
(Aldo Grasso – corriere.it) – Black Mirror. «Torino è una città di mer…, non ci vivrò mai». In un video con l’avv. Alessandra Demichelis, l’imprenditore Franco Morando non sa trattenersi. Si è poi scusato dicendo che, uscito da un ristorante, ha trovato la macchina rigata: «La terza volta in tre mesi. Preso dall’ira, ho utilizzato una frase che assolutamente non penso».
La sua interlocutrice, una delle protagoniste di «Pechino Express», in una diretta social notturna era andata giù pesante: «I poveri dovrebbero bruciare all’inferno». Stava parlando con Morando (sempre lui!) che si lamentava di aver trovato l’auto, «una Porsche Gts da 580 cavalli», con un vistoso segno sulla carrozzeria. E lei: «Sarà stato un ricco o un povero? Te l’avrà fatto un povero». Poi si è corretta: poveri di spirito, non poveri e basta.
È sconcertante che due adulti usino i social media pensando di essere in privato, come se fosse possibile separare nei ritrovi virtuali la nostra identità dalle nostre esternazioni. Sembra un paradosso, ma le nuove tecnologie attivano l’effetto disinibizione: tutti rinchiusi nella casa del Grande Fratello indifferenti ormai alle telecamere.
La presunzione di una libertà incondizionata e il compiacimento di sé producono distorsioni: non rigano le macchine ma la nostra capacità di stare al mondo (reale).
Per fortuna che lei , da ricca , ha potuto farsi quella faccia plasticona che adesso si ritrova, un lavoro pessimo , oltre ad una antipatia totale , senza chirurgo .
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I media dovrebbero solo esultare. Praticamente tutto il loro lavoro consiste nel rastrellare i social – anche e soprattutto di illustri sconosciuti- e costruirci lo ” scandalo ” sopra.
Signora mia, sapesse…!
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L’associazione si è indignata per le frasi del mosto etanolo, con stile naturalmente.
La scrofa affonda: meglio puzzare di mer/cato che di povero.
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