
(Tommaso Merlo) – Le identità sono solo creazione mentali. Noi non siamo altro che esseri umani di passaggio su questa sferica e roteante nave che è il pianeta. Ma invece di goderci il viaggio in santa pace, ci auto appiccichiamo e ci facciamo appiccicare addosso delle identità. Nazionali, locali, politiche, razziali, di genere, sociali, professionali. Strati, combinazioni. Noi siamo “dove cresciamo”. È lì, in quella famiglia, in quella città, in quel paese, in quell’ambiente sociale che ci creiamo un’identità. A quel punto ci illudiamo di essere quella identità e quindi la difendiamo perché perdendola perderemmo noi stessi. Illusioni che causano paura. E dove c’è una paura prima o poi arriva un politicante a specularci sopra. È la storia degli ultimi decenni, quando la devastante ingiustizia sociale ha costretto i popoli a rimettersi in cammino verso il mondo ricco facendo traballare le sue fragili certezze. Culture a contatto con altre culture. Identità a contatto con altre identità. Tensioni e paura. Del cambiamento, di perdere la propria identità. Coi politicanti ad accorrere in soccorso dei loro elettorati, promettendo sicurezza e annunciando confini, muri, fili spinati. Per arginare la diversità, per contenere chiunque minacci il bene supremo, la propria identità. Come se entrando in contatto con essere umani dall’identità diversa si potesse perdere la propria. Come se la diversità fosse contagiosa e bastasse il contatto con un diverso per infettare la propria sacra natura identitaria. Già, peccato che in realtà le identità sono durissime da sradicare. Ci hanno provato invano perfino i dittatori del secolo scorso. Alcune identità perdono senso strada facendo, altre si rafforzano. Ma noi siamo “dove cresciamo” e quello sostanzialmente rimaniamo fino alla fine. Altro che propaganda. I popoli si muovono, ma i figli dei migranti sono “dove crescono”. Cambierà un pochino la confezione, ma non certo la sostanza. Lo insegna la storia, anche quella nostrana. Quello che invece può succedere è che alla propria identità se ne aggiungano di nuove. Un esempio è quella europea. Quando finalmente sorgerà la Repubblica continentale non scomparirà l’identità italiana, ma a quella si sommerà l’identità europea. Come uno strato in più, un livello in più. Una crescita, una evoluzione. Nel bene e nel male rimarremo quello che siamo. Altro che propaganda. La nostra società sta cambiando profondamente e a ritmi vertiginosi. Conseguenza di un mondo sempre più piccolo e interconnesso. Conseguenza di un mondo troppo ingiusto per continuare a roteare come se nulla fosse. Si muovono i popoli, s’incontrano diverse identità. Combinazioni nuove. Strati nuovi. Un’era che offre grandi opportunità di crescita. Perché la diversità stimola, la diversità da sapore alla propria esistenza e ci aiuta a vedere al di là dei confini mentali che ci opprimono. Ma invece di approfittarne passiamo il tempo a difendere identità che sono solo creazioni mentali. Identità che non sono chi siamo veramente. Identità che non sono affatto in pericolo. Perché siamo “dove nasciamo” o lo rimarremo per sempre. Non siamo altro che di passaggio su questa sferica e roteante nave che è il pianeta. E la cosa più intelligente che possiamo fare è goderci al meglio il viaggio. Consapevoli che l’unica identità che ha senso, è quella di essere umani.
Immenso Tommaso!! Tranquilli l’italianità già non esiste più, si sta’ solamente cercando di non farlo capire a Salvini e Meloni o farglielo digerire con molta calma
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Infatti, siamo dove nasciamo.
Ma è proprio vero? Certamente dopo generazioni da quando ci siamo spostati, ma le prime e le seconde generazioni, ben lo vediamo, risentono molto dell’educazione ricevuta in famiglia, delle credenze, dei valori, dei costumi a volte molto diversi da quelli del Paese di accoglienza. Usi e costumi che in casa vengono mantenuti – sempre più spesso vissuti in interi quartieri in cui l’estraneità di soffre meno perché si è”fra noi’ – e fatti percepire dai figli che li faranno propri, come faranno proprie la nostalgia di radici diverse, di una famiglia d’origine che vive altrove, di diverso cieli, diversi modi di stare insieme, di mangiare, di amare, di pregare. Tutti legittimati ad esistere e prosperare.
