“Mission impossible”. Il povero intervistatore ci prova con bus, armi e padri della sinistra, ma i duellanti citano Cuperlo. Cose così… Ho assistito all’unico confronto pubblico tra i due candidati alla segreteria del Partito democratico, Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, su Sky-Tg24 […]

(DI SELVAGGIA LUCARELLI – Il Fatto Quotidiano) – Ho assistito all’unico confronto pubblico tra i due candidati alla segreteria del Partito democratico, Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, su Sky-Tg24 e la prima buona notizia è che ho imparato moltissime cose non sui programmi dei due candidati, ma sul concetto filosofico di tempo: quell’ora di dibattito è una misura totalmente astratta, poiché percepita dalla mia mente come un intervallo di tempo che va più o meno dal brodo primordiale alla visita di Giorgia Meloni a Kiev (a proposito, povera Meloni, dopo tutto il mazzo che si è fatta per spiegare che vuole essere chiamata “IL presidente”, arriva lì e viene accolta dal viceministro con un bouquet profumato come una Miss Universo qualunque).
Nell’ora di confronto, infatti, il maggiore elemento di contrasto emerso tra i due è stato il seguente: Bonaccini aveva una giacca scura, Elly Schlein una giacca rossa. Per il resto, a guardarli lì togliersi le parole di bocca, sorridersi, farsi complimenti reciproci viene da chiedersi dove sia il Pd che litiga. L’altro giorno Bonaccini ha persino postato sui social una foto di lui e Schlein insieme in fila al check-in all’aeroporto di Bari, quindi o pochi minuti dopo i due si sono menati per il posto finestrino e quindi nel Pd va tutto bene, oppure dobbiamo iniziare a preoccuparci. Certo, c’è pure da sottolineare che se l’idea di opposizione per Bonaccini è affermare che “Giorgia Meloni è capace”, poi se si ritrova a un confronto con la sua ex vice in Regione come minimo deve dire che è l’anello mancante tra Nilde Iotti e Kim Kardashian, ma insomma, ci aspettavamo qualcosa di più vivace.
Invece è andata che il povero conduttore, tenuto sveglio da una somministrazione forzata di anfetamine e guaranà, ha cercato di incalzarli con domande a tratti divertenti, ottenendo solo tenere e innocue risposte diplomatiche.
Per esempio, alla domanda sul conflitto russo-ucraino e su cosa si dovrebbe fare, Bonaccini, a dimostrazione che lui – come molti sostenitori dell’invio di armi – sarebbe il primo se necessario a imbracciare il fucile, ha risposto con un vero e proprio atto di eroismo: ha citato Cuperlo. Della serie: che la guerra è necessaria l’ha detto lui, mica io. Poi aggiunge che ha appreso con gioia la notizia che Biden andrà A MOSCA, e lo dice senza che nessuno osi correggerlo o chiedergli se Joe va per un colloquio di pace o per pattinare nella Piazza Rossa.
Elly Schlein invece, nel rispondere alla spinosa domanda sulla guerra, opta per una scelta più radicale: cita tutti. Della serie: ok, fino a qui è stato giusto sostenere l’Ucraina, ora però parliamo di pace, facciamo uno sforzo diplomatico, non possiamo aspettare che cada l’ultimo fucile e insomma, il tempo passa in fretta quando ci si diverte e non è tanto il caldo, ma l’umidità.
Lo scontro si fa finalmente durissimo quando si parla di Giorgia Meloni. Bonaccini dà un 4 come voto al governo, poi dovendosi esporre sulla presidente del Consiglio apre il libretto con le citazioni di Cuperlo, ma non ne trova una sufficientemente diplomatica e allora si butta con coraggio: “Se dicessi che è incapace dopo che così tanti italiani l’hanno votata sarei ipocrita, quindi dico che la prossima volta voglio batterla alle urne”. Cosa volesse dire non si sa, ma gli occhiali intanto gli si appannano per eccesso di grinta felina. A quel punto Elly Schlein schiaccia sulla palla alzata e stila una efficace lista di perché Giorgia Meloni non sia affatto capace, allora Bonaccini chiede il diritto di replica e: “Io voglio vincere non perché parlo male degli altri”. Ha detto proprio così, attingendo dal registro linguistico delle gare di pallavolo in seconda elementare. Insomma, è evidente che se Bonaccini vincerà le primarie come quasi certo, il Pd farà più o meno l’opposizione che fa Filippa Lagerback quando interrompe Fazio per dire: “Scusa Fabio dobbiamo mandare la pubblicità”.
