
(Giuseppe Di Maio) – Se un governo cambia le leggi e nessuno si oppone; se nuove regole consentono di riprodurre lo stesso governo, e nessuno si oppone; allora, dacché credevamo di vivere in una democrazia, ci ritroviamo in pochi anni sotto una dittatura. Che, non importa il numero dei beneficiari con essa collusi, trasforma una società di cittadini in una di padroni e servi, una di pari in una con due razze divergenti. L’obiettivo della destra, forse implicito, ma non per questo meno reale, è concedere tanto vantaggio a una parte della società sull’altra, da renderne una schiava dell’altra padrona.
La violenza, la fisicità di cui s’è inorgoglita la destra radicale, sono la testimonianza della scadente cultura che domina l’area. Attraverso la prepotenza fisica essa testimonia l’incapacità di partecipare al gioco sociale senza ricorrere al trucco. Un fascista del ventennio e del secolo breve, pur essendo una zucca straordinariamente ignorante, non sopportava e non sopporta che la propria condizione sociale sia quella di un gregario, e usa il rancore di classe come combustibile della sua violenza. Il razzista e il leghista fanno la stessa riflessione: “Perché devo sottostare alla concorrenza sociale se posso estromettere il mio antagonista di ceto?” Insomma, quando il popolo soffre, se la prende col suo vicino di gabbia, non col costruttore del gioco.
E’ così che in tutto il mondo le destre fanno il pieno di voti proprio durante le crisi economiche. Ed è così che durante le crisi economiche, in tutto il mondo, basta che si levi una voce rancorosa ed è subito seguita da una maggioranza che scorge il suo nemico in una minoranza senza diritti. Meloni sguaiava nelle piazze e in parlamento tutto sommato accusando le élite di fortunati di aver causato con i loro abusi la sua condizione sociale svantaggiata. Non doveva spiegare quali, non doveva capire il perché, bastava sguaiare all’indirizzo dei conservatori e tutto il bacino reazionario si squassava. E’ così infine che nasceva il suo programma da pulpito: il blocco navale contro i migranti, il lavoro per gli italiani, l’esaltazione del merito, la giustizia spedita ed equa per tutti… sguaiando, la cifra della destra passava dalla violenza alla cialtroneria.
Poi, i toni si sono abbassati. Al governo la voce è sempre tronfia, da bullo, come di chi avendo capito tutto il gioco dell’avversario lo minaccia di dar piglio da un momento all’altro alla violenza. Però, da zucca e con una sfilza di zucche al seguito, al massimo si limita a colpire minoranze ghettizzate, come per i rave; a regalare quattrini a fette sostanziose di suoi elettori; a peggiorare la già peggiore riforma della giustizia; a offrire un milione di schiavi del lavoro sottopagato cancellando il welfare di cittadinanza; ad annullare i progressi economici ed ecologici del superbonus; a nicchiare e girarsi dall’altra parte dei barconi di disperati (che adesso approdano più di prima sulle nostre coste), governando il fenomeno con la sagacia e la cultura di una sora Lella che però ha in mano la vita di quella povera gente. Non vi dico la nostra.
Categorie:Cronaca, Editoriali, Interno, Politica
Grande Giuseppe…..!!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Il dramma politico di questa epoca è che non riesco proprio a percepire differenze sostanziali sui temi elencati tra i governi precedenti e l’attuale eccetto il ConteI sulla distribuzione della ricchezza.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Perdente Di Maio
porca p. Di Maio
PERDENTE.
Perdenti lo siamo anche noi usando anglicismi.
Colonizzati culturali.
"Mi piace""Mi piace"