
(Rita Cavallaro – lidentita.it) – Non solo Latina, ma anche Roma Capitale era finita nel mirino degli affari di casa Soumahoro. Tanto che Karibu, la coop gestita dalla suocera del deputato di sinistra, Maria Therese Mukamitsindo, ormai era accreditata come partner dell’amministrazione comunale per partecipare a bandi regionali, nazionali ed europei. E dal 2016 a oggi ha ricevuto accrediti per due milioni 142.195 euro. Un fiume di denaro che la cooperativa riceveva regolarmente ogni trimestre, a volte con la causale “contratto di servizio di assistenza sociale residenziale e semiresidenziale”, altre con la dicitura più generica di “contratto di servizio pubblico”.
I PAGAMENTI
Solo quest’anno, dall’amministrazione guidata dal dem Roberto Gualtieri, Karibu ha incassato ben 207,994 euro. Cinquantacinquemila e cinquecento il 19 aprile con il numero di pagamento 47873. Poi il 17 maggio altri 53.300 con riferimento 65495. Un altro bonifico, il numero 0122892, è stato effettuato il 25 luglio con l’importo di 54.900 euro. E infine il 29 settembre, con mandato 0171889, il Campidoglio ha inviato all’azienda di Maria Therese altri 44.294 euro, per saldare i pagamenti del terzo trimestre. Proprio nei giorni in cui si insediava il nuovo Parlamento e Aboubakar Soumahoro faceva il suo ingresso a Montecitorio con gli stivali sporchi di fango e il pugno chiuso. La coop avrebbe dovuto successivamente ricevere i fondi dell’ultimo trimestre dell’anno, ma pochi giorni dopo quell’ultima tranche scoppiò lo scandalo su Karibu e Consorzio Aid, le due aziende dell’accoglienza finite nella bufera per la denuncia di una trentina, tra lavoratori e migranti, che accusano l’imprenditrice ruandese di non aver pagato gli stipendi e di aver maltrattato i rifugiati ospiti delle sue strutture, lasciandoli senza pocket money, cibo e acqua. Accuse alle quali la suocera di Soumahoro e la moglie Liliane Murekatete, coinvolta nella gestione di Karibu fino allo scorso ottobre, avevano risposto dicendo che non c’erano soldi, perché le amministrazioni erano in ritardo con i rimborsi. Giustificazioni poco plausibili e oggi ancora meno, alla luce del fatto che solo da Roma Capitale la coop di Sezze ha comunque intascato quest’anno oltre 200mila euro. L’azienda della suocera di Aboubakar lavorava stabilmente con il Comune di Roma. Da Virginia Raggi a Gualtieri, il fiume di denaro è bipartisan, anche se con la pandemia la macchina dei progetti si era un po’ ingolfata. Nel 2021, infatti, l’azienda di Mukamitsindo ha ricevuto pagamenti dalla Capitale per 30.303 euro: 8mila l’11 giugno, 6.200 e 2.900 il 9 settembre, 13.203 il 5 novembre. Nel 2020 la somma erogata ammonta a 62.622 euro, con due versamenti da 31.090 l’11 febbraio e 31.531 il 21 febbraio. Inoltre il 30 giugno 2020 Karibu è entrata ufficialmente nell’elenco dei candidati ammessi dal Dipartimento Progetti di Sviluppo e Finanziamenti Europei, al quale Roma Capitale aveva dato mandato di costituire una lista di privati tra cui individuare partner per partecipare ai bandi regionali, nazionali ed europei, con il coordinamento proprio di Roma Capitale. E la suocera di Soumahoro era riuscita a ottenere progetti per due aree tematiche: l’inclusione sociale e la migrazione. Così aveva potuto accedere al progetto “Farein Comune”, finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione Fami 2014-2020. Lo stesso fondo europeo attivato presso il Ministero dell’Interno al quale Maria Therese aveva partecipato al bando per i rifugiati, presentando il documento che noi de L’Identità vi abbiamo svelato in anteprima con la cifra monstre dei 65 milioni di fondi pubblici entrati nelle casse di Karibu negli ultimi anni. Fondi ai quali si aggiungono le gare vinte alla Regione Lazio, l’ultima nel giugno scorso per l’inclusione nel mondo del lavoro degli ucraini in fuga dalla guerra e per un valore totale di due milioni di euro. Poi gli affidamenti per le vittime della tratta sessuale, per le iniziative contro la violenza sulle donne bandite dalle Pari Opportunità e ovviamente i contributi pubblici per lo Sprar sia dal Viminale, con pagamenti per 25 milioni su un bando da mezzo miliardo, sia dalle Prefetture e dai comuni, perfino Termoli. E ora è spuntato il Campidoglio, dove i versamenti a Karibu salgono alla quota importante di 461.730 euro nel 2019, quando la coop ha ricevuto bonifici sostanziosi, tra cui anche 173.799 euro in unica soluzione il 18 gennaio oppure 127.115 il 22 novembre. Nel 2018 gli incassi dal Comune di Roma scendono a 135.669 euro, per toccare la vetta di 638.996 euro nell’anno 2017, quando l’amministrazione capitolina ha effettuato pagamenti multipli in un solo giorno. Il 20 settembre 2017, infatti, dal conto del Campidoglio sono partiti uno bonifico da 100.921 euro, un altro da 56.862, un terzo da 23.365 e l’ultimo da 22.744. Nel 2016, infine, Karibu ha ricevuto da Roma Capitale 292.376 euro.
