
(Valeria Casolaro – lindipendente.online) – La Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso un mandato di arresto nei confronti del presidente russo Vladimir Putin. L’accusa: l’aver commesso un crimine di guerra, ovvero aver deportato bambini ucraini in Russia. Un altro mandato di arresto è stato emesso nei confronti della commissaria per i diritti dei bambini al Cremlino, Maria Alekseyevna Lvova-Balova. Come sottolineato dalla portavoce del ministro degli Esteri russo Maria Zacharova, tuttavia, la CPI non ha giurisdizione in Russia, non avendo questa mai ratificato lo Statuto sul quale si basa la CPI (come nemmeno l’Ucraina). Di fatto, la Corte starebbe procedendo per crimini commessi da uno Stato non membro sul territorio di un altro Stato non membro, cosa che rende difficile pensare che l’iniziativa si possa tradurre in un risultato davvero concreto.
L’ipotesi di un’indagine su possibili crimini di guerra commessi da Mosca era stata aperta all’incirca un anno fa: da allora, il presidente della Corte Karim Khan ha effettuato tre viaggi in Ucraina, per visitare i luoghi dove sarebbero stati commessiteli crimini. Secondo quanto rilevato, Putin sarebbe ritenuto “responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia”. L’arresto di Putin è di fatto imprescindibile affinché possa essere ipotizzato un qualsiasi ruolo della CPI, la quale non può avviare processi in contumacia.
La Corte Penale Internazionale ha sede a l’Aja, nei Paesi Bassi. Il suo ruolo è occuparsi di alcune fattispecie di crimini che riguardano la comunità internazionale, ovvero i crimini contro l’umanità, il crimine di aggressione, i crimini di guerra e il genocidio. La Corte – la quale può avviare processi contro i singoli individui, ma non contro interi Stati – ha base giuridica nello Statuto di Roma, che ad oggi è stato ratificato da 123 Paesi in tutto il mondo. Tra i grandi assenti dalla ratifica vi sono Stati Uniti, Russia, Cina, Israele: tutti Paesi, insomma, con una mira imperialistica di qualche tipo, che sia esercitata nell’insospettabile forma del riportare la democrazia in un certo Paese o in maniera più subdola. Nemmeno l’Ucraina ha mai ratificato lo Statuto. La Corte esercita i propri poteri sul territorio degli Stati firmatari ma, grazie ad apposite procedure, questi possono essere estesi al territorio di uno Stato non facente parte che lo richieda (come ha fatto l’Ucraina nel 2014). Si tratta quindi di uno strumento potenzialmente molto utile per punire chi si macchi di reati contro l’umanità di particolare gravità, non fosse per il fatto che, spesso, il suo utilizzo sembra più assecondare determinati equilibri geopolitici che la ricerca di un più alto criterio di giustizia.
Nelle zone teatro di alcuni dei più sanguinosi conflitti del nostro tempo i crimini di guerra sono stati tollerati, se non del tutto ignorati, dalla comunità internazionale (ovvero dalle forze politiche occidentali) perché in larga parte adducibili a una superpotenza: gli Stati Uniti. Quando la Corte ha mostrato l’intenzione di indagare su presunti crimini di guerra e abusi di altro genere commessi dai militari americani in Afghanistan o altrove (in particolare “atti di tortura, trattamento crudele, offese alla dignità personale, stupro e violenza sessuale contro detenuti in relazione al conflitto in Afghanistan e altre violazioni, principalmente nel periodo 2003-2004”), gli USA hanno replicato di fatto minacciando il personale della CPI di revocare o negare i visti di ingresso nel Paese. Inoltre, l’ex Segretario di Stato americano Mike Pompeo aveva dichiarato che si sarebbero riservati di fare lo stesso con chi avesse tentato azioni analoghe contro Israele. «Siamo determinati a proteggere il personale militare e civile Americano e alleato dal vivere nel timore di essere ingiustamente perseguiti per azioni intraprese per difendere la nostra grande nazione» aveva dichiarato. Le pressioni furono tali che, nel dicembre 2021, la CPI annunciò ufficialmente di aver sospeso le indagini a carico dei soldati statunitensi.
