Qatargate, le pressioni di Panzeri su Borrell per sfilare a Di Maio la nomina Ue

Euroscandalo, le nuove carte: la cricca provò a favorire presso l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Europa il greco Avramopoulos per l’incarico di Inviato speciale per il Golfo Persico. Le intercettazioni: “Siamo come Ocean’s Eleven”

(di Giuliano Foschini, Claudio Tito – repubblica.it) – ROMA-BRUXELLES – “Bloccare la nomina di Di Maio per favorire quella di Avramopoulos“. Il caso Qatargate volta un’ennesima pagina. E entra a piedi pari anche nelle scelte della Commissione europea. Antonio Panzeri cerca di far cadere nella sua tela pure l’Alto Rappresentante per la politica estera, Josep Borrell.

Il metodo è sempre lo stesso: utilizzare i buoni rapporti che l’ex europarlamentare italiano ha con buona parte dell’establishment brussellese. E lo stile, come ammette in una intercettazione, è simile a quello utilizzato nel film “Ocean’s Eleven”. La banda guidata da George Clooney che svaligia un casinò di Las Vegas.

Nelle ultime intercettazioni depositate negli atti dell’inchiesta spunta allora la vicenda del nuovo Inviato speciale per il Golfo. Incarico per il quale sembrava in pole position l’ex ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio. Figura che evidentemente alla “cricca” non risultava gradita. O almeno non di certo quanto quella di un altro “concorrente” l’ex commissario europeo Dimitri Avramopoulos, peraltro in rapporti stretti con la Ong di Panzeri “Fight Impunity”. Anzi, nei verbali viene definito “Membro onorario del board”.

Tutto nasce da un episodio che ha richiamato l’attenzione degli inquirenti. E che ha messo nero su bianco in uno dei “Carton” (così li chiama la procura di Bruxelles) allegati al dossier. Un “incidente”, certo, che però non è passato inosservato. Nel verbale delle intercettazioni, infatti, spunta l’invio di un documento direttamente a Borrell. A trasmetterglielo “per errore” via mail è Cristina Castagnoli, responsabile dell’Unità per la Democrazia e le elezioni del Parlamento europeo. Si trattava di “una nota interna confidenziale preparata da Francesco Giorgi” e preparata proprio per Avramopoulos. Giorgi racconta a Panzeri lo sbaglio commesso e quest’ultimo cerca di correre ai ripari.

Sebbene la polizia belga formalmente accolga la versione dell'”errore”, la vicenda ha acceso un faro. Anche piuttosto luminoso. Appare infatti improbabile commettere un errore del genere. “Noi capiamo – è allora la versione che gli agenti danno del dialogo tra Panzeri e Giorgi – che vogliono sbarrare la strada a un certo Di Maio per favorire la nomina di Avramopoulos”. Non solo. In un primo momento la polizia che “ascoltava” aveva avuto il sospetto che la persona di cui si parlava potesse essere David Borrelli, ex europarlamentare italiano. Per poi rapidamente convenire che si trattava effettivamente dell’Alto Rappresentante.

Gli inquirenti non fanno alcun riferimento alla possibilità che Borrel abbia effettivamente subito la pressione della “cricca”. Ma di certo sono convinti che fosse a conoscenza della loro preferenza a favore “dell’amico” Avramopoulos proprio in considerazione dell'”errore” commesso con la mail della “nota informale” predisposta da Giorgi. E in ogni caso il vicepresidente della Commissione non è allo stato coinvolto nell’inchiesta. Sebbene la nomina di Di Maio sia stata frenata, lo stop è stato attribuito ai dubbi del nuovo governo italiano. È comunque il segno che quella che viene definita “organizzazione criminale” aveva cercato di influenzare la Commissione europea per una nomina così importante almeno per i rapporti con il Golfo Persico e quindi per il Qatar. Non è un caso che nelle stesse intercettazioni si fa esplicito riferimento al fatto che in questa operazionepoteva essere “d’aiuto” Eva Kaili. L’ex vicepresidente del Parlamento europeo, compagna di Giorgi e greca come Avramopoulos.

Resta il fatto che il sistema è abbastanza collaudato. In una intercettazione tra Panzeri e un interlocutore di cui gli inquirenti non fanno il nome si fa riferimento esplicitamente al modello cinematografico americano. “Ho l’impressione – si rivolge all’ex eurodeputato italiano – che siamo come Ocean’s Eleven”. Il film in cui una banda di undici ladri, guidati da Clooney, svaligia uno dei più famosi casinò di Las Vegas. E mentre lo dice, l’anonimo aggiunge: “Dammi due buste”. Secondo gli agenti Panzeri ha consegnato al suo interlocutore alcune “somme di denaro”.