Non c’è forma di razzismo più subdola e vergognosa – costantemente propagandata per giustificare la creazione di un immenso mercato di desideri,saperi, lavoro, sfruttamento, morti, nuove povertà e vecchi gioghi – che legittimare questo forzato spostamento di vite dove “servono” in nome dell’amore e della solidarietà. Adesso sono selvaggi, ma poi quelli che nascono diventeranno”come noi”. Che conquista! Che immensa conquista. Normalizzeremo l’intero mondo? Le differenze verranno “finalmente”cancellate in una omologazione valoriale e mercantile totale. Ma non siamo quelli che le differenze le accettano e le amano? Ah, si, ma solo quelle che scegliamo noi, un po’di folclore, giusto per allargare ulteriormente il mercato con prodotti esotici, musiche nuove, contaminazioni di idee alla moda che fanno tanto upperclass.
Diventeranno tutti uguali, poi, gli esiliati, tutti come il padrone bianco. Magari se ci mescoliamo risulteremo solo un po’abbronzati, vuoi mettere che sciccheria?
Che gioia. Intanto, per chi parte – costretto in varie forme. o abbindolato- ci sono dolore e pericolo, speranze sempre più spesso disilluse, estraneità, disperazione.
Ma venite, e soprattutto figliate. Abbiamo bisogno di nuove giovani braccia. Di sfruttabili a poco prezzo, di schiavetti per le case degli”accoglie”che vogliono risparmiare sul salario.
Un giorno forse saremo tutti uguali, tra qualche anno o qualche generazione.
Intanto l’importante è che si parta, e che si arrivi, a qualunque prezzo. Del domani non vi è certezza.
Non ci rendiamo neppure più conto del vergognoso totalitarismo ideologico e culturale che stiamo creando.
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ma certamente
vede le Banlieue in Francia o il Kreuzberg a Berlino, o il Pilastro a Bologna,
dove risiedono le prime e le seconde generazioni
di non autoctoni come sono integrati e “assimilati”
ho l’impressione che il totalitarismo ideologico sia di quelli
che vorrebbero che tutti apparissimo uguali,
uguali ovviamente a loro.
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È esattamente quello ho scritto.
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Infatti, nella civiltà del politicamente corretto non manca mai l’occasione di ribadire l’importanza della diversità, la sua tutela e il suo rispetto.
Il paradosso è che la tutela della diversità venga sistematicamente condizionata da una cultura omologante che pretende riportare tutto ad un’unica dimensione, l’importanza della varietà dei fenomeni nella loro manifestazione.
Tieni conto, Carolina. che l’omologazione che porta allo scempio di tutte le diversità multi etniche culturali estetiche e cromatiche (che di primo acchito si direbbe destinata a partorire una umanità universalmente ed esteticamente monocromatica di colore e di sapore giallastro) procede in modo più sottile di come la si immagini. Le diversità non spariranno, né le diversità etniche, né culturali, né gastronomiche, né linguistiche forse….semplicemente perderanno di senso.