Poi si passa alla domanda su Cospito, e Bonaccini da quel momento inaugura la fase aneddotica del dibattito. Qualunque cosa gli chieda l’intervistatore, per qualche strana ragione, lui si colloca geograficamente da qualche parte. Cosa ne pensa di Cospito? “Un mese fa sono stato a Capaci a rendere omaggio a Falcone”. Parliamo di sanità. “Giorni fa sono stato a mettere un fiore sulla tomba di Tina Anselmi”. Discutiamo di migranti. “La scorsa settimana ero a Ravenna ad accogliere i disperati”. Affrontiamo il tema lavoro. “Sono appena stato davanti ai cancelli di Mirafiori”.
Insomma, il nuovo segretario del Pd sarà il nano di Amelie. Comunque un passo avanti rispetto alla statura di Enrico Letta. C’è poi il giochino del camper del Pd. L’intervistatore chiede ai due candidati chi farebbero salire sul mezzo assieme a loro. Molte opzioni (Renzi, Calenda…) sono francamente inaccettabili e comunque sarebbe inutile rispondere Renzi perché quello ormai sui mezzi da poveri non ci sale manco se dovessero evacuare Firenze per un allarme nucleare, dunque Bonaccini dà le risposte che ti aspetti dalla sinistra più dura e pura: i candidati alla presidenza del Pd e Mario Draghi. E poi potendo lui stesso citare un personaggio jolly, si butta ancora una volta coraggiosamente su un nome difficile, divisivo: Liliana Segre. E solo perché non gli sono venuti in mente Gandhi e Tonio Cartonio, altrimenti avrebbe puntato su di loro pensando di correre meno rischi. Elly Schlein fa più o meno gli stessi nomi preferendo Giorgia Meloni a Mario Draghi (“bisogna conoscere l’avversario”) e questo è interessante perché in pratica la sinistra che verrà preferirebbe caricarsi in macchina un banchiere e la leader di Fratelli d’Italia piuttosto che quel pericoloso destroide di Giuseppe Conte, probabilmente abbandonato da entrambi in autogrill come i border collie a Ferragosto. Arriva, infine, il momento delle domande reciproche, ovvero l’uno può chiedere qualcosa all’altro. Inutile dire che si sono messi molto in difficoltà, credo di ricordare che la domanda più scomoda fatta da Bonaccini a Schlein sia stata: “La giacca rossa l’hai presa in saldo o a prezzo pieno?” e dalla Schlein a Bonaccini: “Ma quindi le tue sopracciglia sono tatuate o cambiano forma da sole come gli stormi di beccacce in autunno?”. Scherzo, ovviamente le domande non sono state così ficcanti. Per fortuna, finito il dibattito, ci ha pensato Gianni Cuperlo a risollevare l’umore a tutti: ha dichiarato che alla primarie del Pd non ha votato per Gianni Cuperlo. In pratica, una perfetta metafora del Pd: l’opposizione si fa a se stessi, mica agli avversari.
Voglio dare una mano ai sostenitori convinti del pd che passano da queste parti.
Attenzione alle facce sul board e alla data
Roma, 17 marzo 2018
Sede pd, assemblea “sinistra dem”: parla un giovanissimo iscritto (elezioni politiche nazionali celebrate da pochi giorni).
Il titolo dell’evento: **adesso ricostruire, il pd e la sinistra** (parliamo di marzo 2018, ci siamo?). Intervento di cuperlo: “il renzismo è finito”.
Lui no, bazzica ancora e vuole dare soluzioni.
Tipo “e adesso tutti assieme col nuovo segretario, per rifare il pd”.
Cioè con un renziano doc come bonaccini.
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Grazie Selvaggia, per esserti immolata…🤣😂😆
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Sei uno degli Eletti
Sì, a chiacchiere
Ti prepari al grande Evento
Ti danno la bustina
No, questa oggi non la sniffi, la ingolli
Ma prima la apri
E leggi
Cercando di non ridere
O piangere
Cupirlo
Bonaccione
Schwepps
Cerchi di sceglierne uno
Poi ti viene in mente Berlinguer
(No, non quella su Rai 3, no, no…)
Ti senti male anche tu
E svieni
Ti danno per morto
Ma non muori: il piripiddo non muore mai
Ti risvegli dopo 500 anni
Avvolto nella stagnola, come Woody Allen ne “Il dormiglione”
Mentre si celebra il 973esimo Congresso
Ora si chiama Partito Tecnocratico dell’Aspidistra (PT)
I Capibastone del pippiriddì vengono scongelati con te
È il lontano futuro
Quindi sono tutti nudi
Con una Margherita in testa
E una sul c…
Guarda caso, si stanno a votà il segretario
Candidato unico: B.
Squillo (non potevano mancare) di tromba (e certo)
Si festeggia felici
L’Amore vince sempre
E lì muori, per davvero stavolta
Fine
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