Elly vince nonostante tutte le donne del Pd

Se è vero che il trionfo di Elly Schlein ha evidenziato lo scollamento tra il partito, gli iscritti e gli elettori del Pd, tutto diventa ancora più vero se si confrontano le donne del partito con le donne che hanno votato alle primarie, e cioè: (quasi) […]

(DI SELVAGGIA LUCARELLI – Il Fatto Quotidiano) – Se è vero che il trionfo di Elly Schlein ha evidenziato lo scollamento tra il partito, gli iscritti e gli elettori del Pd, tutto diventa ancora più vero se si confrontano le donne del partito con le donne che hanno votato alle primarie, e cioè: (quasi) tutte le donne di peso del Pd hanno sostenuto Stefano Bonaccini, un fiume di donne non iscritte al Pd ha votato Elly Schlein. Ed è un fatto che è destinato a incidere non poco sulla comunicazione delle varie Ascani e Quartapelle, sempre così impegnate sul fronte delle battaglie più fotogeniche a favore delle donne, le stesse che poi, quando in gioco ci sono posti e potere, tornano improvvisamente legate ai vetusti schemi delle ancelle devote all’uomo solo al comando.

Quelle che quando hanno avuto la possibilità di sostenere Elly Schlein, una donna preparata, coraggiosa, vicina ai temi che appassionano le generazioni più giovani, profondamente legata ai valori di sinistra, una donna che ha dichiarato di essersi candidata perché desiderosa di dimostrare che le donne non devono essere condannate a fare le vice di uomini, hanno scelto un uomo. Ed è stato esilarante, in questi mesi, vederle arrampicarsi sugli specchi alla ricerca di qualche buon motivo per giustificare la scelta. Non potendo dire “Sostengo Bonaccini perché vince lui” e neppure “Schlein è impreparata, incapace, non abbastanza di sinistra”, hanno balbettato qualsiasi cosa. Debora Serracchiani, quella che stizzita si lamentava perché il nuovo governo vuole le donne un passo indietro, ha scelto Bonaccini davanti e Elly Schlein un passo indietro.

Ma hanno scelto Bonaccini anche Alessandra Moretti, quella del movimento “Ci siamo” composto da sole donne, Paola De Micheli, quella che dichiarava “Le donne fanno fatica a votare le donne, sono favorevole alle quote rosa” e forse era favorevole alle quote rosa, ma nelle cooperative badanti. Idem Anna Ascani che, quando Draghi e il retrostante Pd indicarono i ministri uomini, scrisse: “Spesso ci siamo relegate in correnti a guida maschile. Abbiamo lasciato che fossero gli uomini a ‘indicarci’ in ruoli di responsabilità secondari, candidate a essere ‘vice’”. E sosteneva anche che non è vero che le donne competenti trovano spazio a prescindere dalle quote, per questo servono le quote. Così pure Lia Quartapelle, che scriveva “Senza quote rosa io non sarei qui”, quella che ogni giorno si inventa un’iniziativa di quelle buone per uscire sui giornali, ovviamente a favore delle donne (roba del tipo “la Nazionale delle parlamentari”) e nemmeno due anni fa, lamentandosi, dichiarò addirittura: “Sulla rappresentanza di genere Berlusconi è stato più bravo di Zingaretti”.

Hanno sostenuto Bonaccini anche Alessia Morani, quella che “La mancanza di rappresentanza femminile è la punta dell’iceberg dell’incapacità del nostro partito di rappresentare la società italiana”, e Giuditta Pini, che tuonava “Noi donne del Pd da sempre escluse sistematicamente!”. E così molte altre, tutte ovviamente con precedenti nel famoso segmento “donna che frigna perché nessuno affida alle donne ruoli di potere, ma quando sono loro a poter votare una donna preferiscono l’uomo di potere”.

Insomma, le aspettiamo tutte al varco alla prossima battaglia a colpi di hashtag, visto che quella a colpi di voti non è il loro forte. Va detto però che ci hanno offerto una moltitudine di pretesti per divertirci mentre le vedevamo arrancare, tentando di spiegare il mancato sostegno a Schlein. Si andava da “(quello di Bonaccini) è il Pd in cui mi ritrovo” di Simona Malpezzi, che è tipo “vado dalla parrucchiera sotto casa ché mi trovo bene”, a Sandra Zampa che “Bonaccini è più libero dalle correnti”, forse riferendosi alle correnti di chi preferisce le sopracciglia naturali a “Il tema della questione di genere è un problema, ma di certo non si risolve solo con una candidatura”, frase emblematica pronunciata da Roberta Pinotti. Emblematica perché quelle delle quote rosa, di fronte al caso Schlein, si rimangiano tutto. “E che, devo votare una donna per forza?” è il loro motto, come se Elly Schein fosse la prima fessa che passa e non una politica di valore.

Ora Moretti, a vittoria avvenuta, si rallegra: “Due donne ai vertici della politica italiana: una rivoluzione!”. Sì, peccato che lei fosse nel palazzo, mentre altre lanciavano le pietre sulla finestra. Lia Quartapelle però le batte tutte. Secondo lei invitarla a votare Schlein era come dire che avrebbe dovuto votare Meloni alle Politiche o Moratti alle Regionali. E certo, perché Meloni e Moratti sono del suo schieramento. Insomma, secondo loro Elly Schlein era una donna a caso, a quel punto meglio Bonaccini. Che in effetti non era certo un uomo a caso, ma quello che prometteva poltrone un po’ a tutti.

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2 replies

    • Come sempre un’analisi lapidaria della Lucarelli. Le donne del PD fanno veramente pena, una più antipatica dell’altra. Spero che la Schlein si circondi di persone nuove e giovani e mandi a quel paese queste calzette.

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