Tajani: ‘In molti arrivano dalle zone controllate dalla divisione’

(Paolo Cappelleri – ansa.it) – Nella sua guerra dichiarata ai trafficanti di esseri umani, l‘Italia punta il mirino contro la Russia, e i mercenari della Wagner al soldo di Mosca. Con la loro influenza in Nord Africa, è il ragionamento a più voci del governo, usano i flussi di migranti come arma ibrida, e serve l’intervento di Ue e Nato.
Dopo le tensioni sul decreto varato a Cutro, il centrodestra si compatta dietro questo messaggio, nel giorno in cui a Palazzo Chigi Giorgia Meloni riunisce tutti i ministri interessati al dossier e i vertici dei Servizi segreti, riportando sul tavolo l’ipotesi di un maggior coordinamento sulla sorveglianza marittima per l’individuazione dei barconi in acque extraterritoriali.
Con il coinvolgimento, quindi, della Marina militare, che ha le competenze e gli strumenti tecnologici adeguati.
Di fronte agli scenari allarmistici sul Mediterraneo, il governo cerca contromisure ma respinge gli attacchi dell’opposizione.
“Siamo stati accusati di cose raccapriccianti ma ho la coscienza a posto – chiarisce la premier, parlando accanto al segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin -. Più persone partono e si mettono nelle mani di cinici trafficanti, più c’è il rischio che qualcosa vada storto: non credo che questo possa mai essere il modo giusto, umano e responsabile di affrontare la vicenda. Forse sarebbe più facile mettere la testa sotto la sabbia, lasciare che siano dei mafiosi a decidere chi deve arrivare da noi, lasciare che arrivi solo chi ha i soldi per pagarli, lasciare che in Africa continuino a prendere piede i mercenari della Wagner e i fondamentalisti”.

Ma, è l’implicita conclusione, non si può. Meloni critica chi in passato ha avuto “posizioni altalenanti” in politica estera: “non scegliere è più redditizio. Io ringrazio Dio per essere costretta a fare delle scelte”, in una situazione di crisi che “è anche un momento per liberarsi dalle scorie”. Così il riferimento ai mercenari è tutt’altro che casuale, in un climax di prese di posizione. “La Russia sta creando una bomba migratoria”, inizia il leghista Massimiliano Romeo. Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani “molti migranti arrivano da aree controllate dalla Wagner e non vorrei ci fosse un tentativo di spingere migranti verso l’Italia”.
“L’aumento esponenziale” delle partenze, avverte Guido Crosetto, è “in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani”. Un problema “evidenziato dagli addetti ai lavori e un’allerta in questo senso era già giunta dai servizi come dal Copasir”, precisa poi il ministro della Difesa, replicando a Angelo Bonelli (Avs), che lo invita a “vergognarsi” per quelle parole. Al ministro arriva anche un pesante insulto in russo (mudak) dal capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin: “Dovrebbe guardare meno in altre direzioni e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere. Noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci”.

Nel governo, però, c’è la convinzione che l’influenza russa sia un motivo in più per potenziare il controllo sul fianco Sud dell’Europa, come già avvenuto a Est. Anche perché sotto i fondali delle rotte migratorie, nel canale di Sicilia e nell’Adriatico, sempre più battuti da navi russe, corrono i gasdotti, linee di comunicazione energetica strategiche per l’Italia e non solo. “Ue, Nato e Occidente – dice Crosetto -, sarebbe opportuno capissero che anche il fronte sud europeo sta diventando ogni giorno più pericoloso”.
Anche in quest’ottica si può leggere il ritorno di attualità dell’ipotesi di dare un ruolo di primo piano alla Marina nella sorveglianza marittima, stralciata dalla versione finale del dl varato a Cutro perché non c’era intesa nell’esecutivo. Non è chiaro se verrà trasferita in un provvedimento, o in un emendamento al decreto durante l’esame al Senato. In alternativa, si ragiona in ambienti di governo, potrebbe essere messa sul tavolo delle trattative in sede europea. Da tempo infatti Palazzo Chigi chiede a Bruxelles e ai partner un rafforzamento dell’attività di controllo delle frontiere marittime.
Il capo della Wagner insulta Crosetto: “Nessuna infiltrazione dei nostri mercenari in Africa, è un ‘mudak'”

