“Dovrebbe dimettersi”, ha detto Carlo Calenda a proposito dei qui lo dico e qui lo nego di Giancarlo Giorgetti sul Mes, intruppandosi nel folto gruppo di oppositori (o presunti […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – “Dovrebbe dimettersi”, ha detto Carlo Calenda a proposito dei qui lo dico e qui lo nego di Giancarlo Giorgetti sul Mes, intruppandosi nel folto gruppo di oppositori (o presunti tali) che trascorrono il tempo a pretendere, vanamente, le dimissioni di questo o di quel ministro. Ecco, tra i buoni propositi per l’anno che viene si chiede sommessamente all’opposizione (o presunta tale) di piantarsela di pestare l’acqua nel mortaio, tanto le Santanchè, i Lollobrigida, gli Sgarbi e i Delmastro non li schiodi dalle poltrone dicendo di andarsene. Anzi, vieppiù essi saranno indotti a rivendicare con sommo orgoglio società farlocche, conflitti d’interessi, violazioni del segreto d’ufficio, uso ad personam delle Freccerosse. Sarebbe, altresì, cosa buona e giusta se, in previsione del 2024, nella strategia per mettere alle corde il governo della destra si rinunciasse a puntare le poche fiche a disposizione sui dissapori tra Salvini e Meloni o sull’insofferenza che suscita la pochezza di Tajani in Forza Italia. E se anche quei due non si sopportano, mentre il terzo conta come il due di coppe quando regna bastoni, il quadro non cambia. Questa destra esiste esclusivamente per occupare il potere: è il loro marchio di fabbrica, la loro ragione sociale, il loro collante esistenziale. Altro errore illudersi che i casi Giambruno, o le spiate telefoniche dei comici russi e perfino il rinvio della conferenza stampa di Capodanno possano in qualche modo erodere il consenso della premier o prosciugarne la resistenza.
Non soltanto lei è il tipo che più la butti giù e più si tira su, ma basta osservare i sondaggi per rendersi conto che gli attacchi personali che riceve attizzano il suo popolo e contribuiscono al mito della Giorgia di ferro. Potremmo proseguire a lungo nel manualetto su come non si fa l’opposizione se non fosse che il clima festoso ci induce a considerare che pure qualcosa di buono è stato fatto. Per esempio, il Giurì d’onore della Camera, chiesto e ottenuto da Giuseppe Conte per confutare le accuse della Meloni sul Mes “firmato con il favore delle tenebre”: ecco un modo trasparente di coinvolgere l’opinione pubblica e lasciarla giudicare sui fatti e non sui comizi. C’è poi la raccolta firme a sostegno della proposta di legge per introdurre il salario minimo a 9 euro l’ora. Appoggiata da un fronte che va da Alleanza verdi e sinistra al Pd ai 5Stelle, ad Azione a Più Europa rappresenta un modello di unità dell’opposizione e di forte mobilitazione nel Paese in grado, era ora, di battere la destra. Forza!
Padellaro vuole battere la destra con un fronte che va da Fratoianni fino a Calenda e Bonino, che Dio ce ne scampi
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Che brutti sogni che fa. E poi se è plurale scrivesse fiches sennò ce fa pure ride
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In realtà, Padellaro segue la regola – le parole straniere plurali non vanno scritte nel loro corretto plurale ( es.gli automobile CLUB federati nella FIA, i diversi CASINO di Las Vegas) – però avrei scelto un altro termine ( magari gettoni o puntate) oppure il plurale straniero ( fiches) tra virgolette, per evitare ” fraintendimenti”
grossolani.
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Finalmente Padellaro dice quello che pensa, veramente, dell’opposizione.
Meglio tardi che mai!
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ogni volta che parlano di OPPOSIZIONE creano apposta un fraintendimento e una manipolazione criminale. Renzi, Calenda, Bonino, PD, Alleanza verdi e rimasugli non sono OPPOSIZIONE!
sono OPPORTUNISMO!!! basta osservare di come di volta in volta votano.
Tutto quello che sor Padella ha elencato come esempio di OPPOSIZIONE, proviene dai 5stelle e principalmente da CONTE, uomo solo all’opposizione anche contro i presunti alleati.
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A mio avviso, che i partiti non di destra si uniscano ogni tanto su temi comuni é cosa buona, anzi é l’unica cosa da fare se non vogliamo star qui a parlare parlare contro questo governo, lasciando che tutto rimanga com’è. I partiti di destra lo hanno capito e si sono messi assieme, e adesso (s)governano.
Unirsi su temi comuni non significa fare alleanze ideologiche, non significa perdere la propria identità, significa fare Politica.
Altrimenti, facciamo sí i puri, i maestri di buone intenzioni, ma tutto andrà avanti come prima.
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