(Giancarlo Selmi) – Non so quanto ci sia da ridere, guardando l’evoluzione di questo mondo in cui viviamo. Evoluzione della quale questi tre figuri nella foto sono corresponsabili. Siamo alla cacca, eppure essi ridono.

Ridono di un Paese, il nostro, che hanno contribuito a distruggere, fieri della loro opera, contenti della loro vita serena, ignavi o persino soddisfatti della condizione di chi, per colpa loro, non giunge alla fine del mese, non ha soldi per uno zainetto per il proprio figlio, né per portarlo una volta, fosse solo una volta, al cinema o allo stadio.

Ride il Gentiloni, quello che doveva “federare” il centrosinistra e che di sinistra ha nulla e che di sinistra non ha fatto nulla nella sua vita, a parte sorpassare in autostrada. Ridono, contenti del massacro di un popolo a cui è tolto il diritto di esistere, del massacro di un altro mandato a immolarsi da loro e al posto loro.

Ridono, queste iene, dopo il pasto. Dopo essersi mangiato in un colpo solo, prospettive di pace e progresso di un intero continente. Prospettive sostituite da una transumanza di denaro nelle tasche dei produttori di morte, la più grande della storia. Non nella costruzione di un esercito comune, che avrebbe preteso meno risorse. Ma avevano fretta, loro, dovevano “fare subito”.

Ridono in un delirio guerrafondaio. Veri fascisti annidati e infiltrati in un’area politica che a loro non dovrebbe, non deve appartenere e non appartiene. Ridono mentre milioni di persone piangono. Ridono, in un’apoteosi di cinismo disgustosa e insopportabile, mentre giovani di 18 anni e incolpevoli bambini, continuano a morire, mentre l’assenza di corrente elettrica impedirà l’accensione delle incubatrici e la nascita di nuovi palestinesi.

Ridono…