
(Andrea Zhok) – Nei rapporti con gli altri il fattore fondamentale per consentire l’instaurarsi di rapporti pacifici e di mutua comprensione è la capacità di mettersi nei panni altrui, di guardare il mondo circostante anche con gli occhi dell’altro, dalla sua prospettiva.
Non è un esercizio facile, ma è l’esercizio etico primario che sta alla base di tutte le etiche tradizionali come formula della reciprocità. Questa prassi è stata tuttavia progressivamente erosa nella cultura occidentale (in particolare americana). Non è sempre stato così, ma oggi lo sguardo occidentale è addestrato a concentrarsi su quali possano essere i lati da cui l’altro potrebbe avermi offeso, dal mio punto di vista, posto come ultima autorità.
Spostato sul piano della politica estera questo unilateralismo etico nell’opinione pubblica si esprime in forme di “imperialismo ingenuo”, che farebbero tenerezza se non lasciassero dietro di sé una scia di morte e distruzione.
Ora, qualcuno ancora oggi continua a chiedersi: “Cosa mai avrà avuto da temere la Russia in Ucraina? E’ chiaro che si tratta di un pretesto per invadere l’Europa.” “E cosa mai avrà da temere la Cina per armarsi?” “E cosa mai avranno da temere l’Iran, o la Corea del Nord, o il Venezuela,” ecc. ecc.?
Perché, giusto cielo, ci odiano tanto, noi che siamo manifestamente lo standard della civiltà e cavalleria?
Per approssimare una risposta può aiutarci soffermare un momento lo sguardo su alcuni dettagli.
Ad esempio.
Gli USA sono il paese al mondo maggiormente coinvolto in conflitti bellici nel corso della sua storia; e sono peraltro il paese con l’esercito di gran lunga più potente al mondo, spendendo da soli più della somma dei successivi 15 paesi più militarmente sviluppati al mondo (800 miliardi di dollari/anno per gli USA, contro i 293 della Cina, i 76 dell’India, i 65 della Russia, i 56 della Germania, ecc.; dati 2021).
Gli USA hanno inoltre fomentato sistematicamente un’infinità di colpi di stato verso governi sgraditi (spesso vantandosene post hoc).
E quando i regime changes non riescono in forma indiretta, nutrendo le proprie quinte colonne, si passa spesso allo stadio successivo, dell’intervento diretto.
Il canone, divenuto oramai classico, del’interventismo americano è infatti rappresentato da un’operazione in due tempi: in prima istanza si alimentano e finanziano le proteste (sempre sedicenti “democratiche”) all’interno del paese X; in seconda istanza si utilizza come giustificazione ad intervenire il fatto di essere “invocati dalla minoranza oppressa nel paese X”.
Questo giochino, sempre spalleggiato dai media a gettone, è uno schema universalmente noto e discusso ovunque, tranne in Occidente.
Qui da noi i probi raddrizzator di torti, Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo sotto l’ascella, sono invece sempre sinceramente stupiti di come ovunque la giungla extraoccidentale pulluli di malvagi oppressori, e di oppressi desiderosi di essere liberati da noi.
Se pensiamo che il segno distintivo del controllo militare imperialistico è la presenza di basi miltari al di fuori del proprio territorio, è utile ricordare che i paesi da noi descritti come proverbialmente aggressivi e guerrafondai (Russia, Cina, Iran, Corea del Nord) possiedono tutti assieme una manciata di basi militari extraterritoriali (6 la Russia, 4 la Cina, tutte in paesi loro prossimi). Gli USA da soli possiedono invece oltre 800 basi militari extraterritoriali, distribuite su tutti i continenti.
Infine, come impeccabilmente documentato da Daniele Ganser (ne “Le guerre illegali della NATO”), dopo la caduta dell’URSS, la Nato, non si è limitata ad espandersi massivamente, in particolare verso Est, ma è intervenuta ripetutamente con iniziative di aggressione verso paesi terzi (iniziative non difensive, in violazione della funzione originaria dell’alleanza).
Ed è per queste, e altre, ragioni che sarebbe utile smettere di continuare a scandalizzarci della pagliuzza nell’occhio altrui senza notare il trave nel nostro.
Da occidentali spiace dirlo, ma nonostante il profluvio di autoassoluzioni hollywoodiane, da tempo agli occhi del resto del mondo gli USA appaiano come il bullo del quartiere e la Nato come la sua gang.
