Ligotti, il legale dei migranti: la tragedia si poteva evitare. I rimpalli tra Frontex, Guardia Costiera e Gdf: ecco chi doveva soccorre il barcone. E’ stato un aereo di Frontex, l’Agenzia europea delle frontiere (sede a Varsavia) ad individuare il barcone in difficoltà a circa 40 miglia dalle coste calabresi

(MATTEO GIUSTI – lastampa.it) – Un pool di legali assisterà gratuitamente i familiari dei migranti vittime del naufragio avvenuto domenica scorsa a “Steccato” di Cutro nei procedimenti penali che scaturiranno dalle indagini della Procura della Repubblica di Crotone. Analoga assistenza sarà garantita anche ai sopravvissuti del naufragio. Il pool è composto dagli avvocati Luigi Li Gotti, ex sottosegretario alla Giustizia; Mitja Gialuz, ordinario di Diritto processuale penale, e Vincenzo Cardone e Francesco Verri, cassazionisti esperti di Diritto penale internazionale. E proprio questa mattina Luigi Ligotti, ex sottosegretario alla Giustizia nell’ultimo governo Prodi è intervenuto sulla vicenda: «Vogliamo capire se c’è stata distrazione per mancanza di comunicazione – dice l’avvocato Ligotti – tutto potrà essere chiarito, per noi esistono zone d’ombra che vogliamo venissero dissipate. Questa storia va ricostruita in tutti i suoi passaggi, essendo un unicum. Un barcone avvitato a 40 miglia che si schianta su una secca è assurdo, noi vogliamo chiarezza. Confidiamo nel lavoro del Procuratore Capoccia, magistrato di grande esperienza e del sostituto Festa. Per avere elementi a disposizione e vedere se ci sono state responsabilità. Se tutto, insomma, è andato secondo norma, noi abbiamo delle perplessità che sia andato secondo norma. ci sembra incredibile quello è successo. Poi spetta anche alla magistratura riuscire a ricostruire quanto successo attraverso la documentazione che viene acquisita».
La gestione del mare
Frontex, Guardia costiera, Guardia di finanza. Il naufragio di Crotone ha messo in luce l’azione di diversi organismi con differenti competenze nell’attività in mare. Sullo sfondo, una serie di norme, specificità, regole d’ingaggio, sovrapposizioni e meccanismi di non sempre agevole interpretazione. Sarà la magistratura ad accertare eventuali responsabilità penali. Ecco, intanto, come è organizzata l’attività dei vari corpi. E’ stato un aereo di Frontex, l’Agenzia europea delle frontiere (sede a Varsavia) ad individuare il barcone in difficoltà a circa 40 miglia dalle coste calabresi. Il velivolo fa parte dell’operazione congiunta con l’Italia «Themis», iniziata nel 2018 (prima c’era «Triton») e che ha un marcato focus sul «law enforcement» – vale a dire il contrasto ai traffici illegali – pur continuando ad includere la ricerca ed il soccorso come componente cruciale. Lo scorso anno gli aerei dell’Agenzia che monitorano il Mediterraneo hanno contribuito al salvataggio di 24mila persone. Tutti gli assetti impiegati nell’operazione sono sotto il comando del ministero dell’Interno italiano. Themis è guidata da un Centro di coordinamento internazionale (Icc) che opera nella sede del Comando aeronavale della Guardia di finanza all’aeroporto di Pratica di Mare (Roma). Quando un assetto Frontex impegnato nell’operazione avvista un’imbarcazione sospetta, avverte immediatamente l’Icc – che è a sua volta coordinato dal Centro di coordinamento nazionale (Ncc), una cabina di regia al Viminale che comprende esponenti di Polizia, Carabinieri, Gdf, Capitanerie di porto e Marina Militare – e per conoscenza il Centro di coordinamento del soccorso marittimo (Imrcc) della Guardia costiera a Roma. Non spetta a Frontex, ha detto l’Agenzia, classificare o meno un evento come Sar (di ricerca e soccorso). Questo devono farlo “le autorità nazionali”, che decidono i mezzi da inviare.
I compiti nelle emergenze
E qui entrano in gioco le differenti specializzazioni delle forze nazionali che operano in mare: Guardia di finanza e Guardia costiera. La prima svolge funzioni di polizia in mare con l’obiettivo di contrastare i traffici illeciti (dal contrabbando al traffico di uomini, al trasporto di droga) e controllare le frontiere marittime ai fini del contrasto dell’immigrazione illegale. E proprio la Gdf si rapporta con Frontex nell’ambito delle sue operazioni. Il barcone avvistato dall’aereo dell’operazione «Themis» sabato sera, dunque, è stato valutato come un caso di immigrazione illegale e sono state così attivate le Fiamme Gialle, che hanno pieni poteri di «law enforcement» entro le 12 miglia di acque territoriali; limite che sale a 24 in materia di immigrazione. Alla Guardia costiera – corpo specialistico della Marina, inquadrato nel ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – compete invece la sicurezza marittima e soprattutto l’organizzazione della ricerca e del soccorso in mare. Il piano nazionale per la ricerca e il soccorso afferma che «tutti i soggetti pubblici o privati che comunque abbiano conoscenza di notizie relative ad una nave o persona in pericolo in mare…devono ai sensi dell’articolo 5.1.2 della Convenzione di Amburgo e per gli effetti degli articoli 69 e 70 del codice navale, darne immediata comunicazione all’organizzazione Sar marittima». Ma per farlo scattare è necessaria la dichiarazione di evento Sar. E’ l’Imrcc a coordinare gli interventi Sar nei confronti di imbarcazioni in difficoltà. In relazione alle loro specificità, hanno caratteristiche differenti anche i mezzi in dotazione ai due Corpi. Rispetto a quelle della Guardia di finanza, le motovedette della Guardia costiera sono più adatte ed efficaci nell’attività di ricerca e soccorso e riescono ad operare pure in condizioni meteo proibitive. Anche le unità delle Fiamme Gialle, tuttavia, operano salvataggi: è accaduto tante volte con barconi di migranti in difficoltà.
Chiedete a Meloni di fare causa a Frontex ? No?
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Che scemata.
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