FUOCO INCROCIATO
Un fiume di denaro di pubblico che la coop era riuscita a raggranellare negli anni, nonostante i conti non fossero in regola né l’azienda avesse pagato i contributi e nemmeno le tasse. Irregolarità che, solitamente, rappresentano motivo di esclusione dai bandi pubblici. Ma nessuno se n’è accorto, seppure, come ha spiegato nel question time alla Camera il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, Karibu avesse un “eccessivo indebitamento”, tanto che ora verrà commissariata, e Consorzio Aid “irregolarità non sanabili”. Ora è la Procura di Latina a procedere contro Maria Therese, l’unica di casa Soumahoro indagata per truffa aggravata perpetrata attraverso i contributi pubblici per l’emergenza migranti, false fatturazioni, altri reati fiscali e malversazione nella gestione di Karibu e Consorzio Aid. C’è inoltre un fascicolo parallelo, senza indagati né ipotesi di reato, sulle denunce di maltrattamenti arrivate dagli ospiti delle strutture di accoglienza gestite dalle coop. E ci sono poi le questioni legate ai mancati pagamenti dei dipendenti, che rivendicano crediti per circa 400mila euro in due anni. Stipendi non pagati che Mukamitsindo alla fine ha ammesso, davanti alla commissione dell’Ispettorato del Lavoro di Latina, riconoscendo inoltre che le sue aziende, in alcuni casi, non avrebbero effettuato il versamento delle retribuzioni dovute agli impiegati. Il tutto mentre transitava il fiume di denaro sui conti e gli amministratori delle società continuavano a percepire i loro compensi. E i coniugi Soumahoro compravano addirittura una villa da 475mila euro a Casal Palocco, pagata in parte con un mutuo da 275mila euro e i restanti 200mila con denaro da proventi personali. Il deputato è estraneo all’indagine ma anche contro di lui sono arrivate accuse dai suoi ex soci della Lega dei Braccianti, che gli contestano di aver fatto sparire proprio 200mila euro di una raccolta fondi del sindacato.
Se tutto fosse confermato gli stivali di gomma li dovrebbero indossare i braccianti sfruttati per prenderli tutte e tre marito moglie e suocera a calci nel culo
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Al di la della vicenda giudiziaria, emerge un fatto importante a cui nessuno ha dato risalto: nonostante cospicui finanziamenti milionari, l’azienda (che dovrebbe produrre e fare utili) è piena di debiti.
Stessa cosa accaduta a Riace. Ci avevano raccontato la favola che gli immigrati erano autosufficienti e vivevano del loro lavoro, ma poi si scopri che il Comune era pieno di debiti e non riusciva a pagare gli affitti delle case in cui erano ospitati gli immigrati.
E’ chiaro che di lavoro non ce n’è, perchè se ci fosse non avremmo disoccupati.
Se aprite una nuova attività, ad esempio una pizzeria, o fallite o fate fallire qualche altra pizzeria nelle vicinanze. Il vostro successo provocherà fallimento o meno incassi per i concorrenti che producono lo stesso bene/servizio.
Viene’ già prodotto tutto ciò che ci serve per vivere o per sfizio; ogni nuova produzione di beni/servizi diventa concorrenza a quella che c’era prima.
Quindi o si decide di dare un sussidio ai disoccupati/poveri o si dimezzano le ore di lavoro a parità di salario per far lavorare più gente. La prima opzione è più semplice e più economica, la seconda è più difficile e molto più costosa (si devono pagare anche i contributi).
Non ci sono altre alternative per far vivere dignitosamente tutti.
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I soldi li rubano i percettori del reddito!!!??