In riferimento al “Diventeranno tutti uguali”, a mio avviso, le diversità etniche persisteranno ma non saranno più l’identificazione di un popolo, di una storia, di una cultura ecc, bensì saranno lo sfizio di genitori capricciosi davanti al genetista che tiene l’embrione del figlio in vitro, i genitori potranno avere il figlio “à la carte”. Non ci sarà che l’imbarazzo della scelta: biondo con gli occhi azzurri, oppure nero, alto e muscoloso come un guerriero masai, oppure magari se è una femmina, con gli occhietti a mandorla come una principessa d’Oriente, “a salvaguardia della diversità”. Il fatto è che se lo sceglieranno tutti immancabilmente bello, e già questo fa capire che la diversità sarà solo posticcia e illusoria, una diversità di plastica insomma…
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No, gentile @beyond, le diversità, ormai prive di un luogo e di un senso, rimarranno e saranno foriere di continue lotte, continue guerre, una balcanizzazione dell’intera Europa, la prima a soccombere. In tanti ne approfitteranno, in tanti ci guadagneranno. Non a caso chiamiamo balcanizzazione i territori dove da sempre non riescono a convivere vicini di casa ma con culture e costumi e religioni diverse, che si odiano da secoli e da secoli cercano di sopraffarsi l’un l’altra.
Non ci possono essere il territorio di tutti, le risorse di tutti, le case di tutti, l’uomo è un animale territoriale e gregario, non è un “figlio di Dio” al quale si può chiedere di andare oltre la propria natura.
E la natura si farà sentire, molto presto. E saranno guai, temo.
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Visto sotto questa luce concordo.
Che poi non è molto lontano da ciò, che alcuni giorni fa, ho espresso in questo commento:
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spero che l’immagine usata come cappello dello scritto sia stata messa
come esempio negativo dell’identità
nulla di più identitario che i BLM
l’autore si dia pace
la sua è una inutile utopia da gesuita dello scrivere
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Tutta sta bella predica per contrastare la politica di Slavini e Meloni, e per concludere che “l’unica identità che ha senso è quella di esseri umani”? Ma che scoperta! che apparteniamo tutti alla razza umana e siamo tutti uguali di fronte alla legge ci eravamo arrivati a capirlo anche noi, e pure nostri avi, da un pezzo. Ma ciò nonostante siamo tutti diversi l’uno dall’altro, come diverse e uniche sono le nostre impronte digitali, il nostro aspetto, la nostra educazione e storia personale, la nostra intelligenza, la nostra capacità e le nostre diverse attitudini al lavoro, all’arte, alla vita sociale. La vera ricchezza dei popoli sta proprio nella molteplicità e diversità degli individui che la compongono. E nel corso dei secoli, la diversità di condizioni storiche e ambientali ha determinato anche diversità fisiche e culturali tra un popolo e l’altro. Perchè cancellare o voler ignorare queste diversità? per avere individui tutti uguali come fatti con lo stampino (o la stampante 3D?), addirittura di sesso neutro, percepito, indistinto o variabile? Ma stiamo impazzendo? o inseguendo l’aberrante corrente che ci vuol portare al pensiero unico, solo perchè ci si vuol costringere ad accettare una immigrazione assurda con le modalità in atto, incontrollata e forzata, e all’approvazione dell’ambigua e pericolosa legge Zan??
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Qualcuno dica al Merlo che mediamente, ogni singolo mese 2 lingue spariscono per sempre.
Due religioni, due civiltà, due culture tradizionali, due memorie storiche di popoli che adesso non ci sono più. non c’é la lingua per raccontarle, per ricordarle. Niente.
Ci sono nazioni come la Georgia dove a scuola insegnano in inglese.
Non so se ci rendiamo conto.
Questa è l’omologazione che piace a Merlo?
Andasse a farsi un giro per qualche banlieu, poi lo vede anche da solo che vuol dire avere RADICI altrove, e non chiacchiere come fa lui.
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Perchè fermarsi all’ identità di esseri umani? E gli scimpanzè con cui siamo identici al 98,5% e che però torturiamo per lo più inutilmente? E tutti gli altri esseri viventi, da cui discendiamo e che ci sono progenitori?
E potremmo andare indietro … siamo tutti figli delle stelle.
La politica dello strappacuore. Ben direzionata, ovviamente: il cuore ci si deve strappare solo riguardo a ciò che giova “lassù”. Dove si può ciò che si vuole.
Perchè quando il cuore viene fatto funzionare, il cervello tace.
L’ hanno inventata apposta.
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Vedi che mangi troppi Baci Perugina.
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Meglio il Piemonte Caffarel.
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