Il geologo Tozzi scrive al cantante che ha attaccato gli ambientalisti: «Concerti con 50 mila persone non sono sostenibili da alcun sistema naturale soprattutto dalle nostre spiagge già compromesse»

(MARIO TOZZI – lastampa.it) – Caro Lorenzo,
non ci conosciamo personalmente, ma ti scrivo in relazione al tuo Jova Beach Party e alle polemiche che si stanno scatenando per la tua risposta piccata alle critiche di cittadini e associazioni. Mi permetto di darti del tu come a un amico di lunga data, visto che seguo con attenzione e simpatia il tuo percorso musicale e umano almeno da «Serenata Rap», cioè da quasi trent’anni. Premetto che mi piace molto la tua evoluzione artistica e ho apprezzato anche una certa inclinazione globale di alcuni brani, come per esempio «L’ombelico del mondo». Tutto questo per dire che non c’è ombra di pregiudizio nella mia analisi. E così vengo subito al punto: noi tutti amiamo coniugare natura e cultura, arte e ambiente, musica e paesaggio. Direi che ci viene spontaneo, sia quando ne godiamo, sia quando ne siamo protagonisti. Nel mio piccolissimo, io non sono certo contrario e ho fatto spettacoli di parole e musica con Niccolò Fabi nelle Grotte di Castellana e con il jazzista Enzo Favata anche nelle spiagge più intatte di Sardegna.
Quindi il connubio mi piace. Il problema infatti non sta nella manifestazione in sé, ma negli impatti, che, come si vede chiaramente nelle foto del JBP dall’alto, sono dirompenti, semplicemente per il numero di individui che vi partecipano: un conto sono cento persone, un altro cinquantamila. Un recente studio del Cnr ha stimato che, dalle spiagge del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, ogni bagnante che passa una giornata al mare porta via con sé, volente o nolente, dai 50 a 100 grammi di sabbia. Lo studio è stato elaborato per la famosa spiaggia di Budelli che veniva sistematicamente depredata delle sue sabbie rosa e che è stata chiusa all’accesso proprio perché, comunque, dieci bagnanti trasportavano inconsapevoli altrove almeno un chilo di sabbia al giorno. Moltiplica questa cifra per le tue diecimila o cinquantamila persone e vedi a che montagna di sabbia si arriva, senza contare che si balla e ci si agita, aggiungendo erosione a erosione. Anche se solo per una giornata.
Il primo elemento di critica sono dunque i numeri, non sostenibili da alcun sistema naturale, specialmente se delicato e fragile. E il secondo elemento è proprio il luogo: le linee di costa sono quanto di più delicato esista sul pianeta e sono compromesse soprattutto in Italia. Oggi le nostre coste sabbiose sono spesso in via d’erosione, mentre quelle alte, di falesia, finiscono per subire i colpi delle maree, sempre più disastrosi anche a causa delle frequenti tempeste. In Italia circa il 40 per cento delle spiagge è sottoposto a un’erosione costante e l’esito di questo processo è che rischiano di andare perdute, se non si interviene incisivamente. A patto di non affidarsi alle solite opere: moli, pennelli, scogliere artificiali o addirittura rimpinguare la spiaggia con camion di sabbia presa chissà dove e scaricata lungo la costa. Ci si dovrebbe, invece, affidare al ripascimento naturale guidato, ma per questo ci vogliono tempi lunghi, opere dolci e tranquillità.
Non meno dannoso è l’uso malsano che facciamo della spiaggia, che in Italia è particolarmente deleterio. La duna, per esempio, è stata cancellata ormai su quasi tutte le decine di migliaia di chilometri del confine marino; la gran parte delle praterie sommerse di Posidonia è stata ormai divorata; la sterminata foresta che un tempo andava da Ventimiglia a Trieste facendo il giro di tutte le coste è scomparsa ormai da almeno duemila anni. Solo il 29 per cento delle coste italiane, circa 2.200 ettari, è libero da insediamenti e può essere considerato un paesaggio integro. Il 60 per cento è già stato oggetto di un’occupazione intensiva che ha portato alla cancellazione della duna e della macchia, sostituite da costruzioni a tappeto e stabilimenti balneari in cemento armato. Il restante 11 per cento è in via di occupazione. Le coste sono un patrimonio che noi diamo per scontato, ma che sta andando perduto senza che nemmeno ce ne accorgiamo.
Non sembra poi una delle migliori idee passare con le ruspe prima dell’evento o imporre un megapalco di quelle dimensioni con tutte le opere temporanee, ma pesanti, che richiede. E le opere di compensazione servono relativamente, perché agli impatti resistono solo gli ecosistemi resilienti e, per ciò sopra esposto, in Italia gli stessi sono allo stremo, specie lungo le coste. È vero che il Wwf si è fatto garante della mitigazione degli impatti, visto che tanto i comuni avrebbero comunque autorizzato gli eventi. Ma come membro del Consiglio Scientifico devo rivelarti che, insieme ad altri, avevo fatto presenti le mie perplessità.