Categorie:Cronaca, Editoriali, Interno, Politica
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Dal “fuori onda”: lettura triste; lo sguardo altrui, impregnato di questo occidentalismo decadente, può rivelare le sue molte insidie e captare un nemico in tutto quello che potenzialmente e realmente vi si contrappone o vi si frappone. Captare nemici è un mestiere, come dirottare: nella sofisticata guerra altamente tecnologica , molte figure sono sublimate eppure mantengono la veemenza di un conflitto in atto , ancora freddo, ancora distante ma presente nella sua vaga e indiscernibile lontananza.
Oggi più che mai, lontano dai vecchi ferri arrugginiti con i quali si crede di far apprendere la storia, ferma alla metà del secolo scorso, molte questioni risultano palesemente aliene, distanti anni luce dal pensiero comune e confezionato nei giorni.
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Ottimo come sempre
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(Esopo funziona ancora!)
by Musica & Musicologia
Beh, quella del Professore Andrea Zhok è sicuramente un modo bene argomentato per sintetizzare la stronzaggine prepotente del lupo cattivo. Il lupo che maciulla agnelli che si abbeverano alla fonte sotto di lui con il più che evidente, falso e arrogante, pretesto che “gli intorbidano l’acqua” o con altre estemporanee e strabilianti menzogne. Il lupo, metafora dell’umano più perverso, ammaestratoci da Esopo. Solo che non di rado in territori più esotici e meno battuti e a questo lupo cattivo meno congeniali (dal Vietnam all’Afghanistan, dall’Iraq alla Libia … ) esso stesso scambia per offensivi degli animali a lui ignoti. E così, una volta preso a cornate e un’altra perfino morso a sangue da queste strane bestie, deve riparare nel più selvaggio bosco da cui proviene. Dove vivono tanti lupi come lui che sanguinari come sono, se capita, si ammazzano allegramente pure tra loro.
“Naturale – si dirà – è un lupo!” Mica tanto se si pensa alla natura socializzante e naturalmente integrata del lupo vero, quello appunto naturale. Il problema qui, invece, resta la sua particolare e innaturale, insaziabilità e sanguinarietà, connessa ad una sempre più incontrollata arroganza. Anche se poi ben supportata dai tanti alleati sparsi qua e là, tra lupi gregari, lupetti e lupinicchi. E pure in abbondanza lupi-ruffiani e lupi-quacquaraquà, molto simili a iene e sciacalli ma al cui confronto queste ributtanti bestie sembrano angeli del cielo.
Tutta ‘sta ciurma lo corteggia certamente per il proprio svariato rendiconto ma anche perché vigliaccamente lo teme. Ora però le sue mire, ancor più insaziabili, lo spingono sempre più verso territori inesplorati e così quelle che scambia per facili prede si rivelano bestie selvagge e aggressive, molto più pericolose del previsto per lui.
Allora, imitando certa infida caratterialità di un particolarissimo animale bipede e bimane cui spesso ispira il suo operato (soprattutto in favole e cartoni animati), si serve dei suoi alleati esponendoli al proprio posto e a loro rischio. Il gioco fin’ora ha molto bene funzionato, nel solo senso che rientra poi sempre tutto a suo vantaggio, nonostante ci vadano sotto un po’ tutti gli altri. Però sembra che qualcosa si stia incrinando nei suoi rapporti con alleati e subordinati. E proprio come conseguenza della sua, come di ogni ‘lupesca’, disumana insaziabilità …
Così, prima o poi, tra stabili e occasionali lupi gregari compagni di merende traditi e pentiti, lupetti reputati un po’ troppo indipendenti e morsicati alle spalle, lupinicchi mandati inutilmente allo sbaraglio e fatti fuori, ‘agnelli’ presunti che sempre più spesso poi si rivelano in contrappasso fiere pericolose e temibili… E, insomma, un mondo intero che non ne può più della sua sanguinaria e malvagia e arrogante prepotenza… Prima o poi – come predetto da più parti tranne che nelle aule della stregonesca accademia geopolitica – la sua pelle scuoiata diventerà un altro ornamento puzzolente della Storia: a ricordare e sulla più vasta scala quello che a suo tempo ci insegnava il buon Esopo.
