(dagospia.com) – Chi Stroppa vuole, nulla stringe. Il referente italiano di Elon Musk, tra sondaggi contro Piantedosi, interventi a gamba tesa contro la legittima attività del Parlamento (è il caso della sua indecente sparata sul DDL Spazio) e tweet a ripetizione, esagera.

Ma esagera anche il “Corriere della Sera”, che con un classismo meneghino di bassa lega lo pungola per gli argomenti sbagliati. Ovvero la sua provenienza borgatara: come se fosse una colpa essere nato nella “suburra” di Tor Pignattara.

Un’argomentazione a cui è facile controbattere. E infatti l’ex pupillo di Marco Carrai pubblica su “X” lo screenshot del messaggio inviato alla giornalista che quel pezzo lo ha firmato, Antonella Baccaro.

Più della provenienza di periferia (definire Tor Pignattara, oggi, “suburra” è solo sintomo di ignoranza, neppure di mala fede), Stroppa deve essere attaccato nel merito delle sue azioni, del suo misterioso ruolo a metà tra hacker, lobbysta e amico del cuore dell’uomo più ricco del mondo.

Che fa davvero Andrea Stroppa? E a che titolo interviene sull’attività del Governo, con messaggi dai profili anche inquietanti, come quel “allora non chiamateci più” rivolto al partito di maggioranza, Fratelli d’Italia. Che cosa significa? Perché la premier, Giorgia Meloni, dovrebbe ascoltare un ragazzino che non si sa nemmeno cosa faccia?

IL MESSAGGIO WHATSAPP INVIATO DA ANDREA STROPPA AD ANTONELLA BACCARO (E PUBBLICATO DALLO STESSO STROPPA SU “X”)

Sono mesi che il vostro giornale mi attacca. Avete scritto che sono stato sorpreso con “i soldi in tasca” (e avete dovuto rettificare, ma non basterà), che ho ricevuto “documenti riservati” (e il Ministero vi ha smentito). Finite le bugie, per mesi avete chiesto interviste che ho rifiutato, quindi siete passati alle minacce velate: “meglio che Stroppa tenga la testa bassa”.

Ora siete tornati con altre falsità: “va in giro a chiedere il numero di Mattarella”. Ma non contenti di prendervela con me, vi accanite anche contro la zona in cui sono nato: “Tor Pignattara, la suburra”.

Eh, lo so, le periferie sono brutte e cattive, ci vivono le famiglie operaie… gentaccia, gentaccia! Mi dispiace solo per i vostri colleghi, che mi contattano privatamente e sono inorriditi nel vedere come alcuni “giornalisti” usino i giornali per tentare di intimidire e screditare le persone.

A me, invece, fate tenerezza: siete cattivi maestri, troppo pavidi per lottare in prima persona, e per questo armate gli altri. Insomma, i Re leoni da tastiera