Le testimonianze raccolte dall’AGI: “Non si torna indietro, la pandemia è verso la fine e il modo per sconfiggerla sono i vaccini e non le restrizioni”

(agi.it) – I danesi non ne vogliono più sapere di green pass e mascherine. Accolgono con assoluta convinzione la scelta del governo di revocare (dal primo febbraio) tutte le restrizioni legate al Covid, green pass compreso.
“La trovo perfetta come decisione, parliamo ormai di una normale influenza. Vanno protette le persone che sono più a rischio ma non tutta la popolazione dev’essere rinchiusa”, dichiara all’AGI il 61enne Torbin, al termine del suo turno di lavoro nel centro di Copenaghen. Alla domanda se non tema nuove ondate, non mostra dubbi. “Assolutamente no, non possono esserci più contagi di quelli che abbiamo oggi”, spiega. E come lui la pensano in tanti. Soprattutto i giovani. Che hanno pagato il prezzo più caro di questa crisi sanitaria che presto si è trasformata in una crisi sociale.
“Finalmente possiamo tornare a uscire, a ballare, a bere”, racconta Urinika. Diciassettenne che non vede l’ora di tornare “alla vecchia normalità”. “C’era mancato poter uscire con gli amici, stare insieme”, le dà sostegno Sophie, sua coetanea e compagna di studi. “Abbiamo organizzato una festa a scuola venerdì, finirà a mezzanotte poi continueremo a festeggiare fuori”, raccontano. “Non sappiamo come andrà in futuro ma forse la pandemia la possiamo combattere con i vaccini e non più con le restrizioni. Ovviamente chi vuole mettere la mascherina lo può fare”, insistono.
Attualmente il Paese conta tra i 40 e i 50 mila casi al giorno (su una popolazione di 5,8 milioni di abitanti) ma fa affidamento su un alto tasso di vaccinazioni: più del 60% dei danesi ha fatto il booster, un mese in anticipo rispetto al cronoprogramma delle autorità sanitarie, e ben al di sopra della media europea di poco meno del 45%.
“Secondo me prima o poi saremo tutti contagiati dalla Omicron, tanto vale togliere le restrizioni per accelerare il processo di immunizzazione”, sostiene un quarantenne che accompagna il figlio uscito dall’asilo. Ovviamente entrambi senza mascherina. Come quasi la totalità della popolazione. Non solo all’aperto ma anche al chiuso, nei locali. Persino sui mezzi pubblici è tornato raro vedere dei visi coperti. Quasi come nel 2019 quando a portare le mascherine era perlopiù i turisti asiatici.

Claudio Dal Moro
“Abbiamo cinquantamila casi al giorno ma nessuno ha la mascherina, nemmeno in autobus serve, in treno. Nei ristoranti non serve più mostrare il coronapass”, spiega sempre all’AGI Claudio Dal Moro, cittadino italiano che vive e lavora a Copenaghen da 31 anni (attualmente al ristorante Accanto). “C’è stato un calo enorme di attività per il ristorante ma a differenza dell’Italia qui abbiamo degli aiuti per il personale, per gli affitti. Anche durante il lockdown più duro tutti i dipendenti hanno avuto il loro stipendio”, racconta. “Io sono veneto, e l’ultima volta che sono stato a Venezia, a settembre, ho provato tanta tristezza per tutte le chiusure che ho visto. Temo seriamente che la nostra economia non possa più riprendersi”, sottolinea Dal Moro.
“Secondo me prima o poi saremo tutti contagiati dalla Omicron, tanto vale togliere le restrizioni per accelerare il processo di immunizzazione”
Prima che i vaccini perdano efficacia aggiungiamo noi.
E sempre proteggendo i fragili.
Invece in Italia diamo il gp illimitato a 80enni, obesi diabetici, cardiopatici, ipertesi ecc. che hanno fatto la terza dose a novembre.
E lo neghiamo a un 25enne che il covid lo ha fatto nella prima ondata magari con pochi sintomi.
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Ieri abbiamo visto che gli studi sui guariti dicono che la loro immunità è solida e duratura. Ma perchè fidarsi di questa scienza screditata quando possiamo confezionarci da soli a casa un bello studio osservazionale longitudinale.
Grazie alla mancanza di pudore dei vip abbiamo a disposizione una mole di dati così ingente che il nostro studio sarà degno della pubblicazione sulle migliori riviste del settore.
Il gruppo (coorte) che vogliamo analizzare è rappresentato da tutti i vip contagiati e guariti dal covid durante l’intera pandemia. Quante migliaia saranno in tutto il mondo? Boh, di sicuro un bel po’.
Bene, ora osserviamo nel tempo i soggetti appartenenti alla coorte e controlliamo quanti di loro si sono reinfettati – e nel caso quanto gravemente.
Noi siamo a conoscenza solo di Casini, Chiambretti e Djokovic, ma di quest’ultimo c’è da fidarsi?
Nessuno ha manifestato sintomi gravi nella seconda infezione (nemmeno Chiambretti che invece due anni fa se l’è vista brutta).
Sicuramente abbiamo dimenticato qualcuno e chiediamo a chi ci legge di segnalarci i nominativi mancanti.
Conclusioni: non conosciamo i numeri precisi, ma possiamo tranquillamente dire che i vip guariti hanno un’ottima protezione dalla reinfezione – e sono protetti al 100% dalla malattia grave.
Ma voi non siete vip, per cui stàteve accòrte!
Adesso che conoscete la procedura applicatela alla coorte di guariti di cui siete a conoscenza, amici, conoscenti, vicini, colleghi, ecc. e verificate se i vostri risultati confermano i nostri.
Facile, no? È così che funziona la scienza.
Se molti studi convergono sulle stesse conclusioni si può ritenere che – AL MOMENTO – quella sia la spiegazione più ragionevole.
PS: Una volta compiuto lo studio il vostro “indice di Hirsch” (H-index) sarà più alto di quello di Burioni, Bassetti, Galli e Viola messi insieme! Complimenti!
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Se vi abbiamo convinto della bontà dell’immunità dei guariti (vaccinati o non) dovrebbe sorgervi qualche domanda sull’utilità e scientificità di un gp che dopo sei mesi dalla guarigione scade.
L’immunità di gregge? Come la costruiamo? Escludendo dal gruppo le pecore che hanno la migliore immunità?
Se il prof. Galli avesse festeggiato il capodanno con dei guariti terrapiattisti novax non avrebbe corso alcun rischio.
Il gregge lo avrebbe protetto, appunto.
Che pericolo rappresentava Djokovic, che ha un’immunità migliore dei suoi colleghi mai infettati?
Perchè non possiamo rispettare le scelte di guariti che avendo fatto una malattia lieve ritengono, a ragione, di non avere bisogno di vaccinarsi? Su quale base scientifica invece abbiamo deciso che lo devono assolutamente fare?
Questa è burocrazia non scienza.
E nemmeno tutela della salute pubblica.
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