Altro esempio: nel 2006 la CPI ricevette centinaia di segnalazioni (240 in tutto) da parte di ONG e attori della società civile che denunciavano le uccisioni di massa dei civili che stavano avendo luogo in Iraq a seguito delle operazioni del Regno Unito (Paese firmatario dello Statuto di Roma). In quell’occasione il procuratore giustificò l’impossibilità ad intervenire con il fatto che l’Iraq si trovasse al di fuori della giurisdizione della Corte e che altri Stati membri non avevano segnalato la necessità di procedere con accertamenti. “L’uccisione di civili non costituisce di per sé un crimine di guerra” aveva ricordato, aggiungendo che “dopo aver analizzato tutte le informazioni disponibili, si è giunti alla conclusione che esistesse una base ragionevole per ritenere che fossero stati commessi crimini di competenza della Corte, ovvero uccisioni volontarie e trattamenti inumani. Le informazioni disponibili al momento supportano una base ragionevole per una stima tra le 4 e le 12 vittime di omicidio intenzionale e un numero limitato di trattamenti inumani, per un totale di meno di 20 persone”.
La fattibilità delle operazioni avanzate dalla CPI è quindi tutta ancora da verificare: certo si è tentati di pensare che l’Occidente stia utilizzando qualsiasi strumento a disposizione per soffiare sul fuoco di un conflitto dagli equilibri al momento altamente incerti.
Per carità guarda pure la luna,guarda pure il dito,ma guarda anche a chi appartiene il dito…
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Corte penale per i diritti degli occidentali non tanto interazionale.
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«Siamo determinati a proteggere il personale militare e civile Americano e alleato dal vivere nel timore di essere ingiustamente perseguiti per azioni intraprese per difendere la nostra grande nazione» aveva dichiarato. Le pressioni furono tali che, nel dicembre 2021, la CPI annunciò ufficialmente di aver sospeso le indagini a carico dei soldati statunitensi.
A questo punto Putin dovrebbe minacciare con le stesse parole la ICP, vediamo che succede.
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La CPI è presieduta da un britannico con il fratello pedofilo appena uscito dal carcere. Rendiamoci conto.
Nel mentre, NON UNA PAROLA, sui bambini uccisi, rapiti o prodotti ‘artificialmente’ in Ucraina.
Già nel 2003 c’erano interrogazioni parlamentari agghiaccianti, degne di un film dell’orrore, su quel che succedeva in Ucraina:
Finanziamenti comunitari a favore di programmi di ricerca in Ucraina
20.11.2003
Risposta scritta
INTERROGAZIONE SCRITTA E-3552/03
di Gabriele Stauner (PPE-DE)
alla Commissione
Sulla base di informazioni fornite dalla stampa nel periodo 1996 – 2003, nella regione intorno alla città ucraina di Charkow sono scomparsi più di 700 bambini, e di questi non si hanno più notizie di circa 300 bambini. Nella programma televisivo “Mona Lisa” trasmesso dal canale tedesco ZDV in data 12 ottobre 2003 sono state formulate pesanti accuse nei confronti di un ospedale di Charkow, in cui sono defunti numerosi neonati e in cui vi sono stati numerosi casi di nati morti a causa di parti precoci. In una fossa comune sono stati ritrovati feti e neonati che sono stati oggetto di espianti d’organo.
Alla luce di quanto sopra chiedo alla Commissione:
L’UE cofinanzia programmi di ricerca sulle cellule staminali embrionali o adulte in Ucraina?
In caso affermativo, quali istituti od organizzazioni ricevono tali fondi?
La Commissione ritiene possibile che vengano utilizzati altri finanziamenti comunitari per realizzare progetti di ricerca nel quadro dei quali vengono utilizzati feti o neonati?
La Commissione dispone di informazioni sulla cui base sia possibile capire se il numero sorprendentemente alto di neonati scomparsi o nati morti sia in qualche modo collegato a progetti di ricerca su cellule umane condotti in Ucraina?
ORA DOMANDIAMOCI: in quale paese civile può succedere che solo nella zona di una città, spariscano in 7 anni 300 bambini?
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La legge in oggetto non è ” internazionale” ma votata solo dai parenti poveri.
Quindi le discussioni stanno a zero: Biden ha chiamato e i sudditi hanno risposto.
