Da Fassino e Serafini a Boccia – De Girolamo. Un listino proporzionale è forse meno romantico dell’altare? Chi siamo noi per giudicare, se non abbiamo mai provato l’ebbrezza amorosa di un’unione non di fronte a Dio, ma ai cerimonieri laici delle urne […]

(DI LORENZO GIARELLI – Il Fatto Quotidiano) – Un listino proporzionale è forse meno romantico dell’altare? Chi siamo noi per giudicare, se non abbiamo mai provato l’ebbrezza amorosa di un’unione non di fronte a Dio, ma ai cerimonieri laici delle urne. Insieme nella vita e in Parlamento, con un seggio per uno magari nello stesso partito ma pure – senza particolari preclusioni – in aree opposte dell’emiciclo. Questa è la vera libidine e in molti sanno come si fa.
Un’antica arte che si affina in giornate, come queste, di infernali trattative per la composizione delle liste, dove – se di vero amore si tratta – un posto per il marito o per la moglie vale oro quanto lo scranno per sé. Per informazioni chiedere a Dario Franceschini e Michela Di Biase, sua consorte e attuale consigliera regionale del Lazio in quota Pd. Scontata la rielezione del ministro della Cultura, dovrebbe essere la volta buona anche per Di Biase: il suo nome è sottolineato in rosso sulla scrivania del segretario regionale dem Bruno Astorre. Possibile che la consigliera voli in Parlamento grazie al listino proporzionale, magari a Roma (dove è stata anche capogruppo Pd in Comune).
L’addio di Carlo Calenda ai dem potrà invece aiutare Nicola Fratoianni, malvisto – come i compagni di partito – dall’ex ministro centrista. Adesso in coalizione si respira e Sinistra Italiana può ambire a qualche seggio in più. Uno dei quali per Fratoianni, certo, ma a ricevere buone notizie potrebbe essere pure Elisabetta Piccolotti: militante della sinistra nelle sue varie reincarnazioni, ha sposato Nicola tre anni fa. Perché non il grande passo anche in Parlamento, allora?
Gli esempi a cui ispirarsi non mancano. Fino al 2018 sedevano insieme alla Camera Francesco Boccia e Nunzia De Girolamo, uno Pd e l’altra tra Forza Italia e Alfano. Nell’ultima legislatura si sono dovuti lasciare (solo in Parlamento). Uno dentro, l’altra fuori. Come Piero Fassino e Anna Maria Serafini, le cui strade politiche – dopo anni di Ds e Parlamento insieme – si sono separate nel 2013. O come Laura Ravetto e Dario Ginefra, una ancora deputata leghista e l’altro in tutt’altre faccende affaccendato dopo 10 anni alla Camera.
Difficile che Ginefra rientri adesso, mentre ha buone speranze Sandra Lonardo , senatrice centrista (già berlusconiana) ma in fondo nient’altro che mastelliana, nel senso che da quasi 50 anni è sposata con Clemente, il quale farebbe di tutto per lei e per la sua ricandidatura. A mettersi una mano sul cuore potrebbe essere Matteo Renzi.
Alla finestra c’è pure Manuela Repetti, oggi nel Pd dopo che per anni ha cambiato partiti a fianco al marito Sandro Bondi, già poeta e ministro del berlusconismo. Passati per Forza Italia e per infiniti corpuscoli parlamentari, da un pezzo sono fuori dal giro.
Ed è un peccato, perché nel prossimo Parlamento, oltre ai già citati che puntano a condividere i tragitti casa-lavoro, rischia di esserci anche la più glamour delle coppie politiche, giacché Silvio Berlusconi è pronto al rientro in Senato e Marta Fascina avrà un seggio sicuro. Unico neo: causa mancato raggiungimento del limite minimo di età, Marta si dovrà accomodare alla Camera, lontana qualche centinaia di metri dal quasi-sposo.
Bisogna distinguere se i due fossero già lì prima del fatale incontro.
Ma generalmente il marito precede e la moglie…segue…
Per merito, ovviamente 😄
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12.000 € + 12.000 € più annessi!
Evvaiiii..sulle spalle degli Italiani il costo di certe famiglie!
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Se non ci fosse stato il taglio dei parlamentari si sarebbero potuti candidare pure gli amanti 🤔
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Che lettamaio
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Complimenti a Franceschini, visto che mogliettina? Sembra un pò A. Hepburn.
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“Cont i danée anca i pivei ghe l’han gross.”
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In effetti è molto bella. A differenza della prima, la madre delle sue figlie (moglie: da buon cattolico ne ha almeno due…)
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Ahah, molto bella. Ci si è scordati quando in consiglio comunale inveiva contro la Raggi come una pescivendola non indovinando neppure un verbo? Ma per piacere…
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La Fascina ha raggiunto sa un po’ troppi anni la maggiore età,. Tra un po’ Silvio la molla.
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