Consultazione pubblica rivolta a ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni promossa dall’Autorità Garante per l’infanzia e l’Adolescenza allo scopo di indagare le loro percezioni sulla guerra e sui conflitti

(ilsole24ore.com) – Il 68% degli adolescenti di un campione provvisorio di 4.000 non si arruolerebbe se l’Italia entrasse in guerra. E a sorpresa è la televisione e non internet il mezzo da cui si informano. Sono i primi risultati della consultazione pubblica rivolta a ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni promossa dall’Autorità Garante per l’infanzia e l’Adolescenza allo scopo di indagare le loro percezioni sulla guerra e sui conflitti. Alla domanda “Se il mio Paese entrasse in guerra mi sentirei responsabile e se servisse mi arruolerei. Quanto sei d’accordo con questa affermazione?” la maggioranza esprime il proprio disaccordo. Tra i maschi la percentuale è del 60,2% e tra le femmine il 73,6%.
Iniziativa per colmare un vuoto di informazione
“L’iniziativa è stata avviata per colmare un vuoto di informazione sul sentiment degli adolescenti in relazione ai conflitti in corso e allo scopo di fornire alle istituzioni spunti di riflessione” dice l’Autorità garante Marina Terragni. Come ti informi sulla guerra? Quali emozioni provi davanti alle immagini dei conflitti? Cosa pensi del ruolo della tua generazione nella costruzione della pace? Qual è il tuo rapporto con la violenza, la paura e l’idea di responsabilità? Come gestisci i conflitti quotidiani in famiglia, a scuola, tra coetanei e online?
Il questionario
Il questionario si articola in 32 domande ed è stato realizzato nel settembre scorso in collaborazione con la Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Autorità garante e con il supporto dello psicologo e psicoterapeuta Diego Miscioscia, socio fondatore dell’istituto Il Minotauro, autore di “La guerra è finita Psicopatologia della guerra e sviluppo delle competenze mentali della pace”, e da sempre impegnato nella costruzione della pace, spirito pienamente condiviso da Agia. “Da una primissima analisi dei dati – la rilevazione è ancora in corso sul sito iopartecipo.garanteinfanzia.org e si chiuderà il prossimo 19 dicembre – emerge che la guerra è una delle principali preoccupazioni per i ragazzi: una preoccupazione superiore a quella per il climate change. Inoltre, è la televisione – e non internet o i giornali – il medium a cui prevalentemente si rivolgono per avere informazioni credibili” osserva Terragni.
Il furbo Crosetto afferma che la leva sarebbe a esclusivo carattere volontario. Ma, in caso di necessità, vuoi che non verrebbe trasformata in leva obbligatoria?? Gli imprevedibili fatti – dirà allargando le braccia – ci obbligano a dare il via alla produzione di eroi… dediti “a cercar la bella morte”, ovviamente.
"Mi piace""Mi piace"
Del 40% di ragazzini beoti che si arruolerebbero vorrei tanto sapere che cosa ne pensa sua madre
"Mi piace"Piace a 2 people
e già, quando c’era lui, anzi ןnı̣, anche il neonato in fez offriva l’implume petto al sinistro nemico, ma non preoccupatevi, ci pensa lei, la ducetta della garbatella, e perdio promette giurin giuretta che si AR-RU-OLE-RA-NNO!!! e se lo dice lei che da crederci
"Mi piace"Piace a 2 people
cioè l’Autorità Garante per l’infanzia e l’Adolescenza, sottopone degli adolescenti dai 14 ai 18 per vedere se si arruolerebbero in caso di guerra? insinuando che l’Italia potrebbe andare in guerra? insinuando il pericolo del nemico?
Il sondaggio puzza molto, sembra fatto apposta per conoscere come indottrinarli meglio, siamo di nuovo agli “8 milioni di baionette”?
"Mi piace"Piace a 4 people
Tanto per capire quel che i nostri fanca22isti gggiovani si perdono.
"Mi piace""Mi piace"
Finalmente una buona notizia
"Mi piace""Mi piace"
A parte spendere qualche parola per il 32% che non è poi trascurabile; bisogna attendere, i dati sono in fase di studio.
Comunque la notizia in se non è per niente sorprendente.
La domanda resta bassa un po’ ovunque
https://www.euronews.com/2024/02/16/why-are-european-armies-struggling-to-recruit-soldiers?
Sarebbe ancora più interessante sapere come cambierebbero i numeri se l’arruolamento avvenisse grazie a soldi extra o vantaggi sociali.
"Mi piace""Mi piace"