(di Riccardo Ricci – repubblica.it) – MOSCA – Evgenij Prigozhin, fondatore della compagnia di mercenari Wagner che fiancheggia l’Esercito russo in Ucraina, non ha sprecato tempo nel cercare mezzi termini per replicare alle accuse del ministro della Difesa italiano di usare la crisi migratoria per condurre una guerra ibrida e ha definito Guido Crosetto “mudak i pizdabol”: letteralmente “coglione e cazzaro”. “Dovrebbe guardarsi di meno intorno e occuparsi dei suoi problemi che, a quanto pare, ha trascurato”, ha dichiarato bruscamente il leader dei mercenari.
Lo ha fatto commentando con l’agenzia Reuters le recenti dichiarazioni del ministro italiano, il quale si è detto sicuro che “l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani”. Il ministro crosetto ha osservato che Ue, Nato e Occidente dovrebbero inquadrare la fragilità del fronte sud europeo nel contesto di uno scontro ibrido, “cosi come si sono accorti che gli attacchi cyber facevano parte dello scontro globale che il conflitto ucraino ha aperto”.
Non è la prima volta che il ministro della Difesa italiano finisce nel mirino delle invettive della parte russa. A gennaio il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, l’ex presidente Dmitrij Medvedev, in un post su Telegram ha definito Crosetto “uno sciocco raro”. “Non ci sono molti sciocchi nelle strutture di potere in Europa – ha scritto Medvedev – Il ministro della Difesa italiano ha definito la fornitura di veicoli blindati e altre armi all’Ucraina un modo per evitare la Terza guerra mondiale”.
A Prigozhin non è sfuggita la sfumatura lessicale dell’uso della parola “divisione” Wagner per indicare la “compagnia” di sicurezza privata fondata nel 2013. E non ha mancato di esprimere con sarcasmo la propria irritazione. “Si è trovata ad essere ‘divisione’! Ebbene, questa divisione, la parola Italia la pronuncia per la prima volta dopo molti molti anni”, ha affermato l’imprenditore russo respingendo le accuse di coinvolgimento nella crisi migratoria.
Di fronte ad un respingimento da parte dei Paesi del cosiddetto Occidente esteso, la Russia sta ampliando la sua influenza politica ed economica in Medio Oriente e Africa, area dalla quale proviene la maggior parte dei flussi migratori che interessano l’Italia. Brian Jenkins, esperto del think tank statunitense Rand Corporation ha spiegato ad Adnkronos che il Cremlino usa le formazioni irregolari “per eliminare l’influenza occidentale dal continente africano”, per raggiungere i suoi obiettivi “senza fare grandi investimenti, continuando a negare la sua presenza”.
In Libia i mercenari della compagnia russa sarebbero presenti in gran numero, circa duemila, nella parte orientale del Paese a sostegno del generale Haftar. I mercenari russi sono inoltre presenti in Mali, paese di transito dei migranti dai paesi subsahariani. Gli uomini della Wagner accusati di aver preso parte a uccisioni in massa di civili in Repubblica Centrafricana, dove nel 2018 hanno perso la vita tre giornalisti russi che indagavano sui massacri.
In Sudan nel 2017 hanno fornito sostegno militare all’allora presidente Omar al-Bashir contro il Sud Sudan ottenendo in cambio il controllo sul business delle concessioni delle miniere di diamanti. Pur celebrando la rinnovata presenza della Russia nel continente africano, il Cremlino respinge le allusioni sul coinvolgimento dei gruppi paramilitari in questo processo, così come per anni ha negato l’esistenza stessa di compagnie di mercenari in patria.
E’ colpa di Putin. Ti pareva.
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Abbiamo messo il governo in mano a degli infanti.
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Crosetto ‘cogl.. e caz..ro’.
Il russo deve averlo visto all’opera tentando di risolvere un problema domestico:
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