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ELIO FERRANTE
LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA, DIVENTATA IL BRACCIO POLITICO E GIUDIZIARIO DEGLI ANGLOAMERICANI, DICHIARA GUERRA ALLA RUSSIA !
L’ultima sentenza della Corte di Giustizia dell’Aja di condanna per presunti crimini di guerra che avrebbero commesso Putin e la responsabile per l’accoglienza dei minori, la signora Belova nei confronti dei bambini provenienti dal Donbass, rimasti orfani a causa della guerra e dei bombardamenti indiscriminati perpetrati in modo ingiustificato a partire dal 2014 dall’esercito ucraino nei confrontii della popolazione russofona e russofila di quella regione, attualmente contesa con i russi, consacra la stessa istituzione internazionale, peraltro non riconosciuta da diversi paesi tra cui la Russia, come uno strumento politico giudiziario nelle mani degli imperialististi Angloamericani.
Condanna che ha comportato un mandato di cattura internazionale, spiccato dalla corte di Giustizia dell’Aja nei confronti di Putin e della Signora Belova, per sottrazione e sequestro di minori. Accusa mossa nei loro confronti, in maniera indegna e strumentale per il solo fatto che la Russia, attraverso la volontà politica ed umanitaria del suo Presidente e dell’addetta al recupero e reinserimento in società dei minori ucraini del Donbass rimasti orfani di guerra, si sono prodigati nel loro utile ed indispensabile recupero, accogliendo gli stessi in un istituto dedicato alla loro assistenza ed eventuale affido a famiglie russe che ne facevano richiesta.
Una opera meritoria di bene, tacciata dagli Angloamericani e dai loro alleati servi europei, come crimini di guerra. Come una impropria e coercitiva sottrazione di minori, difficile da provare e da denunciare.
Un modo come un altro, per avere dalla istituzione europea, mano libera per portare avanti quel processo di recrudescenza del conflitto Russo-Ucraino con tutti rischi per un coinvolgimento allargato di altri paesi europei trai quali in prima fila c’è l’Italia, da parte degli imperialististi d’oltreoceano.
Purtroppo, il sistema socio economico ultraliberista Angloamericano sta per implodere, ed i suoi interessati difensori, in un disperato tentativo cercano di salvare l’impossibile, diventando sempre più aggressivi e determinati nel provocare uno scontro frontale con la Russia. In una sorte di resa dei conti che consenta loro di poter espandere la loro immorale ed inumana logica mercantile, in maniera violenta e con protervia seguendo una logica criminale e farneticante secondo la quale si può aggredire lo stato Eurasiatico senza pagarne le conseguenze. Senza pensare di poter provocare un inevitabile allargamento della guerra, che conclamerebbe lo scoppio di un conflitto mondiale affrontato non più e non solo con armi convenzionali, ma anche con quelle di tipo nucleare.
Che per addolcirci la pillola nel tentativo di farci esorcizzare la giustificabile e comprensibile paura, goffamente ed in maniera grottesca la propaganda guerrafondaia filo atlantista, le definiscono bombe atomiche tattiche.
Sono dei pazzi, dei folli questi Angloamericani che con la complicità dei nostri servili e pavidi governanti, e per colpa della loro avidità e del loro cieco egoismo, ci porteranno ad una carastrofe umanitaria dalle conseguenze inimmaginabili, incalcolabili.
Dove chi avrà la fortuna di sopravvivere, maledira’ Dio per averlo risparmiato, condannandolo a vivere una esistenza tra mille difficoltà e sofferenze.
ABBIAMO ANCORA QUALCHE POSSIBILITÀ PER POTER FERMARE I CRIMINALI DI GUERRA DI OLTROCEANO E I SERVILI GOVERNI EUROPEI, CREANDO UNA RETE EUROPEA PACIFISTA E DI LOTTA AL SISTEMA FALLIMENTARE CAPITALISTICO BANCARIO. FACENDO NOSTRA LA LOTTA DEI FRANCESI PER I DIRITTI SOCIALI E SINDACALI ALLARGARGANDOLA IN TUTTO IL VECCHIO CONTINENTE.
LOTTIAMO PER UNA RIVOLUZIONE POPOLARE NAZIONALE ED EUROPEA, PER UN MONDO PIÙ GIUSTO, MULTIPOLARE E VERAMENTE PACIFICATO.
Elio Ferrante.
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