
(di Marcello Veneziani) – È stato disgustoso leggere nei giorni scorsi i commenti dei giornali militanti e dei giornaloni borghesi di sinistra all’assassinio di Charlie Kirk. Il succo non tanto sottinteso era: se l’è cercata, se l’è meritata, un fanatico ha ucciso un altro fanatico, una specie di regolamento di conti. E poi la causa di tutto è Trump e il clima da lui creato. Commenti incivili, feroci, di cui vergognarsi. Non un filo di umana pietà per un giovane, padre di due figli, che lascia una ragazza vedova, ucciso per le sue opinioni e per le sue scelte politiche, anche inaccettabili o semplicemente non condivisibili. Un omicidio che si inscrive in una lunga fila di attentati, atti violenti, uccisioni, non solo in America. La fabbrica dell’odio funziona a pieno regime. A questo punto temo la reazione dei trumpiani e la spirale che si può innescare.
Non farò la rassegna di queste miserabili citazioni e i nomi dei loro autori e delle testate. Cercherò invece, di malavoglia, perché mi annoia e mi deprime dire certe cose, di analizzare le giustificazioni “ideologiche” sottostanti a opinioni criminogene come queste. La prima, la più appariscente, dura ormai da più di mezzo secolo: uccidere un fascista non è reato. Un tempo era uno slogan degli estremisti negli anni di piombo, era scritto sui muri con la vernice rossa, e gli autori erano pronti a uccidere chi a loro insindacabile giudizio era ritenuto un “fascista”. Oggi lo ripetono in modo soft, velato, ipocrita, giornali e opinionisti borghesi, che magari si considerano non violenti, umanitari e pacifisti, in un’epoca non più di guerra civile tra estremisti. Quel che colpisce è l’estensione infinita della definizione di fascista, a ottant’anni dalla sua fine, anche a chi non c’entra affatto. Estensione che deriva da teoremi e autori che non appartengono al filone dell’estremismo. Quando Umberto Eco definiva il fascismo “eterno”, legittimava quanti potevano estendere il marchio di fascista anche a persone, epoche e movimenti che col fascismo storico non c’entravano affatto, come Kirk e tanti altri.
Altri tempi, altri modi, altre idee. O quando il fascismo viene definito “male assoluto” dal presidente Mattarella, e ogni guerra o violenza di oggi viene da lui ricondotta al fascismo eterno e assoluto e al nazionalismo, poi è possibile dedurre: a male estremo e supremo, rimedi estremi.
La seconda chiave ideologica di questo assassinio è ritenere che un’opinione diversa dalla propria sia un reato e un crimine più grave di un atto violento e omicida. Il dire prevale sul fare, una parola diventa peggio di un colpo di fucile contro una persona, per giunta disarmata. Ma Kirk era favorevole al diritto di avere le armi in casa, dunque, ancora una volta se l’è cercata. Ma lui, a torto o a ragione, pensava che servissero a difendersi dai criminali, non ad armarli e ad uccidere chi non la pensava come lui.
Secondo questo codice ideologico in uso a sinistra chi uccide può trovare giustificazioni e motivazioni sociali e psicologiche, chi esprime un’opinione diversa sui temi “sensibili” di oggi invece è imperdonabile ed è considerato fuori dal consesso umano.
Peraltro sarebbe facile ribaltare la prospettiva e dire che un anti-abortista come Kirk che si batteva per difendere la vita del nascituro non può essere definito un criminale, mentre chi invoca la soppressione del nascituro indesiderato dalla madre può essere definito criminale; e non lo ha detto Kirk o Trump, ma Papa Francesco, addirittura. A rigore è apologia di un delitto invocare la soppressione di una vita che difenderla.
Ma c’è ancora un altro aspetto. Nel nome dell’ideologia, ci sono violenze progressive e violenze regressive, come diceva Gramsci; ovvero ci sono violenze giustificabili e altre ingiustificabili, a seconda se siano commesse da chi condivide le idee progressiste e chi invece professa idee conservatrici, nazionaliste o comunque non progressiste. Perciò il giudizio penale e sociale va subordinato alla parte da cui sta chi compie la violenza e chi la patisce.
E ancora: se George Floyd compie atti criminali è una vittima della società, del classismo, del razzismo, dunque è giustificato. E si mobilita il mondo davanti alla sua uccisione da parte della polizia; è nato persino un movimento, Black lives matters, in suo nome.
