L’Agenzia delle Entrate di Rovigo ha intimato a una donna di saldare immediatamente un bollo auto che non risulta pagato da ben sei anni. Peccato che quella macchina non era ancora stata prodotta

(Gian Antonio Stella – corriere.it) – Aveva ragione il grande Ennio Flaiano: «Dopo la calata dei Goti, dei Visigoti, dei Vandali, degli Unni e dei Cimbri, la più rovinosa per l’Italia fu la calata dei Timbri». E spiegava: «Erano costoro barbari di ceppo incerto, alcuni dicono autoctoni, dall’aspetto dimesso e famelico, che ispiravano più pietà che terrore». E in effetti, davanti al caso della svista burocratica capitata a Maria Costanza Cozzi, una settantenne nata a Bari ma residente a Rovigo, nel mitico Nordest che un po’ se la tira lustrando i bottoni della propria efficienza, non sai se provare più pietà o orrore.
Ignara d’aver commesso una gravissima infrazione, infatti, la signora è stata raggiunta da una diffida dell’Agenzia delle Entrate del capoluogo polesano, dove l’ufficio riscossione ha sede forse non a caso in via del Sacro Cuore (trafitto), che le intima di saldare immediatamente, guai a lei se non lo fa, un bollo auto che non risulta pagato da ben sei anni. Per l’esattezza: 217,18 euro di tassa automobilistica per il 2017, più 62,34 di sanzione per il ritardo, più 20,00 di interessi, più 5,73 di altri oneri, più diritti di notifica e spese esecutive per un totale di 342,12 euro.
E si sbrigasse, ammonisce l’agente per la riscossione: «Qualora Lei dovesse pagare dopo tale data, alla somma indicata andranno aggiunti anche gli ulteriori interessi di mora nel frattempo maturati». Di più: «La informiamo che in caso di mancato pagamento entro 30 giorni dalla data di notifica di questo preavviso iscriveremo al PRA (Pubblico Registro Automobilistico) della provincia di Rovigo, senza ulteriori comunicazioni, il fermo amministrativo sul veicolo di Sua proprietà sotto indicato a meno che, entro lo stesso termine, Lei dimostri che tale veicolo è strumentale all’attività di impresa o della professione oppure è utilizzato abitualmente per il trasporto di una persona diversamente abile alla quale l’autorità competente ha rilasciato apposito contrassegno». Dura lex, sed lex. La legge è legge.
Il problema è che la signora Cozzi, come si è premurato di precisare (finora inutilmente, pare) l’avvocato Paolo Iadanza, in quel 2017 non solo non era ancora diventata la proprietaria dell’auto ma quella macchina, una Toyota AX1T targata FY935NK, come dimostrano il libretto e anche l’immatricolazione, non era ancora stata prodotta. Ahi ahi… Per carità, anche i computer possono sbagliare. Ma tanta insistenza non sarà eccessiva per un «fisco amico»?
Il problema non è il pc che può sbagliare ma l’incompetente dietro lo sportello che si rifiuta di correggere subito l’errore-
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Un articolo degno del Corsera; cronaca spicciola che chiama in causa l’incompetenza o la negligenza dell’impiegato che rileva un mancato pagamento, tutto sommato modesto, da una pensionata e che tace quotidianamente su chi non perde occasione per legittimare, a parole e fatti, l’evasione di miliardi di euro per ottenerne consenso elettorale.
Molto interessante la chiosa finale del “fisco amico”
Il fisco amico è parente stretto dell’eletto dal popolo.
La frase completa è: eletto dal popolo per amministrare con la diligenza da buon padre di famiglia, la cosa pubblica; invece agli sfascisti di casa nostra torna comodo troncare la frase in eletto dal popolo
Lo stesso dicasi per il fisco: la frase completa è: fisco amico dei delinquenti e tiranno delle persone per bene; invece gli sfascisti di casa nostra la troncano a fisco amico
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Quando si dice “il caso”… Ma il caso non esiste, le cose succedono per un motivo, e Gian Antonio Stella – assieme a Sergio Rizzo – nel 2007 scrisse il libro “La Casta” che fece infuriare il “bobbolo” e tolse il sonno alle persone per bene, ma non cambiò nulla nei fatti. La “ggggente” era solo ancora più incazzata contro uno Stato e una politica schifosa composta da membri (e sottolineo ‘membri’) che si approfittavano proprio dell’incapacità analitica e cognitiva del bobbolo di cui sopra, anche grazie a un sistema informativo da asilo – TV e giornali per menomati mentali (oh, fantastico, fa anche rima! 💪🏼) –, costruito ad hoc per menti disagiate e di chiara incapacità neuronale con un livello culturale miserevole. Ci vorrebbe un bel ritorno alla “lotta di classe” (ci sui si parla peraltro in altro atricolo qui su IS di qualche giorno fa: “Non c’è pace tra gli onesti” di Giuseppe di Maio, 29 luglio 2024), ci vorrebbe che la “gggente” si svegliasse e iniziasse a incacchiarsi per davvero, invece di bofonchiare e arrangiarsi come al solito “all’italiana”, nell’attesa del grande (e soprattutto ‘nuovo’) condottiero politico che porterà tutti finalmente nel radioso futuro che in verità meritiamo da sempre. Altra tavanata galattica è il “Fisco amico”, che non può esser amico di certo un Fisco che applica il “pizzo-di-Stato” e che toglie ai poveracci per dare ai ricchi-e-potenti, in special modo alla Casta stessa di cui si parlava prima. E così, si torna alla partena, si torna al via! Altro giro, altra corsa!, l’importante è pagare, purché a farlo siano sempre i soliti poveracci.
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