
(Marco Giannini) – Devo dire che quando concludo i miei dialoghi con Otto Bitjoka, Presidente dell’Unione delle Comunità Africane in Italia (UCAI), mi sento sempre stimolato a scrivere articoli; ogni volta, scaturiscono osservazioni e proposte illuminanti quanto coraggiose.
Secondo Otto non v’è dubbio che il sistema imperialista abbia tutta l’intenzione di opprimere i neri e di soffocare lo sviluppo della loro terra madre, l’Africa, impensabile quindi un riconoscimento paritetico.
“In Italia, ed in occidente in generale”, evidenzia Otto “è presente una falsa retorica che narra di una fratellanza tra africani e partiti di sinistra, ed essa, puntualmente, non apporta nessun vantaggio concreto e durevole…”. Questa retorica, secondo Bitjoka, è accompagnata dai filantropi con la faccia pulita e spesso è asservita anche ai disegni delle religioni (e delle ONG collegate): sanatorie, cooperazione internazionale, manifestazioni alle porte di elezioni, sono tutte azioni apparentemente buone che puntualmente si rivelano maschere di ipocrisia, visto che anestetizzano le coscienze degli africani.
Otto rimarca, direi in modo brillante, come il Sistema, attraverso queste azioni, sappia benissimo di suscitare gratitudine negli africani e da lì sudditanza fino al senso di inferiorità.
Non ho potuto non concordare con lui, rilevando di come tutto ciò somigli ad un annuncio costante e subliminale in cui l’occidente, e non solo esso ormai, si rivolge agli africani in questo modo “non usate il cervello che non ne siete capaci, pensiamo a tutto noi”. Tutto perfettamente ed estremamente coerente col disegno imperialista.
“La strada è un’altra, l’imperativo è imparare a curare i nostri interessi lottando per l’autodeterminazione, ritrovare l’arcano maggiore delle complessità dell’intelligenza africana; con le nostre enormi ricchezze naturali possiamo conquistare il dominio economico. Sono necessarie però decisione e la giusta dose di cattiveria anche perché nessuno ne ha il monopolio”.
Ma dopo queste parole ecco la proposta che non ti aspetti!
“Ho sempre pensato che, per motivi pratici e strategici, fosse opportuno creare una legione straniera in Italia, questa operazione avrebbe sia il pregio di far arrabbiare i soliti benpensanti e pure quello di assorbire una parte di quegli irregolari che ci tengono a mettere la testa a posto. Ne otterremmo giovani con schiena dritta e sentimenti nobili al servizio degli obbiettivi umanitari da definire nel contratto di ingaggio”.
Chissà come reagirebbero quelle Nazioni che in Africa schierano i loro eserciti, e penso ai francesi in Niger, ad esempio…ed a questa osservazione Otto mi ha risposto con un sorriso.
Bellissimo: andiamo a fare un colonialismo militar/poliziesco, spedendo nel Continente Nero giovani Africani arrivati in Italia come ” migranti” e reinviati laggiù con una divisa e sotto il Tricolore italiano. Mazzini direbbe oggi “l’Africa farà da sè”. In caso contrario confermiamo che gli Africani sono sotto uomini ( untermenschen, come dicevano i nazisti dei non ariani) non in grado di evolversi autonomamente dal livello tribale cui soggiace la maggioranza di loro e buoni solo a fare gli Ascari. Tutto questo discorso non mi piace. Si finirà per rivalutare sia la politica di Balbo, grazie alla quale gli abitanti della Libia erano cittadini Italiani libici, sia gli arruolamenti dei reggimenti indigeni comandati da ufficiali Italiani.
"Mi piace""Mi piace"
Non si capisce perché se le cose le fa la Francia va bene se le fa l’Italia è scellerato.
Magari ci fosse una legione straniera visto che ai nostri giovani non fanno fare più neanche il militare.
Ma andate a pagare l’obolo delle primarie che è meglio va…
"Mi piace""Mi piace"
Forse non hai ben chiaro cosa sia la legione straniera, altrimenti sapresti che non è per “i nostri giovani”.
"Mi piace""Mi piace"
Vedi che non hai capito un bel niente di quanto ho scritto?
I nostri giovani prendano esempio.
"Mi piace""Mi piace"