Se dunque “il vissuto” diventa una giustificazione per le violenze e i comportamenti aggressivi di costoro, e la stessa giustificazione vale per gli immigrati indotti alla violenza dall’emarginazione e dalla discriminazione, perché non deve contare anche il “vissuto” di una persona che ha subito o ha conosciuto aggressioni e violenze perpetrate da questi delinquenti? Perché la sua esperienza di vita non può valere come spiegazione e giustificazione delle sue posizioni radicali?
La stessa ferocia disumana nel giudicare un assassinio riguardò, per cambiare contesto e paese, l’uccisione della giovane figlia del filosofo radicale russo, Aleksandr Dugin, Daria Dugina; aveva il torto di essere la figlia di Dugin e di condividere le idee di suo padre. Ben le sta, fu il sottinteso dei commenti sbrigativi alla sua uccisione.
L’ereditarietà della colpa è un altro dogma ideologico che vige sotto quella cupola ideologica; ci dicono ogni giorno che non siamo eredi di niente e di nessuno, non siamo eredi di una civiltà, ma siamo solo figli di noi stessi e del nostro tempo; ma per i nemici vale invece l’ereditarietà famigliare come marchio d’infamia e correità. E non solo: la trasmissibilità della colpa segue anche criteri etnico-nazionali: si possono cacciare e discriminare cittadini che hanno il torto di essere, per esempio, russi o israeliani. La prova contro di loro è che non rinnegano la loro patria, come è naturale; ma non per questo sono complici di quel che fanno i governi dei loro paesi. Se Netanyau ordina di sterminare e distruggere un popolo e una città non per questo un singolo israeliano può essere ritenuto colpevole di questo e perciò da escludere e vituperare. Anche l’eredità segue perversi itinerari ideologici.
Si potrebbe continuare con altri omicidi politici sparsi nel mondo, anche in Europa, contro leader ed esponenti del mondo nazional-conservatore, persino sequenze di morti misteriose, oltre che persecuzioni penali e carcere per reati ideologici. Per arrivare, tornando negli States, all’attentato a Donald Trump. Ma la “narrazione” ufficiale è che le vittime di questi agguati sarebbero i violenti, i guerrafondai, i criminali, non i loro sicari; sono loro i mandanti dei crimini che essi stessi subiscono…
Non bastano dunque gli estremisti e i killer a emettere ed eseguire condanne per i nemici ideologici, che perlomeno rischiano di pagare per il loro gesto omicida; c’è pure un’area borghese, non violenta, pacifista, anche da noi, che sotto coperta, è pronta a giustificare per le ragioni suddette l’eliminazione fisica degli avversari, e non si fermano neanche davanti al corpo ancora caldo di chi è stato abbattuto. Senza umana pietà e senza un minimo senso della verità, della storia, della realtà. Dove non arrivano i giudici partigiani, arrivano le pallottole.
Arrivo a una conclusione. Chi mi legge sa che non faccio sconti alla destra, ai “nazional-conservatori”, e ai loro governi, esercito la critica fino in fondo anche verso il governo Meloni, detesto pure l’uso del vittimismo e dei morti ai fini politici ed elettorali. E dissento fortemente da come sta comportandosi Trump nello scacchiere mondiale. Poi sento alcuni spari, mi volto allora dalla parte da cui provengono, sento che il sibilo dei proiettili omicidi canta “bella ciao”, è rivolto contro i “fascisti”presunti e sento i cori che ne seguono: trasudano odio contro la vittima più che contro l’assassino. E allora mi dico: quelli saranno maldestri, ma questi, i rivali di sinistra, sono umanamente peggiori.
Ma perché la butti sulla cattiva sinistra ?Il tizio che ha sparato è un maga di simpatie repubblicane. Questa tua analisi la chiami giornalismo? Guarda che l’odio più profondo proviene della destra (lasciamo pur stare i fascisti, che sempre di destra erano e che, piaccia o no, esistono anche oggi) ma , visto che non fai sconti alla destra, io ti consiglio di guardare meglio dentro le fogne destroide, perché lì c’è più puzza. E non dimentico di come urlava la meloana dall’opposizione (che sembrava invasata) contro tutti e dando persino di criminale al premier in carica allora. L’odio scabroso vive di più nella vostra casa. È vero che anche la sinistra è di una schifezza senza limiti, ma prima di sputare sugli altri, guardate nel cortile proprio.
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Si potrebbe perdere tempo anche a cercare di classificare il tifo calcistico che comunque è figlio della stessa madre del tema di questo inutile quanto ovvio editoriale. Si potrebbe parlare anche della natura umana e si arriverebbe a scrivere le stesse cose in modo differente ma in un contesto più generalizzato.
