
(ALESSANDRO DI BATTISTA – ilmillimetro.it) – “Con chi state, con l’unica democrazia in Medio Oriente o con i terroristi?”. È più o meno questa la sola ‘argomentazione’ o linea comunicativa che politici, giornalisti e opinionisti TV hanno scelto di adottare per tentare di disinnescare sul nascere qualsiasi tentativo di pensiero critico su quello che sta accadendo in Palestina. Il dramma è che si tratta della stessa identica puerile linea mediatico-politica adottata negli ultimi vent’anni in relazione ai principali conflitti che hanno insanguinato il mondo. All’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle, il Presidente degli Stati Uniti d’America George W. Bush dichiarò guerra al terrore. Il primo obiettivo fu l’Afghanistan. Tutti coloro che all’epoca si opposero a quell’ignobile guerra vennero denigrati. “Gli Stati Uniti sono la più grande democrazia al mondo, hanno diritto a difendersi”. Quante volte abbiamo ascoltato frasi del genere? Chi si opponeva a quell’intervento, che nulla aveva a che fare con la fantomatica esportazione della democrazia o con la tutela dei diritti umani, veniva insultato. “Vi piace la sharia”, “state dalle parte dei talebani”, “delle donne afghane non vi importa nulla”. La guerra in Afghanistan c’è stata presentata come uno scontro di civiltà: da una parte il bene assoluto, la Democrazia, dall’altra il male assoluto, i talebani. Dopo quasi vent’anni, dopo infinite stragi di civili, morti tra i soldati occidentali, dopo centinaia di attentati terroristici e migliaia di miliardi di dollari spesi, il cosiddetto ‘bene assoluto’, gli americani sono scesi a patti con i talebani. Oggi l’Afghanistan è in mano ai talebani, i quali, tra l’altro, sono in possesso di armi sofisticatissime lasciate sul campo dal blocco occidentale. Nessun politico o giornalista si è dimesso o si è scusato per quella vile narrazione. Nel 2003 gli Stati Uniti invasero l’Iraq. Solita narrazione. “Con chi state? Con la democrazia o con chi sta per usare le armi chimiche?”. La guerra in Iraq, costata la vita tra morti dirette e indirette a 600.000 persone si è basata su una vergognosa menzogna. Quella della presenza in Iraq di armi di distruzione di massa. Saddam Hussein, in passato, le aveva avute. Pare che la tecnologia per costruirle gliela fornirono Germania e Francia. Quelle armi le utilizzò per gasare la popolazione curda di Halabja. Ma quando l’esercito statunitense decise di muovere l’ennesima guerra preventiva quelle armi non c’erano. Eppure, sulla loro fantomatica presenza venne costruita la narrazione che ci ha trascinato in guerra. Nel 2011 è la volta della Libia, il nostro principale alleato nel Mediterraneo. Altra ignobile guerra mossa con la scusa dei diritti umani violati (cosa vera, sia chiaro) ma che nascondeva le solite ragioni economiche e geopolitiche. Gheddafi si stava avvicinando troppo a Cina e Russia. Gheddafi voleva creare una moneta panafricana in grado di sostituire negli anni il Franco CFA, la moneta utilizzata ancora in gran parte delle ex colonie francesi in Africa. Gheddafi avrebbe potuto informare la pubblica opinione mondiale dei milioni di euro forniti dal suo regime a Sarkozy per la campagna elettorale per le presidenziali. Anche allora chi ha osato opporsi è stato segregato, vilipeso, bullizzato mediaticamente. “Allora ti piace Gheddafi?”. Argomentazioni patetiche.

