
(Tommaso Merlo) – Gli americani gli hanno riempito i magazzini di bombe ed Israele sparge morte e distruzione anche tra i civili libanesi. Si tratterebbe di “escalation per la de-escalation” a sentire gli strateghi di Tel Aviv. E cioè vorrebbero spaventare gli Hezbollah in modo da convincerli a smettere di colpire il Nord della Galilea e permettere agli sfollati israeliani di tornare a casa. Questo mentre è un anno che Nasrallah ripete che se Israele sigla un cessate il fuoco a Gaza, anche loro si adeguerebbero. Ma figurarsi. Netanyahu ed i suoi complici non hanno interrotto il genocidio a Gaza nemmeno per un giorno ed hanno boicottato ogni accordo con Hamas. Accettare la proposta di Nasrallah e senza aver raggiunto nessuno obiettivo militare a Gaza se non una bieca vendetta, sarebbe stata una doppia e gravissima sconfitta per loro. Israele poi tradizionalmente non tratta. O fai come dicono loro o ti aggrediscono finché non cedi. Fasciosionismo che conoscono benissimo i palestinesi. Per gli israeliani compromesso è sinonimo di sconfitta, non vogliono abbassarsi al livello di gente che ritengono inferiore e che per loro dovrebbe giusto sparire dalla circolazione. E chiunque osi mettersi di mezzo è un antisemita o un terrorista a prescindere. Ma il problema lungo il confine tra Israele e Libano è oggettivo con Hezbollah che ha la possibilità di colpire anche in futuro. Israele vuole una fascia di sicurezza tra l’altro prevista da una risoluzione ONU a seguito della guerra del 2006 e mai applicata, col mistero di cosa ci faccia il contingente italiano da quelle parti. Ma dato che Netanyahu ed i suoi complici sono dei bugiardi patologici, i bombardamenti e gli attacchi terroristici delle radioline in Libano, potrebbero in realtà essere l’ennesimo tentativo di escalation e basta. Provocare cioè gli Hezbollah in modo che una loro reazione veemente convinca gli americani ad entrare direttamente nel conflitto. Del resto bombardare a tappeto dal cielo non è servito a sconfiggere Hamas, figuriamoci Hezbollah enormemente più addestrato, equipaggiato e sparso su un territorio molto più vasto. Difficile poi pensare che gli Hezbollah non abbiamo previsto gli ormai classici bombardamenti israeliani in decenni che si preparano. Finora Libano ed Iran hanno calibrato le loro reazioni per evitare un conflitto regionale, sanno che è il sogno di Netanyahu che ha paura e pure fretta. Senza gli americani è spacciato ed è a fine corsa. Anche l’attacco di terra israeliano sembra improbabile o comunque tenuto come ultima opzione, gli analisti militari ritengono gli Hezbollah nettamente superiori sul loro terreno soprattutto rispetto ad un esercito israeliano stremato ed impegnato su più fronti. Agli Hezbollah non converrebbe quindi reagire ma continuare come se nulla fosse una strategia di logoramento magari allargata a tutta la Galilea che gli permetta al tempo stesso di tenere fuori gli americani ed assistere all’implosione del regime di Netanyahu. Bisogna però vedere quanta devastazione i libanesi possono tollerare. Le vittime civili possono incolpare gli Hezbollah per quanto subito oppure prendersela con loro se non reagiscono a dovere. E gli strateghi di Tel Aviv puntano anche su questo. Una strategia dell’escalation permanente che ignora la situazione a casa loro. Quello che doveva essere il paradiso degli ebrei si è trasformato nel loro inferno. Lo stato israeliano non è in grado di garantire nemmeno la basilare sicurezza e stabilità che ha storicamente promesso ai coloni. E dopo un anno di guerra, è in ginocchio. A livello politico, sociale, economico e se lo diventasse anche a livello militare rischia la fine. Stanotte son suonate le sirene in Galilea con oltre un milione di israeliani rinchiusi nei bunker, ulteriori sfollati e attacchi di panico. La guerra più lunga e devastante di tutta la sua storia e senza nessuna prospettiva politica all’orizzonte. Stanno cocciutamente ripetendo le solite fallimentari ricette militari da decenni. A Gaza, nei Territori Occupati e anche in Libano. Coi problemi che si aggravano invece di risolversi ed un paese mai stato così debole ed isolato. Eppure insistono a voler imporre la propria volontà con la violenza come quando sono sbarcati. Insistono a rifiutare di trattare gli altri alla pari e negoziare. Non riescono a capire che l’unica vera soluzione strategica è la pace.
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Infatti la coerenza non è il suo pregio…ecco cosa dice la Elly … hahahha: “Referendum sulla cittadinanza, l’appello di Schlein per le firme: “L’inclusione sociale è ciò che rende più sicura una società””
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finché la guerra piace inevitabile è che la pace giace.
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Usavo il termine Sionazi, ma anche fasciosionisti è molto buono. Comunque, si credono inarrestabili ed al culmine della loro potenza. E più dura sarà la caduta, con godimento delle persone per bene. Unico rammarico, la striscia orrenda di sangue che lasciano dietro di loro e il possibile coinvolgimento di tanti (ma non troppi, purtroppo) Ebrei assennati che da sempre si rendono conto che queste stragi hanno solamente conseguenze nefaste
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Mi sa tanto che il Libano sia una tappa ..l’intenzione USA è di entrare in Siria e in IRAN….I sionisti centrano ben poco.Insomma la colpa bisogna darla a qualcuno o no? Se così fosse all’interno del popolo ebreo ci dovrebbe essere una sollevazione generale con l’uccisione di BB,che rimarrarà in vita fino a che non diventerà scomodo agli USA.
Comunque tutte le guerre hanno trovato l’appoggio delle chiese o religioni ed in nome di esse qualcuno ci ha guadagnato(capitale) e altri ci hanno rimesso la pelle.
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Aggiornamenti dal Libano:
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Interessanti questi video, grazie. Mi è particolarmente piaciuto – è un modo di dire visto l’argomento – quel signore di nome Matteo, equilibrato e con le idee chiare e determinate
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Quello è Matteo Rubboli, il Piero Angela 2.0 si potrebbe dire. E’ il direttore/fondatore di Vanilla Magazine che normalmente si occupa di Storie, però ha fatto anche il canale personale.
E’ anche amico di Pubble.
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Questa sera al tg3 da vomito… sono arrivati al punto di dire che Israele ha paura dei missili degli Hezbollah!
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In effetti ce l’hanno, Hezbollah ha tirato anche un un missile balistico su Tel Aviv anche se intercettato.
Per il resto: gli USA sono già in Siria con la base di Al Tanf, mentre in Iran, stranamente, il precedente premier è stato sostituito da uno più morbidoso ,che adesso è in visita negli USA a parlamentare di cose varie ed eventuali.
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