Don Giacomo Panizza, all’indomani dell’onorificenza consegnatagli da Mattarella per l’impegno di accoglienza sostenuto nella sua comunità in Calabria, sfoga la sua «rabbia» verso una «politica cieca ancor più che cattiva» per la strage dei migranti davanti alle coste del Crotonese

(di Paolo Foschini – corriere.it) – «Non è che ci vuole la bacchetta magica. ci vuole la politica. È con quella che si evitano le stragi del mare. Invece anche oggi siamo qui davanti ai morti sull’ennesima spiaggia, che questa volta è in Calabria come altre è stata o sarà altrove, e ci tocca ripetere: ancora? Ancora?» Non so se provo più tristezza o più rabbia». Don Giacomo Panizza, il prete bresciano che ormai negli Anni Settanta venne a Lamezia per fondare la comunità di Progetto Sud, in meno di ventiquattro ore è passato dal sorriso per le telefonate di felicitazioni e complimenti a qualcosa che «non so se è più rabbia o tristezza… ma forse in questo momento più rabbia». Giusto sabato aveva ricevuto dal presidente Sergio Mattarella l’onorificenza di Commendatore al Merito per il suo impegno sociale dedicato – tra l’altro – proprio all’accoglienza e inclusione dei migranti : in questo periodo tra comunità e appartamenti ne ha «circa 150, come sempre». E il giorno dopo si è svegliato con le immagini del naufragio di Steccato su tutti i tg . D’accordo, ovviamente rispetto a Lamezia è l’altra costa, quella ionica: «Ma è sempre casa mia, e mi fa male».
E la ragione del suo star male, insiste, va oltre il dolore per quelle morti disperate: «È rabbia per la stupidità, la cecità, l’ottusità, l’irragionevolezza di una politica che va oltre la cattiveria. Basterebbe guardare la realtà e agire di conseguenza». Cioè? «Basterebbe partire dal fatto che la politica è preoccupata solo di mettere le sbarre a persone che in realtà… ci servono! Qui nella mia Calabria fra tre o quattro anni, con i pensionamenti che arriveranno, non ci sarà più gente per fare i lavori essenziali. Ma neanche nella mia Lombardia. Invece l’unico problema che la politica si pone è come tenerli fuori. Questo da un punto di vista del nostro semplice interesse, che non è quello per me più importante ma capisco che per molti possa esserlo. Qui arriva gente che sa tre lingue, è laureata, sa scrivere, ha mille competenze, invece li mettiamo a raccogliere le olive. Dopodiché , anzi prima, ma ci siamo capiti, c’è il lato umano che non dovrebbe neanche rendere necessari questi discorsi».
E don Giacomo continua per concludere: «La politica non dovrebbe dedicare neanche cinque minuti a porsi il problema di separare i buoni dai cattivi. Di questo si devono occupare altri. La politica piuttosto deve chiedersi perché partono o fuggono da casa, e magari affrontare anche quel problema, non come impedirgli di arrivare. Altrimenti il risultato saranno sempre altri morti su una spiaggia. O in fondo al mare, dove nessuno saprà mai neppure che sono morti».
non bisogna speculare….
sui morti, sui vivi, sulle leggi improvvide e scritte male, i favori a certe categorie, sulle condanne giudiziarie, su certe equivoche assoluzioni, sulle esternazioni farsesche, su provvedimenti rancorosi, sui pestaggi, sulle circolari, sulle armi, sulle figure di m3rda internazionali e nazionali, sull’ignoranza ministeriale, sulle falsità.
Zitti, non parlate, non protestate, non agitatevi
ci pensa GIOGIA, con i suoi video solitari per santificare la Domenica e i cittadini
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Ehhh..si , gli sbarchi diminuiscono…infatti anche oggi 68 morti che non sono arrivati a riva salvi>!
P di m… pensare che sugli immigrati ci hanno speculato sia economicamente che per i voti .
Pensavate che volessero risolvere il problema, seee…. avrebbero perso le elezioni!
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Ma dove sta mai scritto
che dare alloggio e vitto
si deve agli immigrati?
Ed i disoccupati
italici han da andar
in strada a mendicar?
Non hanno i cittadini
eguali ai clandestini
diritti? no, è evidente
ben più ch’è conveniente
gestir l’immigrazione
via mare, sul barcone.
Più e più cooperative
son sorte e son proattive,
ben spesso conniventi,
e poco trasparenti,
con certi in parlamento
partiti, giovamento
continuo dal sbarcare
che traggono per mare:
Ci mangian sui suddetti
sbarcati, più soggetti
che ostentano soccorso
lor dare in del rimborso
in vista assicurato
che paga a quei lo stato:
chi alloggi e chi ristori
codesti e ai poi lavori
li sfrutti più pesanti,
rischiosi ed usuranti,
nei campi essenzialmente
lor dando poco o niente.
C’è grande ipocrisia,
insomma, ovverosia,
e il lucro è quel motore,
e non di già il buon cuore,
che muove molti assai
i qual vorrebber mai
ognun cessasse arrivo
fin quando è lucrativo
l’affare e soldi un può
cavarcene a gogò
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CIECA??? COMPLICE SEMMAI.
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La vita appesa ad un filo che si dipana lungo i mari, tutto tace se non dopo.
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