(Tommaso Merlo) – Il Movimento è morto e sepolto. Pace all’anima sua. Gli son bastati tre anni nei palazzi per diventare un partitino come un altro. Una storica occasione di cambiamento buttava via. Alle prossime elezioni vedremo se i tifosi superstiti di Conte supereranno la soglia di sbarramento. Probabilmente sì, almeno il Pd avrà una spallina su cui contare. Spetterà agli storici sviscerare l’incredibile parabola del Movimento, ma già adesso è evidente che non vanno cercati colpevoli chissà dove. Il Movimento si è suicidato quando i cittadini entrati nei palazzi sono diventati politici come gli altri. Tatticismo, personalismo, correntismo, poltronismo, leaderismo. Blablaismo. Nei palazzi hanno perso mordente ma soprattutto contatto con la realtà finendo per perdersi in un tunnel di compromessi al ribasso ed incredibili giravolte che ne hanno minato la credibilità. Pazienza, morto un Movimento se ne fa un altro. Omologato ed accodato ad un sistema partitocratico fallito che stava già crollando, il Movimento ne seguirà lo stesso destino. Pace all’anima sua. Ma in Italia c’è una democrazia da ricostruire dalle fondamenta. La fiducia dei cittadini nei partiti e nelle istituzioni è ai minimi termini, in pochi votano e ancora meno s’informano, invece che partiti vi sono dei leader con curve di tifosi al seguito e dei cartelli elettorali per spartisti le poltrone. Nel momento topico della pandemia, il potere è passato in mano ai tecnocrati talmente la nostra politica è di scarso livello ed oggi milioni di cittadini non hanno nessuno che li rappresenti. In Italia vige una democrazia monca in cui delle caste screditate di baroni e di improbabili nuove leve, se la cantano e la suonano da soli. Caste politiche, giornalistiche e lobbistiche che nonostante il loro evidente fallimento storico, continuano imperterriti a pensare solo a se stessi. Alla propria carriera, al proprio potere, alla propria visibilità, alle proprie prebende. E’ per questo che Berlusconi al Colle sarebbe davvero un presidente rappresentativo di questa fase storica e di quella che è una viscerale deriva egoistica prima ancora che politica. Il proprio ego first, fino alla fossa. Un sistema egoistico che ha come scopo principale se stesso. Tutto il resto è secondario. Anche l’Italia. Anche le nuove generazioni. Tutto. Da un tale sistema non nascerà mai nulla all’altezza del cambiamento radicale necessario e che i cittadini hanno chiesto a gran voce nel 2018. Nulla. Giusto dettagli e contentini. La conferma è l’odierna ammucchiata. Al di là delle solite cagnare elettorali, se vincerà uno o l’altro alle prossime elezioni non cambierà nulla perché al di là delle chiacchiere politichesi, i partiti sono facce dello stesso sistema ispirato allo stesso pensiero unico. Neoliberismo di stampo poltronista. Il cambiamento in una democrazia è una cosa molto seria e lo dimostra proprio la mesta parabola del Movimento. Il cambiamento genera strenue resistenze e si conquista alla fine di una lunga ed estenuante battaglia. Per cambiare in una democrazia serve una forza superiore a quella dei conservatori e serve che i rivoluzionari siano coerenti, perseveranti, coraggiosi e determinati ad arrivare fino in fondo. Il Movimento si è arreso subito. Gli è bastato qualche annetto di palazzo. Una rivoluzione appena abbozzata. Per la gioia dei restauratori. E’ storia. Antica e recente. Il cambiamento in una democrazia è una cosa molto complessa. E questo soprattutto in democrazie vecchie e ammuffite come la nostra dove storicamente si formano delle incrostazioni elitarie di stampo egoistico difficili da rimuovere. Il Movimento ha fallito il suo tentativo rivoluzionario perché si è rammollito strada facendo, perché è sceso a patti fino a farsi risucchiare dalla politica che diceva di voler liquidare. Quei cittadini sono diventati politici come gli altri e si son persi in un tunnel di compromessi al ribasso e incredibili giravolte. Per questo l’unica speranza di riprendere la strada del vero cambiamento è lontana dai palazzi. Ieri come oggi. L’unica speranza sono quei milioni di italiani che oggi non votano nemmeno più e non danno più retta alle autoreferenziali moine delle élite de noialtri. L’unica speranza è che nasca un nuovo movimento al di fuori di questi partiti che sono facce dello stesso sistema ispirato allo stesso pensiero unico. Neoliberismo di matrice poltronista e ispirazione conformista. Blablaismo acuto. Solo da cittadini liberi da lacci incestuosi, solo da cittadini che non hanno nulla da perdere e che sentono sulla propria pelle l’urgenza morale e politica di girare pagina, posso scaturire quegli slanci ideali e quella forza e perfino quell’incoscienza che servono a vincere le resistenze elitarie e generare vero cambiamento. E’ storia. Anche recente. Dopo l’ennesima lacerante delusione del 2018 non è facile riaccendere l’entusiasmo tra i cittadini. La società è anch’essa intrisa di egoismo viscerale e molti non riescono a pensare ad altro che agli affari propri o preferiscono accodarsi. Ma non ci sono alternative. In democrazia si procede per tentativi. E si cambia solo dal basso. Pazienza se il Movimento è morto e sepolto. Morto uno se ne deve fare un altro e pure in fretta. In Italia c’è una democrazia da ricostruire dalle fondamenta.