Ma se si usa il pretesto per fare propaganda contro la cultura di sinistra acchiappando quà e là frasi idi0te scritte da altrettanti idi0ti va sempre bene tirar fuori il tema dal cassetto.
Bisognerebbe farlo però in tutte le occasioni.
Vero Veneziani?
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A quanto pare non sono l’unico ad averlo notato:
“Stupisce che anche voci autorevoli come quella di Marcello Veneziani abbiano ceduto alla logica binaria. Nel suo recente intervento, il giornalista denuncia con forza l’ipocrisia della sinistra nel giustificare l’omicidio di Kirk. Ma nel farlo, finisce per cadere nello stesso errore che condanna: quello di guardare da una sola parte, costruendo una narrazione che assolve un campo e condanna l’altro, senza riconoscere la simmetria del problema.”
(G. Pipitone)
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Puro onanismo in prosa, un po’ di autoerotismo sulla sua presunta e auto-attribuita superiorità intellettuale e morale mentre lagrima come la Meloni sulla libertà del pensiero proprio che era libero come quello del martirizzato Kirk.
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MV, non ti leggo.
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Io sono andata direttamente ai commenti. Mai piaciuto
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Idem.
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dice ….Non un filo di umana pietà per un giovane, padre di due figli, che lascia una ragazza vedova….. ma tutti i giorni non lontano da noi muoiono mariti mogli e figli ma disgraziatamente non sono alti bianchi e belli pasciuti ma un po’ scuretti con gli occhi neri . .. e tu Veneziani nei hai umana pietà per quelli?
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Da un canale Telegram
🔴 LA TRAPPOLA DI Kirk.
Siamo davvero tutti ridotti allo stato di cani di Pavlov? A giudicare dall’eco che sta avendo l’omicidio del giovane leader conservatore statunitense, Charlie Kirk, soprattutto da questa parte dell’Atlantico, verrebbe da rispondere si.
Tanto per cominciare, si dovrebbe calare questo episodio nel contesto, storico e sociologico, oltre che politico, degli Stati Uniti. Un paese in cui la violenza armata è estremamente diffusa (21.500 omicidi nel 2020, il 77% dei quali con armi da fuoco), in cui l’omicidio politico non è una novità, in cui da anni gruppi dell’ultra-destra si armano e si addestrano – e, più di recente, altrettanto fanno alcuni gruppi antifa.
Ma soprattutto un paese in cui la polarizzazione politica, attraverso discorsi estremamente violenti – quelli che gli anglosassoni chiamano hate speach – si sono diffusi sempre più, anche da parte di esponenti politici di primo piano, ed assolutamente da entrambe le parti.
Del resto, la logica del divide et impera è sempre stata uno strumento del potere, e dal momento che gli Stati Uniti stanno da tempo attraversando una crisi epocale, non c’è assolutamente da meravigliarsi che le oligarchie dominanti lo utilizzino anche all’interno.
Conservatori e progressisti, radicali dell’alt-right e antifa, si confrontano in uno scontro verticale, che divide il paese secondo una linea di frattura che va dall’alto in basso, dalle leadership politiche ai cittadini. Il che è ovviamente molto comodo per chi, invece, teme come la peste uno scontro orizzontale, il basso contro l’alto.E, sia detto per inciso, questo scontro non oppone due diversi progetti di futuro, non mette in discussione la pretesa egemonica statunitense sul mondo, ma al più si accapiglia sul come debba esercitarsi – e soprattutto su chi debba assumerne la guida. Ma ancor più rilevante, la polarizzazione della società nord-americana non è soltanto funzionale al potere, ed alla lotta interna tra le élite dominanti, ma cresce e si acuisce anche in misura del fatto che i due campi sostanzialmente si equivalgono – come forza, come radicamento, come consenso. E questo rende l’equilibrio instabile, e spinge i soggetti coinvolti a cercare di acquisire un vantaggio decisivo sull’avversario, proprio al fine di stabilizzare il proprio predominio.
Insomma, una eventuale seconda guerra civile americana, niente affatto da escludere in un prossimo futuro (soprattutto se non la si immagina con eserciti contrapposti, ma come una epidemia di eruzioni violente), non sarà semplicisticamente uno scontro tra destra e sinistra, ma una resa dei conti tra settori diversi dell’élite oligarchica, condotta anche attraverso strumenti violenti e di strada, proprio perché la parità delle forze richiede il ricorso a strumenti di lotta extraistituzionali.Tanto più patetico appare il confronto tra partigianerie europee, che platealmente traspongono una rappresentazione fittizia dello scontro statunitense come se fosse agito dalle medesime logiche (storiche) europee. Il che dimostra come, quanto meno in questa disastrata Italia, sia le destre che le sinistre siano totalmente soggette all’egemonia culturale ed informativa degli Stati Uniti, da cui si fanno costantemente dettare l’agenda.
