
(Salvatore Bianco – lafionda.org) – Un dato su tutti: delle 50 più importanti società tecnologiche mondiali, appena quattro sono europee. Nel suo rapporto sullo stato comatoso dell’economia europea, pubblicato lunedì 9 settembre, Mario Draghi è stato chiaro: occorrono tanti soldi per «competere». Circa 800 miliardi di euro all’anno, corrispondenti al 4,5% del Pil comunitario nel 2023, per tre anni. Tanto per iniziare. La parola ripetuta ossessivamente come un mantra è quella di «autosufficienza», che per analogia richiama alla mente quella ben più sinistra di «autarchia». «l’Unione Europea dovrebbe orientarsi – afferma solennemente Draghi – verso l’emissione regolare di strumenti di debito comune per consentire progetti di investimento congiunti tra gli Stati membri». Siamo alla svolta keynesiana? Ma neppure per sogno. Si legge infatti nella relazione immediatamente dopo: «e contribuire all’integrazione dei mercati dei capitali». La regia dell’operazione non sarà dunque affidata alla mano pubblica ma resterà saldamente in capo alle banche e ai fondi privati da far cresce, che avranno il compito di «drenare» il risparmio privato dei cittadini europei. Il tutto si svolgerà rigorosamente in ambito privato, di investimenti pubblici, magari in deficit, neppure a parlarne. E a beneficiare di questo “rastrellamento” di risorse senza precedenti non saranno ovviamente il lavoro povero, in grande espansione, la sanità pubblica, ovunque al collasso, la scuola o più in generale lo Stato sociale. L’urgentissima inversione di tendenza passa invece per il rilancio dell’innovazione, identificata senza riserve con l’energia, la difesa e la farmaceutica. «Per massimizzare la produttività – prosegue Draghi –, sarà necessario un finanziamento congiunto negli investimenti in beni pubblici europei fondamentali, come per esempio i settori più innovativi». Paradosso dei paradossi, ci si predispone a fronteggiare la crisi forse più grave dal dopoguerra con l’intensificazione di quelle stesse ricette e con la stessa classe dirigente che l’hanno prodotta.
I destinatari, mediante la sottoscrizione di titoli azionari da parte di risparmiatori, saranno dunque l’industria bellica e quella farmaceutica, perché in un contesto di «permacrisi» (C. Lagarde), precisa sempre Draghi, «la sicurezza è un prerequisito per una crescita sostenibile». Per le guerre presenti e future contro i virus e in primis contro la Russia, eletto a nemico assoluto. E qui si disvela il misero inganno. Perché nel mentre ci si gonfia il petto rivendicando una presunta autonomia europea, rispetto all’ingombrante alleato americano, se ne assume senza batter ciglio l’agenda, con le sue priorità strategiche e geo-economiche. Ma forse è proprio questo il tacito scambio che vi è sotteso. Un guinzaglio appena più lungo da consentire la formazione di un qualche “campione” finanziario europeo, relativamente autonomo, del risparmio gestito, per il nuovo uomo finanziario che verrà (mutazione genetica ulteriore dell’homo oeconomicus). La contropartita sarà raccogliere il testimone dall’Ucraina per proseguire e rilanciare la guerra “per procura” contro la Russia di Putin, su scala continentale. Dunque, a tappe forzate si marcia verso un’economia integralmente di guerra, con tutto quanto il resto, ovvero l’essenziale, che rischia di finire alle ortiche. Non vi sarà spazio per la spesa dei singoli Paesi a sostegno del loro welfare, perché surclassata quella spesa dal debito comune super garantito e protetto a sostegno della macchina bellica da allestire, che alimenterà indirettamente per questo l’ennesima stagione di austerity. Il tutto confezionato nella solita cornice verticistica a contenuto tecnocratico. Un piano che umilia ancora una volta l’Europa dei popoli e dei cittadini per esaltare la centralità dell’onnipotente Commissione e dei suoi «epistocrati» (G. Preterossi). Che mirabile e lungimirante strategia!
Quindi “debito comune” è il paravento nobile (mi ricorda un concetto proposto da qualcuno… 🤔 dietro cui si nasconde la solita ingordigia finanziaria, il neoliberismo più truce del vile affarista…
🐲🐉Non poteva capitargli cognome più adatto.
"Mi piace"Piace a 2 people
se si fosse chiamato Arpia Mario … sarebbe stato meglio!
In ligure Ar Pia… vuol dire riprendi perchè quello che hai già preso non bastava!
"Mi piace"Piace a 3 people
Ma come mai, spesso, salta la chiusura delle parentesi? 🤔
"Mi piace""Mi piace"
In pratica puntare tutto sulle pentole, tralasciando ovviamente i coperchi, ma tanto al diavolo i coperchi non servono, perchè non è certo il calore che gli manca …
"Mi piace"Piace a 3 people
farsi belli con il c. degli altri!
Belin…che bella soluzione!
Il Drago sarebbe pure capace di far fare il bilancio dello stato ai privati !
Facciamo così Mario cominciamo a far pagare il debito pubblico ai privati con isee superiore a 1 milione di €..e poi si vedrà come continuare.
"Mi piace""Mi piace"
Sarebbero 4 gatti. Chi è VERAMENTE ricco i soldi non li tiene in una banca italiana: sono in una società di diritto Lussemburghese o Svizzero, le cui azioni sono di proprietà di un’altra società con sede nelle isole della Manica. A sua volta questa ha la sua branca operativa nel Maine ( USA) – di cui è stato senatore per 30 anni l’amico dei poveri afroamericani: Biden – . Vagli a mettere il sale sulla coda per fargli pagare le tasse…
"Mi piace"Piace a 3 people
Hai ragione mi sono perso in un bicchiere d’acqua…. dimenticando che le banche che comandano sono in altri lidi,per noi piccoli mortali irraggiungibili!
"Mi piace""Mi piace"