L’analisi del Cattaneo descrive una regione immobile: la destra aumenta del 20% rispetto alle Politiche coi candidati centristi

(di Salvatore Cannavò – ilfattoquotidiano.it) – Altro che “campo largo” umiliato, quel che è successo in Calabria non presenta nulla di nuovo. Il centrodestra ha stravinto, come ha sempre fatto in occasione delle Regionali (con l’eccezione del 2014, quando il Pd di Matteo Renzi candidò Mario Oliverio: lo strascico giudiziario che questo si è portato dietro fa capire l’anomalia). E un fenomeno ricorrente, come nota l’analisi post-voto dell’Istituto Cattaneo che lo definisce un “pattern ricorrente” che riflette “tendenze di fondo, di lungo periodo, dell’elettorato calabrese”.
Il trittico Politiche-Europee-Regionali disegnato negli ultimi 15 anni è indicativo. Nel 2008-2009 il centrodestra ottiene il 46 e il 40% alle elezioni generali ma poi nel 2010 balza al 57% alle Regionali. Nel 2014, quando Oliverio ottiene uno stratosferico 63% prima di essere travolto dalle inchieste giudiziarie e ottenere un misero 1,7% alle Regionali del 2021. Il meccanismo torna identico nel triennio 2018-2020: 32 e 36% al centrodestra a Politiche ed Europee per poi balzare al 57% nel 2020 e al 55% l’anno dopo per l’elezione seguita alla morte della presidente Jole Santelli. Stessa dinamica nel 2022-2025: 42 e 47% a Politiche ed Europee e poi il 58% alle Regionali.
Di fatto, il centrodestra, soprattutto la sua anima centrista, funziona come una sorta di “rifugio” tra un’elezione politica e l’altra. I dati, scrive ancora il Cattaneo, “sembrano segnalare come molti elettori calabresi che domandano protezione sociale a partiti del centrosinistra e ai 5S nelle elezioni parlamentari, tendano stabilmente a orientarsi, per la stessa ragione, verso candidati al Consiglio regionale dell’area centrista, o meglio di candidati privi di una chiara connotazione ideologica, più presenti nel territorio”. Una grande migrazione verso l’area di centro, quella che esce vincente dalle elezioni, che beneficia di legami territoriali di lunga data, radicati e verificati. Voto di scambio? Clientelari? Peso di un notabilato vecchio stampo? Ognuno può valutare sulla base dei risultati: Forza Italia, che alle Politiche prese poco più del 15% oggi è al 18% a cui si può sommare il 12% della Lista Occhiuto. Noi Moderati dall’1% passa al 4%. Anche la Casa Riformista di Matteo Renzi, senza Carlo Calenda, supera il 4% superando l’Alleanza Verdi Sinistra e strappandole il seggio.
Questa tendenza è confortata da una partecipazione elettorale che, pur segnata dall’astensione, è per ragioni specifiche calabresi in crescita rispetto alle Europee e alle Politiche. Sono infatti andati al voto calabrese di domenica e lunedì scorsi 814.857 elettori ed elettrici contro i 705.479 delle Politiche del 2022 e i 760.354 delle Europee 2024. La differenza si spiega con il fatto che in Calabria, “il numero degli aventi diritto al voto residenti all’estero è molto più elevato che in altre regioni” e questi elettori, alle Politiche “non sono inclusi tra gli aventi diritto al voto nelle sezioni elettorali calabresi” perché possono votare nelle circoscrizioni estere. “Sono invece inclusi nella base su cui si computa il tasso di partecipazione ‘ufficiale’ nel caso delle elezioni regionali e locali, in quanto possono esprimere il voto solo recandosi al seggio nel comune di origine. Ma, ovviamente, non tornano in Italia per votare”. Questa anomalia rende anche la partecipazione un dato poco paragonabile al resto delle regioni italiane.
La forza attrattiva del centrodestra ha avuto degli effetti sulle opposizioni, in particolare sul M5S che più che verso l’astensione ha dirottato i voti delle Europee, cioè di un anno fa, sul candidato Occhiuto in misura rilevante a Reggio Calabria e Cosenza. Chi va verso l’astensione è soprattutto la sinistra di Avs che lascia a casa, rispetto alle Europee, una fetta consistente dei suoi voti ancora a Reggio Calabria e a Cosenza, città che resta al centrosinistra, mentre a destra solo Fratelli d’Italia è lambita dal fenomeno, sempre a Reggio Calabria. Per quanto riguarda invece i flussi da sinistra a destra, oltre al caso M5S, quello più rilevante avviene al centro: la lista Azione-Italia Viva delle Europee, infatti, sembra consegnare una quota dei suoi voti alla lista Occhiuto a Catanzaro e Cosenza. Mentre a recuperare voti astenuti è soprattutto Occhiuto anche se Tridico sposta un 10% di elettori astenuti nel 2024 sul suo nome ancora a Cosenza.