Le cooperative sono una piaga, pagano poco i dipendenti, sfruttano il personale, contributi bassi (chi va in pensione con i contributi versati dalle cooperative prende una miseria).
Dovrebbero abolirle, ma non possono perché molti servizi specialmente nella sanità, sono gestiti dalle cooperative che hanno dei costi molto più bassi. La maggior parte delle cooperative fanno riferimento al partito mafioso, il pd.
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Vorrei aggiungere un’altro appunto.
Mia moglie lavora per una cooperativa molto grossa di Torino. Hanno ricevuto una multa per degli illeciti di un milione di euro. I dirigenti cosa hanno fatto per recuperare la somma ( che poi sarebbero i veri responsabili) si sono trattenuti una percentuale del TFR da ogni socio per racimolare la somma. E questa è una delle migliori cooperative che ci sono a Torino, non oso immaginare cosa combini le altre, anzi alcune cose le so
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Una volta si diceva è partito dal Golfo Persico ora raggiunge il Bel Paese partendo dal Ruanda.
E poi dicono accà nisciuno è fesso.
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Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. Dicono.
E dietro a un omino piccolo piccolo?
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Mai lette un simile cumulo di stxonzate come quelle che hai elencato.
Tralascio la tua ossessione per Mimmo Lucano e vado alle tue intemerate contro il concetto di cooperativa.
Ti chiarisco le idee:
Nel codice civile italiano, una società cooperativa è una società (abbreviata in Soc. Coop.) costituita per gestire in comune un’impresa che si prefigge lo scopo di fornire agli stessi soci (scopo mutualistico) quei beni o servizi per il conseguimento dei quali la cooperativa è sorta.
Capisaldi del sistema cooperativo sono i principi di mutualità, solidarietà e democrazia.
Funzione sociale
A norma dell’articolo 45 della Costituzione la Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata.
NON HANNO FINI DI LUCRO.
Eventuali utili vanno distribuiti a tutti i soci o reinvestiti nell’attività.
In Italia operano migliaia di cooperative e fino a 20 anni fa non davano adito a scandali.
Famose sono Coop nella GDO, una cooperativa associazione fra consumatori ai quali, a chiusura di ogni anno contabile, vengono distribuiti utili in forma di buoni spesa mentre altri utili vengono usati per opere di beneficenza e finalità sociali delle comunità.
CONAD è una cooperativa tra dettaglianti, che si mettono insieme per creare dei CEDI, uffici marketing, soprattutto potere contrattuale nelle trattative per l’acquisto della merce da vendere.
Conserve Italia è un gigante nell’agroalimentare con il marchio Valfrutta.
Mela Melinda è un consorzio fra cooperativa trentine nella produzione, stoccaggio, distribuzione di frutta con intensa attività pubblicitaria.
Manutencoop è il gigante nazionale nel Facility Management, con la sua Rekeep spa, occupandosi di gestire una miriade di servizi a grandi imprese ed enti pubblici.
E tante altre realtà di successo che rispettano chi vi lavora.
Poi sono apparse le coop di “Destra”, cioè quelle amministrate da pirati che sfruttano i soci lavoratori, che sono spesso in mano a mafiosi.
E dei cui servigi si avvalgono altri maneggioni, tipo quelli in orbita CL, una mafia fascioclericale che lottizza gli appalti come una qualsiasi associazione di criminalità organizzata, ma con la copertura del potere politico.
Oggi l’ignoranza che si nutre di superficialità fa credere che ogni malefatta sia ascrivibile al PD, va bene, ma ricordo che la coop del criminale Buzzi associato all’altro Giglio Carminati, faceva affari soprattutto con la destraccia romana di Alemanno e dei forzamafiosi.
Che nel caso di Soumahoro & Family ci siano state appropriazioni indebite pare un fatto che emerge dalle indagini.
Ma si ritorna al solito punto: esistono dei controllori incaricati di certificare annualmente i bilanci o vale l’autocertificazione?
Mi ricordano i casi di falsi RDC erogati a favore di spregiudicati ladri, pregiudicati e furbi.
Chi ha controllato che ne avessero diritto?
Boh.
Ma è un motivo valido per abolirlo?
Allo stesso modo se ci sono amministratori delinquenti è il caso di abbattere tutte le coop?
Approfondisci prima di vomitare insulti.
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Mi spiace per jolly boy , ma ho personale esperienza di una coperativa di sinistra che rubava sistematicamente i contributi dei lavoratori al fine di pagarli per le pensioni dei soci fondatori che stavano a casa e fare altro ! A me mancano quei 10 anni di contributi e se li avessi potrei già essere in pensione…
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