
(Dott. Paolo Caruso) – Ad un anno dall’invasione russa in terra d’Ucraina, da quel ventiquattro febbraio 2022, ancora oggi non si intravede un minimo spiraglio di luce che possa preludere ad un tavolo negoziale e alla firma di un accordo per il cessate il fuoco, mentre la guerra si fa sempre più cruenta in un crescendo di morte e distruzione interessando con le sue atrocità sempre più vasti territori di questo immenso e sfortunato Paese. La tregua così sembra più una chimera e l’orizzonte appare sempre più cupo e dai contorni indefiniti. Del resto non una parola concreta di pace è stata spesa dalla comunità internazionale ne cosa ancora più grave dalla Ue, mentre in terra d’Ucraina i giorni e i mesi trascorrono invano sotto un crescente “messaggio” di fuoco e dove odio, vita e morte si trovano a dovere coesistere scontrandosi nella quotidianità della durezza e della follia della guerra. L’invio dei tank Adams americani e Leopold 2 tedeschi rappresenta un ulteriore incremento della tensione tra Russia e Ucraina, una svolta che sta portando ad una escalation militare con l’utilizzo progressivo di nuove armi più sofisticate, con l’arrivo dei micidiali missili Glsdb (Ground Launched Small Diameter Bombs) a guida Gps in grado di colpire l’obiettivo fino ad una distanza di 150 km, con l’estensione della guerra in altri territori e con un maggiore coinvolgimento della Nato. Un oltranzismo bellicista che rischia di portare il mondo ad un punto di non ritorno, ad una deflagrazione nucleare, senza neppure percorrere la strada maestra del negoziato. Intanto continuano le devastazioni di intere città, anche di obbiettivi non militari, con la morte di tanti cittadini inermi. Una guerra insensata, intrisa di nazionalismo e imperialismo, che di sicuro non facilita la cessazione del conflitto. Del resto è dal 2014 che si assiste alla destabilizzazione della regione con le due superpotenze USA e Russia che si affrontano in maniera più o meno subdola nel perverso gioco del Risiko. Purtroppo in questo scenario di guerra il negoziato di pace non sembra essere la strada privilegiata da chi dovrebbe invece intavolare una trattativa, infatti ad oggi non c’è un solo canale diplomatico aperto e alle armi si risponde con le armi. Cui prodest? (a chi giova tutto questo)? Principalmente all’economia Statunitense, con l’indebolimento della Ue i cui atti sanzionatori rappresentano un vero e proprio boomerang ai propri interessi che oggi più che mai non collimano con il potente alleato a stelle e strisce, con il soffocamento debitorio dell’Ucraina, e infine con il tentativo di impoverimento e di destabilizzazione della Russia. Al fragore delle armi nel cuore del vecchio continente si contrappone il silenzio assordante dei leader europei appiattiti ai dictat di Biden, e si assiste alla irresponsabile spettacolarizzazione della guerra da parte dell’attore Zelensky, mentre la voce di Papa Francesco rimane confinata nel deserto dell’animo umano, tra un Putin che con lucida determinazione vuole portare a compimento il suo folle progetto di annessione e un Zelensky votato alla distruzione del suo Paese pur di annientare l’odiato nemico. A nessuno proprio sembrano interessare i 200.000 militari morti, una intera generazione di vite cancellate, spazzate via sui due fronti di guerra; del resto come diceva Gino Strada “la guerra la vogliono i potenti e i ricchi, mentre a pagare sono sempre i figli del popolo”. E’ così che piano piano in questa nostra pavida Europa incominciano a riaffiorare i fantasmi di un recente passato, di un passato che si sperava non dovesse più tornare.
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Il 16 febbraio 2022, un’intera settimana prima che Putin inviasse truppe da combattimento in Ucraina, l’esercito ucraino iniziò il pesante bombardamento dell’area (nell’Ucraina orientale) occupata principalmente da russi etnici. Funzionari della missione di osservatori dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) si trovavano nelle vicinanze in quel momento e hanno tenuto un registro dei bombardamenti mentre si svolgevano. Ciò che l’OSCE scoprì fu che il bombardamento si intensificò drammaticamente con il passare della settimana fino a raggiungere il picco il 19 febbraio, quando furono registrati un totale di 2.026 colpi di artiglieria. Tieni presente che l’esercito ucraino stava, in effetti, bombardando aree civili lungo la linea di contatto che erano occupate da altri ucraini.
Vogliamo sottolineare che i funzionari dell’OSCE hanno operato nella loro capacità professionale raccogliendo prove di prima mano di bombardamenti nell’area. Quello che mostrano i loro dati è che le forze ucraine stavano bombardando e uccidendo la loro stessa gente. Tutto questo è stato documentato e non è stato contestato.
Quindi, la domanda che dobbiamo porci tutti è questa: il bombardamento e il massacro del proprio popolo è un “atto di guerra”?
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Stefano Mencarelli, senti… quella immagine da dove l’hai presa?
Byoblu? Simplicissimus? La Solitudine dei Numeri di Serie?
Perche’, vedi, qui dice tutto il contrario:
https://www.osce.org/special-monitoring-mission-to-ukraine/512683
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… Un po’ quello che fa Satana nei confronti di Dio! O, per restare più contenuti, l’imb3cill3 nei confronti del savio. Adesso “lavorami” Stinking Dutchman
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Stefano Mencarelli e’ inlavorabile poiche’ suicidossi tempo fa, lo sai.
Io mi ti lavoro a te poiche’, come un pensionato al parco, strisci fino alla mia panchina e poi mi guardi fisso, con la mano nella tasca del palto’. Codesta, non esattamente priva di vita propria, vorrei far notare…
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