricordi.
Si è venduto l’anima e ora ne paga le conseguenze la sua dipartita sarà in solitudine magari in una struttura per anziani da vecchio rin¢oglionito che tristezza.
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Secondo me ci vuole rispetto per chi è stato capace di aggregare un movimento come ha fatto lui.
E portarlo dove lo ha portato lui.
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La tolleranza e il rispetto vanno concessi, non necessariamente comunque, agli individui, non all’errore.
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nel momento in cui doveva affondare il colpo si e’ tirato in dietro vedi nascita governo draghi che considerava grillino con la conseguenza di distruggere il movimento e tutto perchè tiene famiglia. E’ comprensibile ma non giustificabile la fine del movimento è colpa sua.
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“La tolleranza e il rispetto vanno concessi, non necessariamente comunque, agli individui, non all’errore.”
Che c@zzata!
D’altronde se si riesce a tollerare un errore come te, possiamo “tollerare” un grande uomo come Beppe Grillo che ha fatto la storia del nostro paese. A te e agli altri tuoi simili, lasciamo la mediocrita del vostro quotidiano che, ahinoi, esternate in ogni vostro commento. A differenza di Beppe Grillo, la vostra storia finisce qui, non avete la capacità e i mezzi per andare oltre questo vostro onanismo da bar sport.
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Potresti cambiare il nick in “rintronato come una campana?”!
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Si ! Anche , ma ogni perseguitato politico ha il suo degno pubblico!
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Probabilmente a lui non fregava una mazza di quelli che mandava a fanculo o forse era incazzato perché lo trattavano con sufficienza, come fece Fassino quando lo sfidò a fondare suo partito. Lui, che sulla base degli applausi he ricevevavo le sue battute sentiva lo spirito del tempo, fondò il movimento, ma, probabilmente, del sentimento degli elettori che gli davano forza se ne strafotteva. Aveva soddisfatto il suo ego dimostrando ai pidini che era capace di fondare un partito e questo vgli bastava. Ora era necessario fare una robusta trasfusione di sangue al PD e a questo sono serviti il Conte due e il governo Draghi. Le espulsioni di quelli che non credettero alla barzelletta del Draghi grillino sono la dimostrazione di quale era l’obiettivo
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Di Grillo mi manca solo una cosa, oggi come oggi, il suo attacco al sistema dell’informazione con quella rubrica dissacrante che era “il giornalista del giorno”, li sbatteva sul blog con il loro curriculum e li metteva alla berlina, libertà di parola Vs libertà di parola; Grillo aveva individuato bene uno dei mali del nostro sistema, peggiorato fino a massimi livelli di oggi, l’informazione manipolata, i giornalisti che ormai di mestiere fanno i propagandisti, tutto in mano ai padroni che orientano e condizionano secondo i loro interessi sia l’opinione pubblica che la politica come un vero grimaldello. Ora a riprendere quel discorso se ne ha paura (solo Di Battista ne parla ma è derubricato come opinione da cabaret) mentre Grillo non ha più niente da dire
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che brutta fine
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Geniale come sempre : chiede al pubblico di fargli una domanda per poter dire come stanno le cose oggi.
Il sottotitolo “Le rivelazioni” è esplicativo.
Come al solito mancano le domande giuste.
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La cosa buffa è che le cose che questo signore diceva anni fa, si verificano regolarmente. Dalla crisi del lavoro che sta scomparendo, a quella energetica con la dipendenza dai fossili, dallo smaltimento dei rifiuti all’economia circolare. Ma nessuno si azzardi a dargliene adito, si finisce per essere altrettanto massacrati dalla propaganda ladrona e affarista. A tutto il branco di politici da quattro soldi, dalla destra arraffona, alla sinistra ipocrita ed in brodo di giuggiule per Greta, dove c…o erano quando lui diceva queste cose? Se Salvini dice da quando è nato che arrivano i migranti e poi arrivano, sulla carta è “lungimirante”. Beppe Grillo è il nemico pubblico.
Ha fatto errori e lo critico per tante cose, ma almeno lui ci ha provato a cambiarle, il suo più grande sbaglio è stato credere che molti italiani volessero cambiarle con lui.
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Ha detto tutto e il contrario di tutto….
Un ca**aro tra tanti…
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