Ignazio La Russa e Silvio Berlusconi: sono i due signori ritratti nella foto. Due signori che agiscono e parlano ritenendo o fingendo che il passato e il resto del mondo non esistano. Eppure hanno ricoperto e ricoprono tuttora incarichi di enorme importanza

(di Roberto Saviano – corriere.it) – Questa rubrica di Roberto Saviano è stata pubblicata su 7 in edicola il 3 marzo. E’ dedicata alla fotografia. Meglio, ad una foto «da condividere con voi — spiega l’autore — che possa raccontare una storia attraverso uno scatto». Perché «la fotografia è testimonianza e indica il compito di dare e di essere prova. Una prova quando la incontri devi proteggerla, mostrarla, testimoniarla. Devi diventare tu stesso prova»
Quanti di voi sanno che il delitto d’onore, in Italia, è stato abrogato solo nel 1981? Sapete cos’è il delitto d’onore e cosa ha comportato la sua presenza nel codice penale italiano? Che un delitto commesso per «salvaguardare la propria onorabilità» poteva essere sanzionato con pene attenuate. Sembra assurdo, lo so, ma tutto questo accadeva in Italia, in tempi recentissimi. Perché ho citato il delitto d’onore? Perché spesso viviamo credendo che tutto ciò che accade attorno a noi, o che è accaduto quando eravamo bambini o ancora non nati o 2 secoli fa, sia qualcosa di trascurabile. Perché siamo sempre più portati a pensare che in fondo si stava meglio quando si stava peggio, che il passato sia pieno di valori da recuperare e non ci rendiamo conto di quanto tutto questo sia pura e inutile retorica, buona solo ad darci l’illusione che il nostro qui e ora sia l’unica dimensione reale, l’unica possibile. Ma non è così, siamo quel che siamo, oggi, individualmente e soprattutto come comunità, in funzione di ciò che è accaduto ieri; e allo stesso tempo, ciò che accade altrove ha conseguenze sulla nostra quotidianità.
«IL DELITTO D’ONORE ABROGATO SOLO NEL 1981 STA ALL’ORIGINE DELLA VIOLENZA SULLE DONNE OGGI COSÌ DIFFUSA»
La guerra in Ucraina e i flussi migratori stanno condizionando il nostro presente, ecco dunque che dobbiamo iniziare a pensarci in continuità con la storia e in connessione col resto del mondo. I due signori ritratti nella foto che ho scelto agiscono e parlano ritenendo o fingendo che il passato e il resto del mondo non esistano. Non necessitano di presentazioni: sono due volti arcinoti della politica italiana. Due uomini che hanno ricoperto e ricoprono tuttora incarichi di enorme importanza e prestigio. Eppure, questi due signori – non so come facciano con tutta l’esperienza che hanno – riescono ancora a esprimere opinioni e giudizi che mettono a rischio, nell’ordine: la tenuta del governo, i rapporti dell’Italia con il resto del mondo, la quotidianità di persone che vengono additate come svantaggiate. C’è da dire che il presidente del Senato, in un’intervista al Corriere della Sera, coglie nel segno quando dice di non essere ipocrita perché, in un mondo in cui tutti sembrano nascondere qualcosa, la mancanza di ipocrisia viene premiata.
Se la mettiamo così, di certo ogni esternazione del proprio pensiero, anche la più orrenda, quando viene spacciata per mancanza di ipocrisia, finisce per acquistare una sua dignità. Ma tra Berlusconi che continua a trattare Zelensky come un “mascalzone”, incassando l’appoggio della Russia e La Russa (perdonate il gioco di parole) che paragona l’orientamento sessuale al tifo calcistico, dobbiamo capire che la mancanza di ipocrisia non c’entra nulla. Siamo dinanzi a due politici di primo piano che non paiono aver realizzato l’importanza del loro mandato e ritengono di poter sempre risolvere tutto alla italiana maniera, con un sorriso, una pacca sulla spalla, un «che esagerazione!». E mentre, sostengono i sondaggisti, «in Italia l’empatia per la resistenza ucraina inizia a scemare» (e Berlusconi, a suo modo, oltre a far indispettire Meloni, è quel sentimento che vuole intercettare), c’è chi sostiene che alla fine tra un figlio gay e un figlio milanista non vi sia molta differenza.
«ORRENDO PARAGONARE L’ORIENTAMENTO SESSUALE AL TIFO CALCISTICO IN UN MONDO IN CUI L’OMOSESSUALITÀ È PUNITA»
Provo un ragionamento e spero di essere compreso. Capisco chi dice: «Ma in fondo che ho fatto? Ho espresso solo la mia opinione… Sono solo parole». Invece di rispondere astrattamente che non lo sono, che le parole pesano, le parole sono pietre e viviamo in un mondo in cui i diritti vanno difesi anche con le parole, farò l’elenco dei Paesi in cui l’omosessualità è punita; dei Paesi (sono 70!) in cui vige l’omofobia di Stato. Algeria e Singapore 2 anni di carcere, Maldive 8 anni di carcere. In Nigeria, Mauritania, Somalia, Sudan, Afghanistan, Iran, Pakistan, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Yemen pena di morte. In ben 41 Paesi sono vietate attività per le associazioni che tutelano o promuovono i diritti della comunità Lgbtq+.
Ora forse è più chiaro il riferimento iniziale al delitto d’onore. La violenza sulle donne, oggi, è un retaggio, difficile da sradicare, di un tempo in cui uccidere una adultera era un reato che meritava attenuanti. Oggi, augurarsi di non avere un figlio gay o paragonarlo a un figlio che tifa per la squadra avversaria (e spacciare tutto questo per mancanza di ipocrisia) è grave. Se poi a dirlo è niente di meno che il presidente del Senato, va da sé che chiunque si sentirà legittimato a farlo. Se va bene per la seconda carica dello Stato…
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