E che oggi molto, ma molto più bonariamente, si riassume nel: “chi troppo vuole nulla stringe”. E il suo cortigiano e sottomesso entourage? Si va o si andrà organizzando, magari sotto traccia, per il successivo campionato di ‘salto della quaglia’ … Poveri animali, resi a imitazione delle disumanità umane, al cui confronto il buon Dio – se da qualche parte sta – dovrebbe quanto meno istituire un Limbo e predisporlo con meritocratici accessi al suo Paradiso!
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Il bullo non conosce se stesso purtroppo (la sua paura inconscia soprattutto, che tenta di esorcizzare spaventando gli altri, e la sua autostima azzerata, che tenta di compensare umiliando e ferendo il prossimo), ed essendo perciò cieco non vede le ragioni degli altri.
Quello che vale per l’individuo vale più o meno anche per un’intera società.
Gli USA sono i bullli del quartierino, la NATO la sua banda, d’accordissimo con Zhok.
Un paese ha risorse utili? Prendiamogliele! Prima gliele chiedo con le buone, e se non me le da … beh se l’è cercata.
Un altro mi fa concorrenza? Stronchiamolo!
Un altro permette una migliore posizione strategica? Prendiamolo!
Qualcuno protesta? Urliamo a squarciagola più forte di tutti le nostre ragioni, zittendo contemporaneamente le voci in dissenso, per convincere tutti (soprattutto se stessi) di avere tutte le ragioni dalla nostra …
La guerra in Ucraina è un ottimo esempio: la Russia è un pericoloso avversario militare, pieno di risorse, da disarmare e conquistare, l’Europa un pericoloso competitor economico con forti sinergie con il nemico russo, l’Ucraina è un paese al confine russo corrotto e manovrabile da usare come stato\mercenario.
Mettete insieme le tre cose, un pizzico di sale, e la guerra è servita.
Quello che il Bullo non sa è che vivrebbe molto meglio anche lui in un contesto di pace e collaborazione (non lo sa perchè non le ha mai viste in vita sua), magari non avrebbe tutto quello che si procura con la prepotenza, ma non sarebbe odiato da tutti, che è un forte costo, e scoprirebbe che essere sereni e felici col minimo indispensabile è molto meglio che essere spaventati e rabbiosi e ricchi di oggetti (Catalano?).
Poi vabeh, anche gli altri magari tenterebbero di fare i bulli se non ci fosse già lui, e li fanno già con quelli ancora più piccoli di loro, non è che gli USA siano il male…
Il “male” è un po’ ovunque, come anche il “bene”, e se ora siamo in un periodo particolarmente “malato”, temo da qualche millennio, non significa che debba essere sempre così.
Nell’uomo ci sono i semi della collaborazione e contemporaneamente quelli della sopraffazione, e ogni generazione ha la possibilità di invertire la rotta, in teoria ogni giorno.
E comunque anche se la società rimane fondata sulla sopraffazione, il singolo ha la possibilità di vivere diversamente nella sua propria vita, che poi in fondo per lui è l’intero mondo.
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Fra l’altro che il Bullo non possa fare diversamente lo dimostra anche la sua situazione in famiglia, dove il più forte schiaccia tutti.
E se andiamo a vedere la famiglia USA, scopriamo che sono pieni di armi, spesso quando a qualcuno saltano i nervi parte una strage, i loro film sono un continuo susseguirsi di violenze, hanno una popolazione carceraria percentualmente elevatissima, l’ingiustizia domina, una marea di poveri che vivono per strada, usano fiumi di psicofarmaci e droghe, hanno praticamente abbandonato la politica (come fai a scegliere fra trump e biden?), lobby e multinazionali sono i padroni di tutto …
Quello che fanno subire agli altri paesi lo vivono direttamente in casa propria, come è logico che sia.
(secondo me)
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Sorridi, in fondo è stato sempre così. Anche gli egizi erano convinti di portare la civiltà. Anche i greci, i romani, i cristiani, gli inglesi, e adesso gli americani. E’ un chiodo fisso.
E probabilmente uno come Parenzo è davvero convinto che gli americani vanno sostenuti sempre (anche se decidessero di sganciare un migliaio di bombette termonucleari in giro per il mondo) perché stanno portando la civiltà.
E che fai, non li sostieni?
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