Prendersela con la Lega facendo salva la Costituzione suona almeno malizioso, e sembra spuntare un’altra secessione non meno rischiosa

(di Marco Demarco – corriere.it) – La Costituzione? Dipende, si dice. Ma se dipende oggi per me, può dipendere anche domani per te, in un crescendo di relativismo interpretativo per nulla rassicurante. Ad un certo punto, poi, sotto il fuoco polemico sono finiti i presidenti regionali. Anzi, soprattutto loro, senza distinzioni, come se fossero tutti dei piccoli Cesari, spesso confondendo la funzione con la persona, e facendo dell’eccezione la regola, vedi De Luca che ormai fa anche il sindacalista e infatti litiga con la Cgil. Infine, è venuto il turno delle stesse Regioni: non per come potrebbero ricollocarsi nella gerarchia dello Stato una volta «armate» di nuove competenze, ma in assoluto, per il solo fatto di esistere, sebbene anche queste previste dai costituenti per evitare un centralismo totalizzante e un municipalismo nebulizzato, modello Ischia, sei Comuni per una sola isola. E così, dopo un colpo alla Costituzione, un altro alla rappresentanza dei territori e un altro ancora al pluralismo delle autonomie, che un tempo era un valore e ora è invece diventato un ingombro, ecco il paradosso: si urla al lupo che verrà, non al cinghiale che è già sotto casa.
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Infatti vengono chiamati “governatori” voce/sostantivo che in costituzione è completamente assente.
Le regioni andrebbero abolite…ma come si fa se sono una fabbrica di poltrone per trombati?
Il mio sogno è ritornare ai “comuni”!
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