Dall’Afghanistan a Gaza: spingerci a non pensare – La musica non è cambiata
Due anni fa la Russia ha invaso l’Ucraina. Come ci è stata descritta quella guerra? Come l’ennesimo scontro di civiltà. Da una parte il bene, il blocco occidentale, la democrazia, Zelensky al quale evidentemente si perdona tutto, anche l’essersi circondato di neonazisti, dall’altra il nuovo Hitler, quel Putin pronto a invadere la Polonia. “C’è un aggressore e un aggredito”. Questo ripetevano a pappagallo orde di sepolcri imbiancati senza etica, senza coraggio e senza cervello. Chiunque osasse mettere in dubbio la strategia occidentale veniva trattato da collaborazionista del Cremlino. Il Corriere della Sera pubblicava la lista dei ‘Putiniani d’Italia’. L’obiettivo era uno e soltanto uno. Soffocare il dissenso, criminalizzare il pensiero critico. Spingere centinaia di giovani giornalisti, all’inizio delle loro carriere, a scegliere il silenzio. Unico modo, evidentemente, per farsi strada in una professione sempre più corrotta eticamente. Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea ha ripetuto decine di volte che in Ucraina l’obiettivo era la sconfitta militare della Russia. Mario Draghi, ex presidente del Consiglio, nonché ex presidente della BCE (le malelingue lo vedono in corsa per diventare prossimo segretario generale della NATO), si è addirittura spinto oltre: “Kiev deve vincere o sarà la fine dell’Unione Europea”. Oltre lo scontro di civiltà. Oltre la luce contro il regno delle tenebre. Oltre il bene contro il male. Per Draghi la vittoria dell’Ucraina era (e immagino lo sia ancora) il solo modo per l’UE di salvarsi. Ebbene, la guerra in Ucraina, una questione di vita o di morte per dirla alla Draghi, è sparita dai radar del mainstream. Eppure, per mesi, politici e giornalisti o, meglio, sicari della libertà di informazione, hanno provato a dividere la pubblica opinione, “o con noi o contro di noi”. Oggi, che la controffensiva ucraina è palesemente fallita, non si parla più di Ucraina. E questo anche prima delle tragedie in Palestina. Nelle ultime drammatiche ore lo schema si ripete. Coloro che non hanno speso una parola negli ultimi vent’anni sul lager di Gaza – sulla “prigione più grande al mondo” come la chiama Ilan Pappé, coraggiosissimo storico israeliano –, coloro che hanno preferito restare in silenzio davanti all’apartheid israeliano a danno della popolazione palestinese, coloro che non osano utilizzare l’assioma ‘invaso/invasore’ se ad occupare territori non loro sono gli israeliani, oggi pretendono di dividere i loro interlocutori tra fautori della democrazia o amici di Hamas. “Con chi state? Con Israele, l’occidente, la democrazia o con i tagliagole?”. Questi giochetti dopo i fallimenti in Afghanistan, in Iraq, in Libia e con un negoziato sempre più vicino in Ucraina non funzionano più. Sono terrorizzato per quel che potrà accadere nelle prossime ore in Medio Oriente. Mi pare davvero strano che gli Stati Uniti abbiano portato così tanti soldati nel Mediterraneo. Non credo che siano necessari i Marines per invadere Gaza, una terra martoriata dove, come nei mattatoi, l’odore del sangue secco ricorda ogni istante, ai vivi, l’imminenza della morte. Temo un allargamento del conflitto. E temo che l’obiettivo del blocco occidentale (o di una parte di esso) sia colpire/indebolire gli alleati della Russia in Medio Oriente. Dunque, Iran (legati ad Hezbollah in Libano) e Siria. Se questo dovesse avvenire, preparatevi. I soliti ipocriti diranno “ma state con il regime islamico o con i valori dell’occidente?”, “state con Assad o con la democrazia?”, “gli USA stanno difendendo i nostri valori e voi fate i pacifisti?”. D’altronde il sonno della ragione genera mostri. E i mostri democratici non sono meno mostruosi degli altri.
E pensare che per una volta gli inglesi avevano dimostrato saggia lungimiranza. Peccato che non se ne sia fatto niente.
[…] Il 26 agosto 1903, nella sala concerti del Casinò di Basilea, si sta svolgendo il sesto Congresso internazionale sionista. All’ordine del giorno c’è una questione spinosa: il governo inglese ha offerto una parte dell’Uganda, dominio coloniale britannico, per l’insediamento dello stato ebraico. “(continua)
Chi vuole approfondire la vicenda, continui la lettura nel seguente link
https://vulcanostatale.it/2014/08/theodor-herzl-e-la-proposta-di-fondare-lo-stato-di-sion-in-uganda/
"Mi piace"Piace a 2 people
Dubito che il “Popolo Eletto di Dio” avrebbe accettato di andare a vivere lontano da Gerusalemme. Gli “integralisti ebraici” sono del tutto equivalenti agli “integralisti islamici”, infatti gli ebrei “intelligenti” sono atei (ne conosco personalmente). Non rinnegano certo l’ebraismo ma lo considerano un fatto storico e culturale, possono anche dissentire dalle scelte politiche dello Stato d’Israele.
"Mi piace"Piace a 3 people
Passano i secoli ma dietro ai principali conflitti che insanguinano la Terra c’è sempre qualche MALEDETTA RELIGIONE!!! Quanto deve ancora soffrire l’Umanità prima di riuscire ad emanciparsi dalle conseguenze di queste PRIMITIVE LEGGENDE?
“dio è con noi…”, “lo vuole dio…”, “vinceremo nel nome di dio…”, “hai offeso dio e quindi devi morire…” fino alle umoristiche dichiarazioni di qualche “presidente del consiglio per caso”… “sono donna, madre e cristiana…” .
"Mi piace"Piace a 3 people
I motivi dietro a tutte le guerre sono quasi sempre economici: la religione, quando e se viene tirata in ballo, non è nient’altro che una scusa (da questo punto di vista, per qualche motivo ad essere utilizzate come scuse sono sempre state le religioni abramitiche: buddismo, induismo e scintoismo, ad esempio, non hanno mai adempiuto a tale scopo).
Quindi, perché prendersela con la religione?
Definirla come hai fatto tu, oltretutto, è profondamente irrispettoso per miliardi di credenti in tutto il mondo.
