Il Nordio-show: “I potenti sono più intimoriti dai pm”

“L’improcedibilità in appello va riformata”. I ricchi sono al centro dei pensieri del Guardasigilli Carlo Nordio. Ieri, nel video messaggio all’Unione delle camere penali, l’ex magistrato “con famiglia di avvocati” si è lasciato andare […]

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 01-02-2023 Roma Politica Camera dei deputati – Informativa urgente del Governo sul caso Cospito Nella foto Carlo Nordio 01-02-2023 Rome (Italy) Politics Chamber of Deputies – Urgent information from the Government on the Cospito case In the pic Carlo Nordio

(DI A. MASC. – Il Fatto Quotidiano) – I ricchi sono al centro dei pensieri del Guardasigilli Carlo Nordio. Ieri, nel video messaggio all’Unione delle camere penali, l’ex magistrato “con famiglia di avvocati” si è lasciato andare a considerazioni compassionevoli verso i potenti messi sotto inchiesta, pensando forse di essere ancora un editorialista e non il ministro della Giustizia. Ha anche annunciato che metterà mano all’essenza della riforma penale di Marta Cartabia: l’improcedibilità in Appello. Si torna, ha detto, alla prescrizione, senza specificare in che termini. Certo non a quella della Spazzacorrotti dell’ex ministro Alfonso Bonafede che la bloccava dopo la sentenza di primo grado. Piuttosto la ex Cirelli, una delle leggi ad personam di Berlusconi, che ha dimezzato i tempi di prescrizione per reati come quelli fiscali, la corruzione e la corruzione in atti giudiziari.

Quanto alla difesa dei ricchi, Nordio la fa parlando della “nobile professione” dell’avvocato che difende “sempre il debole”. L’imputato “è sempre debole davanti al magistrato inquirente”. Ma il debole “non è solo il diseredato, il povero e l’emarginato. Paradossalmente le persone più potenti sono quelle più intimorite davanti al magistrato”. Cioè i colletti bianchi, i politici che sono sempre stati salvati dalla vecchia prescrizione e che, ora, se per caso definitivamente condannati per reati corruttivi non andranno in carcere. Questa maggioranza ha cancellato la norma della Spazzacorrotti che aveva inserito nell’elenco degli ostativi ai benefici per chi non collabora anche i reati contro la Pa.

La narrazione di Nordio trasforma, però, i quasi sempre impuniti in vittime: “In quarant’anni di lavoro come pm ho visto imputati di reati gravi, con un certificato penale abbastanza ricco, che nemmeno si presentavano all’interrogatorio, mentre imputati ricchi e potenti tremavano come foglie e non dormivano da giorni perché avevano molto da perdere davanti al magistrato”. Poi, il ministro annuncia il ritorno alla prescrizione e conferma di voler separare le carriere dei magistrati. Il preambolo è sul governo unito: “Il nostro è un governo solido, la maggioranza è compatta, quindi penso che queste riforme potranno essere attuate”. Per motivare la cancellazione dell’improcedibilità, che ammazza i processi in Appello dopo 2 anni e in Cassazione dopo un anno (con tempi un po’ più lunghi per reati gravi) Nordio spiega cosa intende per diritto penale: “Non bisogna lasciare impunito il delitto e non bisogna condannare l’innocente e non sottoporlo a un processo inutile, lungo e costoso. Soprattutto bisogna attuare il principio della ragionevole durata del processo. Senza incidere sulle garanzie della difesa e modificando la legge sulla prescrizione che ha introdotto un principio di improcedibilità”. Il ministro, inoltre, ha ribadito l’intenzione di dar vita a un tavolo tecnico su decreti attuativi della riforma Cartabia, una riforma che andava nella “giusta direzione ma con una serie di limitazioni” dovute anche alla “debolezza della coalizione” che sosteneva Draghi.

Su uno dei suoi “pallini”, la separazione delle carriere, pur sapendo che c’è nei fatti, per il numero meno che residuale di passaggi di funzioni di pm e giudici, fa un auspicio: “Quando porremo il problema, speriamo di poterlo affrontare con tutte le parti senza pregiudizi ideologici”.

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8 replies

  1. A parere mio l’uomo difettando di logica si abbandona alla passione, passione per i ricchi.
    È ovvio che chi ha molto da perdere quando scopre che il totem dell’impunità non è più certo, se la fa addosso e, prima si dà dell’idiota per non essersi accontentato del già esageratamente troppo che aveva… poi tornato lucido, si ricorda che i ministri della giustizia sono quasi sempre la lavatrice dei colletti bianchi sporco.

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  2. I ricchi e potenti sotto processo, povere stelle, se la fanno addosso. Nordio ha un’idea della solidarietà umana originale, figurarsi dell’amministrazione della Giustizia. Fa più ridere che rabbia.
    Credo che più che inadeguato a svolgere il ruolo di Ministro, sia un “caso umano”. Da studiare.

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  3. Sea avessi ricchi e potenti che mi sponsorizzano da una vita allungandomi briciole e avanzi dei loro milioni, probabilmente farei anch’io lo stesso: i loro esclusivi interessi.

    La categoria dei venduti (più precisamente corrotti) è sempre esistita, ma se il sistema invece che combatterli criticarli e condannarli li promuove, non possono che aumentare, e alzare il tiro.

    Se fossero furbi avrebbero pazienza e non esagererebbero, aspettando che il popolo\ rana finisca bollito senza proteste, ma sono bulimici e frettolosi, e se le alzi il fuoco troppo in fretta anche una rana si accorge che la stai ammazzando per mangiartela, e come minimo salta fuori dalla pentola, e come massimo ti ci butta poi te dentro.

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  4. ” e potenti tremavano come foglie e non dormivano da giorni perché avevano molto da perdere davanti al magistrato”

    Questa sarebbe una circostanza aggravante non un attenuante, a casa mia.

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