Toc toc
Ehi, c’è nessuno?
Ehi ..
Ma dove sono tutti quanti?!
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Hanno letto che
“..M5S che più che verso l’astensione ha dirottato i voti delle Europee, cioè di un anno fa, sul candidato Occhiuto in misura rilevante a Reggio Calabria e Cosenza.”
e sono tutti a letto con grattarola e bolle.
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Ti rispondo io:
Alcuni elettori del M5S votano le liste in cui sono presenti candidati che fanno promesse in cambio di voti. Ecco perché a livello locale il MoV. raccoglie meno voti rispetto alle elezioni nazionali. E’ sempre stato così. Poi, in occasione delle Politiche e delle Europee, tornano a votare il M5S. Le elezioni locali sono fortemente influenzate dal voto di scambio clientelare. Tra l’altro, la Calabria è terra di mafia e lì la mafia controlla una fetta consistente dei voti.
https://www.giornalelavoce.it/news/ultime-notizie/634910/gratteri-e-il-voto-le-mafie-votano-e-fanno-votare-al-miglior-offerente.html
https://www.corrieredellacalabria.it/2019/03/08/gratteri-la-ndrangheta-gestisce-piu-del-30-di-voti-alle-elezioni/
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Sì, ok. Se i dati sono reali (non ho motivo per dubitarne) riguardano quel pezzo di elettorato che va alle urne. Chi è fuori (si può concedere al computo anche il beneficio dei fuori sede che difficilmente prendono aereo/treno/auto per affrontare un viaggio magari di parecchi km) cmq non va alle urne. E tengo anche conto di una quota che è irriducibilmente astensionista. In conclusione voglio dire che anche in Calabria X cittadini potrebbero essere disposti a votare se venisse proposto un qualcosa di convincente. Resta da capire se al partito di Conte conviene strutturarsi principalmente per le politiche, oppure proseguire come ora, con dinamiche (per le amministrative ) che a me risultano fortemente contradditorie, vista la natura dei partiti partecipanti allo schieramento. Poi valuta tu se di riflesso tali dinamiche potranno influire su una possibile coalizione nazionale, ammesso nasca. Secondo me sì, e credo sia posizione nota.
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Eravamo in trepidante attesa..!
ahhh sei arrivato..un pò in ritardo…ci mancavi!
dicci……
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“Eravamo” chi? Sei portavoce di qualche associazione?
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Plurale maiestatis…………….remenber?
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Ah, come i giornalisti..
Cmq ho già detto delle cose, compresa la richiesta di comprensione sulla natura del movimento. Perciò hai già qualche elemento per discutere; se ne hai voglia e se ritieni valide le mie piccole considerazioni.
Plurale maiestatis😁
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Capisco poco di questo articolo.
C’è un’anima pia che può dedicare le sue conoscenze per aiutarmi?
La cosa che più mi martella è: ma qual è la forza e la vera vocazione del M5* in ambito elettorale?
Perché se capisco questo, allora mi sono chiare anche tutte le altre conseguenze. A cascata.
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Ma che…, quando chiedi aiuto non ti risponde nessuno, niente tabelle comparative di quando c’era il M5S, niente confronti col Conte-1, niente di niente. Forse aspettano il parere di tutti per poi “analizzare”…, a posteriori?
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Presidente rimani!
Aggiusta il paese con i vari (in ordine assolutamente casuale) Delrio, Guerini, Cuperlo, Serracchiani, Franceschini ecc
Tutte primizie ansiose di fornire soluzioni. Hanno una esperienza che te la scordi!!
Questo dal 2027, dopo avere messo nero su bianco un bel programma progressista.
Mentre il €uropa, ad assicurare che vi sia concordia, i Picierni daranno continuità certa alla visione progressista fino al 2029. Le premesse per il succe.sso ci sono tutte.
Presidente rimani, perché la tua visione è davvero innovativa. ‘na rivoluzione proprio.
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