
(Massimo Gramellini – corriere.it) – Perché la maggioranza di governo si è messa all’opposizione di Sanremo? Perché sussulta ogni volta che sul palco qualcuno elogia la Costituzione o condanna il razzismo, cioè dice cose sacrosante e anche piuttosto ovvie che di sicuro non infastidiscono gli elettori di centrodestra, a meno di non voler supporre che i dieci milioni che guardano il Festival siano tutti orfani del Pd? Eppure Salvini parla di Sanremo come se si trattasse di una succursale della Festa dell’Unità, La Russa sostiene di non averlo ancora visto e il ministro della Cultura Sangiuliano, quasi volesse compensarne l’eccessivo sbilanciamento a sinistra, invoca per stasera un ricordo delle foibe.
Ora, lasciamo perdere Fedez, che lo ha esplicitato in modo brutale, stracciando la foto del viceministro travestito da Hitler (anche il viceministro, però…). E ammettiamo che gli «ideologi» del Festival abbiano davvero costruito la scaletta col preciso scopo di dimostrare che i diritti civili sono valori a cui la destra è refrattaria. Ma se era una trappola, perché cascarci dentro così?
I vecchi democristiani non lo avrebbero mai fatto: erano più furbi o, forse, più sicuri di sé. Questi invece hanno la sindrome di Calimero e nutrono il loro vittimismo con un costante complesso di inferiorità, peraltro smentito dai successi elettorali. Sono al potere, ma per un riflesso condizionato di comodo continuano a comportarsi come se fossero all’opposizione, oltretutto in un Paese governato non da Togliatti, ma da Amadeus.
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Il nulla che discute del nulla.
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Il titolo del tema, secondo me, dovrebbe essere perché una manifestazione canora venga costantemente e subdolamente usata come veicolo di ideologia politica, religiosa, di genere, ecc. A sto punto facciamo la par condicio pure per il Festival di Sanremo. (Tralascio inoltre che personalmente del Politically Correct ne ho già piene le 00).
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cioè il maestro del politically correct buonista ammette che Sanremo viene usato per veicolare messaggi di sinistra, e vorrebbe che la destra non si incazzasse. anche quando si parla della Costituzione, ne viene data una lettura tendenziosa e faziosa (Travaglio lo ha dimostrato bene nell’editoriale di oggi), dicendo che c’è una Nuova Resistenza formata da Benigni e Mattarella contro gli attacchi della destra e altre balle varie. e Gramellini pretenderebbe che la destra subisse in silenzio, altrimenti sono dei calimeri piagnoni che fanno vittimismo. ma potranno dire la loro, oppure solo la sinistra può farlo, dal palco dell’Ariston e dalle colonne dei giornali dove quotidianamente i radical chic alla Gramellini pontificano beatamente?
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