(Tommaso Merlo) – In Italia è in atto una repentina restaurazione. Quello sulla giustizia è solo l’ultimo atto. Lo tsunami elettorale del 2018 sta finendo in nulla e i pilastri del vecchio sistema nostrano sono ancora tutti in piedi. Gli stessi partiti con le stelle classi dirigenti, le stesse lobby e la stessa stampa al seguito, le stesse magagne di sempre e la stessa irrespirabile sottocultura politica. Del resto per cambiare un paese i rivoluzionari devono sconfiggere i conservatori, non scenderci a patti o diventare come coloro. Nulla di trascendentale. Quello del 2018 à stato un tentativo rivoluzionario pacifico e democratico raro, ma che sta miseramente scemando. Un cocente delusione che si spera almeno serva da lezione per chi ancora desidera cambiare l’Italia per davvero. Il cambiamento democratico vero si genera solo ed esclusivamente dal basso, dai cittadini, dalla strada. Da coloro che soffrono sulla loro pelle i problemi reali e quindi sono portatori di sana rabbia e determinazione a risolverli. Cittadini estranei a intrecci incestuosi di potere e che non avendo nulla da perdere son capaci di slanci ideali coraggiosi. Il vero cambiamento è questione di idee, ma anche di chi s’impegna a realizzarle. Motivazione, attitudine, spinta. Politicanti in carriera e caste tecnocratiche sono di tutt’altra pasta conservatrice. Al di là delle panzane da campagna elettorale, quello che davvero gli interessa è se stessi. La propria carriera, il proprio potere, il proprio partito e quindi il sistema in cui sono emersi. Politicanti e caste che più sono organici al sistema più vengono premiati. Il cambiamento vero non gli conviene e quindi non lo vogliono e se qualcuno ci prova lo attaccano brutalmente. Proprio come successo al Movimento che è tollerato solo da quando si è messo a cuccia. Ed è per questo che in Italia non cambia mai nulla. Politicanti e caste sono a guardia del sistema e si scannano tra loro su dettagli marginali per distinguersi dalla concorrenza e aizzare le proprie tifoserie, ma sotto sotto la pensano tutti allo stesso modo. Proprio come dimostra l’ennesimo mega inciucio di questi mesi. Pensiero unico con destra e sinistra che sono più che mai la stessa roba. Per questo in Italia non cambia mai nulla. Niente di trascendentale. Il cambiamento vero si genera solo dal basso, dai cittadini, dalla strada. Il cambiamento concesso dall’alto è un solo un contentino per tenere buone le masse, dettagli marginali che non intaccano la rotta neoliberista, fumo propagandistico senza nessun arrosto. Un tempo erano i partiti ad avere il ruolo democratico di portare le istanze dei cittadini nei palazzi, ma quel ruolo lo hanno disatteso mettendosi al servizio prima di strampalate ideologie e poi delle lobby e poi di se stessi. Diventando esclusive società di marketing elettorale e di spartizione di poltrone. Leader massimi, caste gerarchiche, tifoserie social. Tattiche, propaganda. Tutto fumo propagandistico e niente arrosto. Con l’Italia sempre più a fondo e una esasperazione tale da aver generato addirittura un raro tentativo rivoluzionario democratico e pacifico. Stravinte le elezioni del 2018 il Movimento aveva una forza politica talmente rilevante che è riuscito ad imporsi sui conservatori e strappare traguardi importanti, dimostrando come al di là delle ipocrisie retoriche, i cittadini valgono cento volte politicanti e caste se vogliono. Perché in democrazia contano le idee e la determinazione a realizzarle, tutto il resto sono dettagli burocratici. Ma il Movimento nei palazzi ha perso rapidamente spinta e coesione. E più si è mischiato col sistema, più ne è rimasto contagiato finendo per scemare miseramente. Del resto i rivoluzionari devono sconfiggere i conservatori per cambiare un paese, non scenderci a patti o diventare come coloro. Ma certe imprese storiche richiedono costanza e consapevolezza da parte dei suoi protagonisti. Oggi siamo arrivati addirittura alla nascita del contismo e al Movimento che si appresta a trasformarsi in partito, una resa alla restaurazione e una triste illusione. Il cambiamento democratico vero si genera solo ed esclusivamente dal basso, dai cittadini, dalla strada. Una lezione che non va dimenticata da chi desidera ancora cambiare l’Italia per davvero.