C’è poi un aspetto culturale di fondo che non va trascurato: trasformando gli ambienti naturali in luoghi per eventi di massa si potrebbe dare l’idea che la natura e il paesaggio siano, in fondo, modificabili costantemente dai sapiens anche per esigenze che non sono di immediata sopravvivenza, pur riconoscendo il valore assoluto della musica. Ma ci sono luoghi deputati per quelle manifestazioni, anche giganteschi: stadi, palazzetti, piazze municipali e quant’altro. E se è vero che si tengono eventi nell’Arena di Verona o in siti archeologici, è pure vero che i Pink Floyd a Pompei il pubblico non ce lo avevano e che i numeri sono comunque molto più bassi. Il problema sono i numeri, ma certo non per danneggiare le persone che vogliono godere della tua musica, solo per evitare di lanciare un messaggio diseducativo, che qualsiasi cosa si può fare sempre a spese dell’ambiente.
Ciascuno di noi sbaglia benissimo da solo e i consigli so dove posso mettermeli, ma davvero non devi pensare che ci sia una pattuglia combattiva di eco-nazisti, come li hai chiamati, che vuole distruggere la tua iniziativa per invidia sociale. Se pure ci sono voci estreme, ci sono anche altri, ecologisti di lunga data come me, che studiano l’ambiente da un punto di vista scientifico e che ne hanno viste abbastanza per suggerirti di rinunciare a questo progetto e rimodularlo legandolo a vere iniziative di compensazione ambientale: dalle emissioni clima alteranti che un evento ha sempre e comunque, alla piantumazione di alberi seguita e certificata, alla restaurazione di dune e praterie di Posidonia, alla difesa dell’avifauna e delle tartarughe marine. Chi se frega del fratino, mi potresti dire, o delle tartarughe. Ma faresti un errore: in questo mondo c’è un posto per la zanzara e uno per il pipistrello, uno per il fratino e uno per la medusa, solo noi sapiens pigliamo il posto di tutti gli altri, prepotenti e invasivi come siamo. Non realizziamo che, se si estingue una specie, l’effetto è a domino e, prima o poi, si estinguono anche le altre. In fondo la ricchezza della vita sulla Terra è data dalle sue singole componenti, esattamente come la sicurezza di un aeromobile è garantita a partire dall’ultima vite della macchinetta per scaldare i pasti a bordo: non sai mai come si mettono le cose, se fai finta di niente.
Mi congedo nell’illusione che le mie parole servano almeno a un ripensamento e una discussione non ostile e addirittura serena.
Tuo.
Io metto Jovanotti sullo stesso livello di MIELI FERRARA LIQUORI RIOTTA ANNUNZIATA ex sessanottini che volevano abbattere il sistema e invece ci sono dentro fino al collo e ci fanno pure i soldi. Amen
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Dimenticato Sgarbi…
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Non sapevo fosse un ex sessanottino.
Ma almeno Sgarbi (che non stimo) si sporca la faccia con le sue intemerate mentre gli altri si credono i profeti del pensiero occidentale e non ci beccano mai. Ho dimenticato Cacciari che però nonostante tutto mi è simpatico.
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Hai dimenticato Mughini😅😂😂😂
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Grazie. Se ve ne viene in mente qualcun’altra
scrivetemelo.
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Lorenzo fuck you, USA e Maneskin.
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Sgarbi non è un ex ma conta per due: si è fatto riconoscere anche in Svizzera.
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Ha chiesto il suicidio assistito?
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Purtroppo, no…
https://www.repubblica.it/cronaca/2022/08/09/news/vittorio_sgarbi_svizzera_multa_lampeggiante-360959939/
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Bellissima
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“Stavolta sbagli”
Non ho letto e non so su cosa sbagli secondo questo lunghissimo articolo, ma io ogni volta mi sorprendo: la gente davvero ascolta quello che dice sto tizio, jovanotti intendo?
Boh!
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Penso che la gente non ascolta, segue quello che fanno gli altri come le pecore, se la prima cade nel burrone le altre la seguono. Ormai funziona così, se poi l’evento è pompato dai mezzi d’informazione le utili mandrie idiote non le ferma niente e nessuno.
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I soldi so’ soldi Giovanotti tiene famiglia glie’ fraga casso delle spiagge che si devastano dopo due anni di pandemia la ditta deve riprendere a fare fatturato e chest’è 🤔
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Ma nooo! Lui è cristiano, cancella persino gli spettacoli nei Venerdì Santo per poter digiunare…
Non lo fa per se stesso, ma per quei poveri “lavoratori dello spettacolo…” . Dicono tutti così…E sono tanto buoni che qualcuno ci crede.
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Ma vuoi mettere come era una volta? quattro gatti, una chitarra un po’ di birre e aspettavi l’alba sulla spiaggia. Ps: prevedo contumelie nei confronti di Tozzi da parte dei Jovanottisti
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Grande Tozzi, come sempre luce nel buio.
Jovanotti é solo uno dei tanti venduti che crede di essere ganzo (come diciamo in Toscana) facendo concerti e soldi in luoghi particolari, tanto sa che l’italiano bue beve ogni cosa e magari pensa che organizzare mega concerti sulle spiagge migliori anche la situazioni di quei luoghi..
L’uscita poi sugli econazisti invidiosi di lui, sarebbe infine, da “strizzata di palle”…
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Sto’ mezzo cantante alla fine si è rivelato per quello che è realmente, volgare e avido soggetto a cui interessa solo fare soldi, e chi se ne frega dell’ambiente.
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Cantante?
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