Che la rete fosse ampia e con diversi addentellati lo dimostra anche la cena che ha coinvolto un autorevole esponente della politica francese: Michel Barnier. In una nota steak house di Bruxelles, anche l’ex ministro di Parigi, ex commissario europeo e di recente capo negoziatore per l’attuazione della Brexit, è stato intercettato a cena con Panzeri. Nessun reato o nessun sospetto su di lui, solo la conferma che l’impianto di rapporti del fondatore della Ong “Fight Impunity” era davvero ampia, complessa e in tutte le istituzioni dell’Ue

Incarico Ue nel Golfo, pm: “Panzeri lavorava per bloccare Di Maio”

LE CARTE – L’ex membro S&D e Giorgi “si adoperavano per favorire Avramoupoulos”, rivale dell’ex M5s

(DI ANTONIO MASSARI – Il Fatto Quotidiano) – Il paragrafo dell’informativa s’intitola così: “In merito a una nota riservata inviata per errore a Josep Borrell”. Il “Qatar gate” continua a riservare sorprese, a giudicare dagli atti d’indagine, che questa volta rivelano un retroscena della battaglia per conquistare il ruolo di inviato speciale dell’Ue nel Golfo Persico. Una poltrona nel mirino di Luigi Di Maio e anche dell’ex commissario Ue all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos. A novembre – qualche settimana prima dell’arresto di dell’ex europarlamentare Pier Antonio Panzeri, del suo ex assistente Francesco Giorgi (poi transitato con l’eurodeputato Andrea Cozzolino) e dell’ex vicepresidente Eva Kaili – Di Maio era stato indicato, dal “panel” di tecnici Ue, come il miglior candidato. C’è però in questa storia un bizzarro retroscena raccontato nell’informativa della polizia belga.

L’alta funzionaria Cristina Castagnoli “invia per errore” a Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, una “nota interna trasmessa da Giorgi”. Questa nota confidenziale” si legge nell’informativa “era stata redatta da Dimitris Avramopoulos”. E già qui, stando agli atti, c’è un primo corto circuito: perché Avramopoulos avrebbe inviata questa nota confidenziale a Giorgi? Gli investigatori si accorgono della vicenda intercettando Giorgi e Panzeri. Infatti è a Panzeri che Giorgi “espone il problema dell’invio della nota per errore” spiegando che l’ex esponente di Articolo 1 è il “solo” che può risolvere la situazione e “trovare la soluzione”. E in questo modo, sottolineano gli investigatori, conferma il ruolo di leader rivestito da Panzeri (che da anni non siede più nell’Europarlamento). È a questo punto che gli investigatori annotano il loro sospetto: pare che Panzeri stia lavorando affinché Avramoupolos ottenga “quel posto”, ovvero il ruolo di inviato speciale nel Golfo Persico. I poliziotti motivano questa supposizione ricordando una conversazione intercettata tra Giorgi e Panzeri. I due discutono di una “lettera inviata per errore a Borrell e riguardante Di Maio, attuale favorito per l’ottenimento del posto, in cui Giorgi sarebbe contento di essere identificato come la persona che ha fatto trapelare una nota interna confidenziale”.

In un altro passaggio gli investigatori sono ancora più espliciti: “Comprendiamo che Panzeri e Giorgi si stanno attualmente muovendo per bloccare il percorso di Di Maio al fine di promuovere la nomina di Avramopulos . Come promemoria, Avramopoulos è un membro onorario della Ong Fight Impunity creata da Panzeri”. C’è poi un passaggio che riguarda i deputati Marc Tarabella e Andrea Cozzolino (per i quali la procura ha ottenuto la revoca dell’immunità parlamentare) e Alessandra Moretti (non indagata): “I deputati Tarabella, Moretti, Cozzolino e Kaili lavorano sotto le direttive di Panzeri” per la “promozione degli interessi del Qatar”. Giorgi sarebbe il “braccio destro di Panzeri” e “dispensa le direttive che riceve da quest’ultimo ai vari esecutori”. A Moretti e Cozzolino, che in alcune conversazioni viene definito da Panzeri e Giorgi come “un coglione” – “aveva tutto a disposizione per fare bene” – , vengono spiegate le linee del dibattito sul Qatar e in un’occasione, l’11 novembre 2022, Panzeri viene intercettato mentre detta un discorso in cui parla come se fosse il ministro del lavoro qatarino.

Anche l’ex ministra belga Maria Arena, oggi eurodeputata nel gruppo socialista (non indagata) viene citata più volte nelle informativa e in un caso si segnala che durante il dibattito in Parlamento avrebbe consentito di parlare per 2 minuti ai deputati favorevoli al Qatar e per un solo minuto quelli più critici. Problematica anche la presenza di Amnesty International, ritenuta un problema per le sue posizioni sul Qatar, mentre in un altro passaggio si fa cenno a un trasferimento di 40mila euro.

2 replies

  1. Forse wuella si defenestrare giggino dalla nomina è forse l’unica cosa che si può approvare dell’operato di Panzeri 🤔

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