I ponti di Sangiuliano

(Massimo Gramellini – corriere.it) – C’è un rivoluzionario tra noi, e fa il ministro della Cultura. Come rivelato da Dagospia, l’impavido Gennaro Sangiuliano ha osato spedire una lettera di richiamo ai direttori generali del suo dicastero in cui segnala come molti di loro si siano messi in ferie il 24 aprile, un lunedì che un calendario tentatore aveva posizionato tra la sacrosanta domenica e la Festa della Liberazione. La missiva si conclude con l’ironico invito a un pranzo di lavoro per il 15 agosto prossimo venturo. La crociata del Sangiuliano contro gli unici ponti che in Italia rimangono sempre in piedi è solo l’ultimo episodio dell’eterna lotta tra il potere politico e quello vero, tra i ministri che stanno come d’autunno sugli alberi le foglie e i burocrati piantati nei ministeri come altrettanti baobab.

I primi rosolati al fuoco delle telecamere e sottoposti al giudizio del tribunale dei social, i secondi a muovere le leve del potere nell’ombra, protetti dallo scudo della non notorietà. Sangiuliano, a cui va tutta la nostra vicinanza umana, non è certo il primo a lanciarsi contro il muro di gomma della burocrazia. Montanelli sosteneva che la vera opposizione di massa al fascismo durante il ventennio la fecero i ministeriali romani, a difesa della pausa-cappuccino. Una resistenza eroica, la loro. Eroica e vittoriosa, molto prima del 25 Aprile.

P.S. Ecco, naturalmente sarà solo una coincidenza, ma con tutti i ponti che c’erano, proprio da quello della Liberazione bisognava cominciare?

3 replies

  1. Nulla a confronto dell’ eterna lotta degli operatori turistici contro l’ inizio del calendario scolastico ai primi di settembre.
    Più facile che ce la faccia il Ministro, temo…

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  2. Riassunto: dice il ministro: ” avete osato prendervi un giorno di ferie il 24 aprile? Pertanto, vi invito a pranzo a casa mia a Ferragosto”.
    Io ho capito, allora, che pranzare con il ministro Sangiuliano deve essere considerato una PUNIZIONE e non un privilegio. Mi chiedo anche se qualche dirigente, seduto alla sua tavola, avrà il coraggio di mangiare e bere rumorosamente, magari a bocca aperta e con un fragoroso rutto finale, come nel film Ben Hur, per far intendere all’illustre ospite di aver gradito.
    Il ministro aveva già dato un’ impressione, ora è una certezza.

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