Coronavirus, Salvini contro il governo: “Fateci uscire, pronti a manifestare”

(Niccolò Di Francesco – tpi.it) – “Fateci uscire, siamo pronti a manifestare”: così Matteo Salvini si scaglia contro il governo in una diretta Facebook andata in onda intorno alle 22,30 di domenica 26 aprile, circa un’ora dopo il discorso con il quale il premier Conte ha spiegato cosa potranno fare gli italiani nel corso della cosiddetta “fase 2”, quella della convivenza con il Coronavirus, al via dal prossimo 4 maggio. Le decisioni dell’esecutivo, però, non sono piaciute al leader della Lega che ha sottolineato la necessità di “Ripartire, in sicurezza ma riaprire”. “Occorrono buon senso e coraggio – ha affermato l’ex ministro dell’Interno – bisogna fidarsi degli Italiani e farli tornare a sperare, guadagnare, camminare, lavorare, sognare. Lavoratori, imprenditori, artigiani, ristoratori, commercianti, precari, partite Iva e padri di famiglia non possono più aspettare. Tantissimi cittadini ci chiedono di organizzarci, non solo in Rete, per farci vedere e sentire.
Sicuri, con le mascherine, a distanza, pacifici e determinati, noi siamo pronti”.

Secondo Salvini poi “C’è qualcosa che non torna, c’è qualcuno che sta sentendo altri e non il popolo italiano”. “Ci devono permettere di tornare a vivere e noi lo otterremo – continua Salvini sui social –  Se ci sarà bisogno di uscire di casa per riprenderci la nostra libertà lo faremo”. Il leader del Carroccio quindi si chiede: “Perché questa mancanza di coraggio e di certezze? Perché aprire a giugno molte attività? Al governo qualcuno ha capito che molte non riapriranno, se vanno avanti cosi’? Che così porteranno i libri in tribunale?”. Poi un nuovo attacco all’esecutivo di Giuseppe Conte: “Hanno creato 15 task force per arrivare a chiusure fino a maggio e al permesso di andare a trovare mamma e papà, previa autocertificazione. Basta, non se ne può più, ci costringono ad andare in giro ancora con la 24 ore, con le autocertificazioni. Possiamo dire basta? Dopo 47 giorni di reclusione diciamo basta, fateci uscire, e guadagnare e lavorare, e fare la nostra vita, certo mai come prima”.

2 replies

  1. Che ci sia un’eccessiva rigidità nelle decisioni restrittive del Governo può essere opinione condivisibile,
    ma da questo al “Riaprire! Riaprire! Riaprire” che si leva alto e forte dalle regioni che ancora sono immerse fino al collo nella pandemia ci corre una bella differenza.
    A mio modesto parere le disposizioni relative al distanziamento fisico, praticamente rimaste invariate,
    avrebbero dovuto tenere maggior conto delle diversità territoriali nella diffusione e incidenza del virus:
    perché un cittadino di Potenza (è solo un esempio) deve essere sanzionato se si sposta all’altro capo della città per approvvigionarsi di derrate alimentari in un mercato lontano da casa se lo fa con guanti e mascherina?
    La situazione a Lodi e a Sassari è molto diversa, e allora perchè non tenerne conto?

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