"Mi piace""Mi piace"
Hai ragione per quanto riguarda gli integralismi, ma generalizzare basandosi unicamente su conoscenze personali è stupido, come tutte le forme di pregiudizio.
"Mi piace""Mi piace"
Caro Jonny “Dio”… comprendo la tua “ingenuità”, visto che è condivisa da miliardi di altri “credenti” i quali abbandonerebbero subito la loro “setta di riferimento” (le “religioni” sono solo delle sette con miliardi di seguaci) se fosse loro assicurata la “vita eterna” in questo mondo! Il successo del cristianesimo, per citarne una, è dovuto ESCLUSIVAMENTE a questo. Nelle prime comunità cristiane molti chiedevano a Paolo (quello che comunicava direttamente con Dio attraverso le crisi epilettiche dalle quali era affetto) se fosse possibile “risorgere alla vita eterna senza dover morire”!
Credo che saresti sconvolto se sapessi quanti sacerdoti sono atei al giorno d’oggi, il primo è stato sicuramente Jean Meslier (1664-1729). Dovresti leggere la sua biografia e ricordare che “La religione esiste da quando il primo i-p-o-c-r-i-t-a ha incontrato il primo i-m-b-e-c-i-l-l-e” (Voltaire).
Nessuno come un sacerdote è assolutamente convinto di RACCONTARE BALLE, in seminario insegnano prima a “non farsi f-r-e-g-a-r-e” e poi… a “f-r-e-g-a-r-e gli altri”, povero Jonny, senza “h”!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Beato te, che sei sicuro di sapere che cosa passa per la testa di miliardi di persone.
Probabilmente sei troppo intelligente per questo mondo, ma questo non ti dà comunque il diritto di mancare di rispetto agli altri meno fortunati di te.
Nel mio caso però, hai preso una cantonata: non condivido nessuna ingenuità con miliardi di credenti (che comunque rispetto), dato che personalmente sono ateo (più specificatamente, irrilevanteista).
Risparmiati pure i consigli: non sono incline a prendere in considerazione i suggerimenti di un piccolo arrogantello che, dopo aver deciso che tutte le religioni sono fasulle (ma i loro effetti sono reali, ed è questo ciò che conta) ha deciso di porsi sopra un piedistallo dal quale dispensare lezioni di vita condite da velati insulti.
Povero te.
"Mi piace""Mi piace"
Caro Jonny, arrogante è chi “assume un atteggiamento di superiorità”, se io mi sento “superiore” a miliardi di fedeli in una qualche religione non è certo per merito mio ma perché, parafrasando Newton, ho la fortuna di essere “sulle spalle dei giganti”… Comunque se ritieni “irrilevante” il concetto di Dio, per quale motivo difendi chi lo utilizza spregiudicatamente per irretire il prossimo?
"Mi piace""Mi piace"
C’è un equivoco: ad essere per me irrilevante è l’esistenza di Dio, non il concetto.
Io difendo chi crede e che trova nella fede un modo per essere una persona migliore, non chi ne fa l’utilizzo da te descritto, che rappresenta un’esigua minoranza dei fedeli di tutte le religioni.
Essere diversi non vuol dire essere automaticamente anche superiori; quando ci si sente migliori addirittura di miliardi di propri simili, al punto da potersi permettere di mancar loro di rispetto in maniera totalmente gratuita, vuol dire che è arrivata l’ora di un bel bagno d’umiltà: o lo fai da solo, oppure prima o poi arriverà la vita a presentarti il conto.
Ricordati che più è alto il piedistallo su cui ci si pone, e più si rischia di farsi male cadendo.
Tu identifichi la religione come tratto comune a tutte le guerre, e questo ti porta ad individuarla tra le cause, ma ciò non è particolarmente vero, dato che molti dei princpali conflitti che hanno insanguinato il globo avevano poco o nulla a che vedere con la religione: ad esempio le due guerre mondiali, il Vietnam, l’Iraq, ed ora l’Ucraina.
Semmai, potremmo dire che, dove l’autorità religiosa va a braccetto col potere politico, o addirittura coincide, è certamente più probabile che la questione religiosa venga presa a pretesto per interessi che di religioso non hanno nulla.
La religione esiste da quando il primo ipocrita ha incontrato il primo imbecille? Probabilmente è vero, ma la guerra esisteva già da molto prima.
"Mi piace""Mi piace"
Di Battista
Di Battigli in testa a tutti.
Solo che mi dispiace per te che fai sangue marcio.
Forse sei l’unico che se ne fotte veramente qualcosa dei disastri e delitti che si commettono in giro per il mondo.
"Mi piace"Piace a 2 people
Grazie Dibba, avanti
"Mi piace"Piace a 2 people
https://www.aljazeera.com/wp-content/uploads/2023/10/Interactive_Live-tracker_Gaza_October18_2023_1150GMT_INTERACTIVE-Israel-Gaza-war-Casualty-tracker-October-18-1697631947.jpg?w=770&quality=80
"Mi piace""Mi piace"