Kafka e l’orsa assassina del Trentino

(Pietrangelo Buttafuoco) – La vicenda dell’orsa in Trentino può essere decifrata attraverso un libro, un grande libro: “L’orso, storia di un re decaduto” di Michel Pastoureau. Tradotto in Italia da Einaudi, il volume racconta l’antica convivenza tra uomini e orsi persa con l’avvento del moderno. Dopodiché, a margine, tra i consigli di lettura c’è il recente titolo Adelphi, un libro nientemeno che di Roberto Calasso dal titolo “L’animale della foresta”. Un saggio su Kafka il cui stigma – con gli animali a pretesto – è quello della presenza costante del Nemico con N maiuscolo. Laddove l’esistenza degli uomini, presi tra le fauci, dilaniati dagli artigli, può anche essere – e diventare – superflua. In una terra abitata da animali dispersi e brulicanti.

3 replies

  1. La convivenza tra specie non è quella che ci piace pensare, incontriamo un orso o un lupo per strada, ridolini e tenerezze e ognuno va per la sua strada, no, la convivenza dell’uomo negli habitat naturali si è sempre affrontata con la perizia e la preparazione che ci vuole a saper vivere nelle insidie della natura, saperle riconoscere, sapersi difendere e proteggersi, cosa completamente estranea all’uomo moderno che vorrebbe portare la liquidità pure in natura. Il bosco è habitat animale, la città habitat umano, e ognuna ha le sue regole, l’uomo si è preso il bosco che infatti si era spopolato delle specie selvatiche, lo abbiamo voluto ripopolare, benissimo, se vogliamo selvatizzare il bosco dobbiamo sapere che siamo diventati ospiti, non più padroni, ovvero pericolo o cibo per gli animali che vi abitano, così come questi animali non potrebbero pascolare nelle città. La convivenza nella saggezza antica era il rispetto ma ognuno al posto suo e che ogni invasione di campo aveva le sue regole e le sue conseguenze

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