Vi spiego perché Zinga ha blindato Conte

(Gianfranco Pasquino – formiche.net) – Lasciamo da parte il retroscenismo estivo, e guardiamo al sodo. Zingaretti blinda Conte per due motivi. Perché questo governo deve eleggere a tutti i costi il prossimo capo dello Stato, e tenere i sovranisti lontani dal Colle. L’affondo di Gianfranco Pasquino

“Questo matrimonio s’ha da fare”, intimò don Nicola Zingaretti. Gongolante divenne il Conte di ritorno da un faticoso viaggi fra i frugali olandesi che di tutti luoghi lo avevano portato a pranzo in un ristorante italiano all’Aia. Per il conto, naturalmente, annunciò Mark (Rutte), we go Dutch (alla romana).

Rattristatissimi, invece, i retroscenisti oramai raggiunti dai commentatori politici che, avendo dato per finito il governo a maggio, poi a giugno, poi a fine luglio, settembre e oggi stesso, con Massimo Franco sul “Corriere”, a ottobre, non sapevano più dove sbattere la testa –fino alla prossima indiscrezione di Giorgetti e di un, comprensibilmente, Innominato più o meno dem.

No, non è Calenda la gola profonda, lui se parla vuole assolutamente essere menzionato. Lo stabilizzatore Zingaretti, che molti danno a sua volta per sfidato da quel Bonaccini emiliano che ha strabattutto la Lega di Salvini, ha, semplicemente, “blindato” il Conte e il suo governo, nel quale sembra ci siano molti ministri del Partito Democratico, alcuni anche bravi.

Se andiamo oltre l’inutile chiacchiericcio (ce lo chiedono gli italiani, sic), Zingaretti sa due cose importantissime. La prima è che chi non vuole destabilizzare un governo di cui fa (grande) parte deve evitare inutili critiche al capo del governo meno che mai quando sono in corso alcune battaglie epocali: in Italia la (non)concessione ad Aspi; in Europa i Recovery Funds da decidersi il 17 e 18 luglio.

È imperativo che Conte arrivi sostenuto da tutti gli alleati della coalizione. Se poi ci sarà anche il sostegno del noto europeista Berlusconi e dell’ancor più noto europarlamentare Calenda, allora l’esito positivo arriverà su un piatto d’argento (o quasi). La seconda cosa che Zingaretti sa è stata comunicata a tutti da molto tempo. La differenza è che Zingaretti ha buona memoria, mentre molti commentatori si ingarbugliano nelle loro previsioni e nei loro pregiudizi.

Questo governo giallo-rosa deve durare per due buonissimi motivi. Da un lato, perché nel gennaio-febbraio 2022 toccherà a questo Parlamento il compito di eleggere il successore di Mattarella ed è preferibile che non ci sia una neo-maggioranza di centrodestra a farlo.

Comunque, rimaniamo in attesa della rosa dei nomi (Casellati in testa, poi Calderoli) del centro-destra. È un gioco di società al quale non possiamo rinunciare. Dall’altro, perché, ebbene sì, nelle democrazie parlamentari spesso chi governa lo fa anche, con buona pace di Paolo Mieli, per tenere lontani dalla stanza dei bottoni e dei pulsanti alcuni oppositori che li azionerebbero a tutto discapito non solo dei governanti in carica, ma soprattutto e visibilmente della influenza italiana nell’Unione Europea.

La carta sovranista ha perso quasi tutto il suo valore durante il Covid-19. È diventata un due di picche. Zingaretti preferisce qualcosa che assomigli al settebello (insieme a lui spero che questa carta si trovi nella manica della giacca di Paolo Gentiloni).

Impedire che i sovranisti italiani, mascherati e mascarati, si assembrino a Bruxelles è un obiettivo nobile. Forse non c’è bisogno di un vero e proprio matrimonio fra Pd e Cinque Stelle, con il rischio che irrompa il Dibba furioso. Basterebbe fare funzionare meglio la convivenza che in politica si chiama coalizione. Yes, they can.

5 replies

  1. Quanto scritto può essere vero. Quel che è certo, a mio parere, che il governo regge almeno fino a novembre. Se vince Trump, continua; se vincono i Democratici, Zingaretti è fatto fuori dai suoi stessi compagnucci “obamisti”, Renzi in testa, e il governo cade.

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  2. Quindi Dibba è furioso e Zingaretti è scaltro (almeno dallo scritto)?
    Ma non è stato Zingaretti a rilasciare dichiarazioni, alla fava sul MES, per due volte prima di due consigli europei, di fatto indebolendo la posizione di Conte?

    Questo peana a Zingaretti da parte di Pasquino mi delude molto; Zingaretti, uno dei peggiori presidenti della regione Lazio, sembra inconsapevole di tutto.

    Un’altra cosa che odio e che spesso trovo nei commentatori schierati di centro-dx e centro-sx è il dare per “assodati” alcuni fatti e ripeterli più volte in modo che diventino degli assiomi per l’elettorato.
    Faccio un esempio: “… nel quale sembra ci siano molti ministri del Partito Democratico, alcuni anche bravi.”
    Bravi? Chi e perché, che cosa hanno fatto? Perché altrimenti la frase perde totalmente di senso.
    Di ministri bravi del PD onestamente faccio fatica a trovarne; a parte Conte, mi è piaciuto Speranza per la pacatezza e la gestione della sanità in questo periodo, ma è di Leu, trovo che la Azzolina, malgrado le critiche ingiustificate si stia impegnando molto. Ma quelli del PD, non pervenuti (lasciamo perdere la De Micheli che andrebbe cacciata a calci nel deretano).

    Infine, il vizio di questi pidusti nella riesumazione del berlusca o dell’esaltazione di un nulla come Calenda (pure qui, perché sarebbe competente, cosa avrebbe fatto di buono nella sua vita?) “… se poi ci sarà anche il sostegno del noto europeista Berlusconi e dell’ancor più noto europarlamentare Calenda, allora l’esito positivo arriverà su un piatto d’argento (o quasi)”.

    Premesso che gli obiettivi sull’evitare che il centro-dx italiano si accaparri la Presidenza della Repubblica sono condivisibili, ritenevo Pasquino una persona di intelligenza sopra la media, ma con questo articolo, davvero scarso, sono costretto a ricredermi.

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  3. I giornalisti dovrebbero dare notizie, ovvero fatti, invece non solo si limitano a riferire le loro opinioni che, se fossero giudizi sui fatti, almeno potrebbero essere fonte di riflessione e potrebbero essere comparate con le opinioni di altri. No, non si accontentano: devono anche profondersi in illazioni su questo e quello, sui motivi per cui uno fa o dice qualcosa… meritiamo di meglio!

    Bruttissima poi la è la frase: “insieme a lui spero che questa carta si trovi nella manica della giacca di Paolo Gentiloni”. Certo, non spera che il sette bello gli sia stato fornito nella distribuzione delle carte… no! Lui spera che Paolo Gentiloni sia un baro! Ovviamente non ha minimamente pensato al significato delle sue parole, che nascondono la soggiacente attitudine di ottenere i risultati non con il merito e il lavoro onesto, ma con la truffa.

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