C’è la fila fuori dai ristoranti che servono l’hamburger fatto con la farina di grillo

(Francesca Del Vecchio – la Stampa) – «Me lo aspettavo amaro. E invece il sapore dolce mi ha sorpreso. Ero molto scettico». Davide Pazzini, 30 anni, è tra i primi ad aver provato l’hamburger a base di farina di grilli. «Ero con un amico, più scettico di me, che però alla fine l’ha voluto assaggiare e ha deciso che ci porterà la fidanzata».

Servito dentro a un panino, accompagnato da patatine potrebbe sembrare un hamburger tradizionale ma è il primo in Italia a base di farina di grillo. A vederlo, non ha nulla da invidiare al “fratello” più famoso a base di carne di manzo. E infatti, dal 15 febbraio – data di lancio del prodotto – per poterlo assaggiare c’è la fila fuori dai locali che lo propongono in menù.

«Sapevamo che Milano era pronta per questo esperimento», spiega Pabel Ruggiero, co-fondatore dell’hamburgeria Pane&Trita, «Ma non ci aspettavamo lo stesso successo nelle altre sedi» (cinque tra le province di Monza Brianza, Como e Lecco).

Anche il gusto, infatti, non ha nulla di esotico o disgustoso. Piuttosto un sapore casereccio: un misto tra patate e fagioli cannellini, ingredienti alla base della polpetta, con una nota gradevolmente dolciastra data, appunto, dalla farina di grillo. L’1,6%. Il verde del panino però può trarre in inganno: a renderlo così “marzianamente” colorato è l’alga spirulina. Intorno, l’accompagnamento è il solito: patate e salsa della casa. Insomma, niente zampette o antenne che saltano fuori dal piatto.

Il burger, però, un costo ce l’ha: 13,90 euro. La materia prima, la farina di grilli, arriva dalla Finlandia e il costo al kg si aggira intorno ai 60/70 euro. La polpetta viene poi assemblata in un laboratorio culinario che si occupa dei controlli sanitari.

Anche per la cottura c’è un’attenzione particolare: non rientrando nelle categorie vegetariana e vegan, va preservato da ogni contaminazione. Per questo viene cotto su una griglia a parte, diversa da quella delle carni. Inutile dire che oltre alle code davanti ai ristoranti, è arrivata anche la pioggia di critiche. Il 90% dei commenti sono insulti. Infine, ci sono i dubbiosi: «La domanda più frequente che ci è stata fatta in questi giorni? “Ma i grilli li tritate in cucina?”».

2 replies

  1. Povero Pinocchio!! Chi gli darà ora i consigli saggi!! Ah ma forse l’apri pista è stato proprio lui (anche se Collodi non lo scrisse) che si mangiò il grillo parlante perché stanco dei suoi rimbrotti!🤭🤭🤭 Si celia ma personalmente non mangerei nemmeno sotto tortura, mi fa impressione solo il pensiero!! Lo so sono vecchia e in questo caso felice d’esserlo!!

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