Entrambe, sono sempre più caratterizzate da un posizionamento politico meramente reattivo, che si rivitalizza solo quando stimolato dall’esterno, esattamente come i cani di Pavlov. L’incapacità di costruire un’agenda politica propria, autonoma, è un qualcosa ormai definitivamente scomparso all’orizzonte.
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La parola ”odio” mi fa immediatamente pensare a quello che sprizza dagli occhi della Meloni.
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Salvatore Granata
Quindi in Italia siamo capaci di fare addirittura trasmissioni televisive per parlare del presunto insulto ricevuto da tajani ad opera della famigerata senatrice Maiorino, piuttosto che incentrare il dibattito pubblico sui crimini di Gaza ad opera del macellaio netanyahu, sulla crisi economica che sta attraversando il Sud da decenni, sulla Sanità pubblica ormai alla sbando e su altre problematiche impellenti?
Questo atteggiamento vittimistico di meloni e soci ha stufato. Non c’è nessun clima d’odio nei confronti di tajani, della destra mondiale né alcuna strumentalizzazione della Global Sumud Flotilla sulla tragedia di Gaza (come asserisce l’arianna nazionale).
Oltretutto la meloni non ha compreso il suo ruolo. Non ha compreso che il Presidente del Consiglio deve lavorare per tutto il popolo, non per la sua ideologia e i suoi amici. Non per la destra a prescindere. Capisco che essendosi ritrovata premier col 26% del 63% degli aventi diritto la faccia sentire ancora come se fosse il capo del partito più votato a destra, ma da tre anni è a capo del governo italiano.
Ed è inutile ricordare a meloni che è lei per prima ad aizzare e fomentare odio.
Da quando ha cominciato a fare politica.
Perché il suo partito disprezza i poveri, soprattutto se di colore e qualsiasi forma di minoranza etnica, religiosa e di orientamento sessuale.
È inutile dirle che la senatrice Maiorino, riferendosi a tajani ha fatto un esempio usando il “come”, non l'”é”.
È inutile ricordare a meloni e ai suoi fan che durante una pandemia, quindi in un momento storico delicatissimo, tacciava Conte di essere un “criminale”, spingendo la parte più estremista dei no-vax ad odiare.
È inutile ricordare a meloni e a sua sorella che se non fosse per tutte le persone che tengono alta l’asticella sul genocidio a Gaza, a quest’ora avremmo tutti i palestinesi sterminati e cancellati dalla faccia della Terra.
E potrei continuare all’infinito.
A noi italiani, penso di parlare a nome della maggior parte di questi, e senza alcun colore politico, interessano i problemi quotidiani della gente normale e di chi subisce un torto (e uso questo termine per essere soft), come nel caso del popolo palestinese.
Pertanto anziché lamentarsi per le paroline offensive o per i paragoni cattivi da parte di una collega, di un avversario politico o di un normale cittadino morto di fame, e anziché sparare slogan del tipo “Il Meridione è la locomotiva d’Italia” con il 49,9% disoccupazione, sia lei che tajani si concentrino sui problemi degli italiani, si adoperino a imporre sanzioni a Israele che sta molestando mezzo mondo e smettano di fare della costante propaganda politica.
Quando uno non possiede la cultura del lavoro, del sacrificio e della solidarietà, a maggior ragione non può e non deve fare politica.
Semplicemente poiché non può essere utile alla collettività.
E poi, scusatemi tanto, io non sono un 5 Stelle e non devo difendere nessuno, ma sentire tajani che afferma che il Movimento sia “una forza estremista che usa un linguaggio violento, pieno di menzogne”, fa veramente ridere.
Perché si confonde con qualche partito italiano del suo stesso perimetro ideologico e sicuramente con il partito di netanyahu che il nostro governo, compreso lui, non ha mai osteggiato.
ED ECCO QUEL CHE HA AVUTO IL CORAGGIO DI DIRE LA MELONA IERI:
https://www.facebook.com/reel/1444038540234887/
Tributo a Kirk (il Comandante? Kirkegard?) discorso contro la viuulenza e l’intolleranza (che lei ovviamente è estranea a fomentare), dice che Putin è guerrafondaio e Hamas terrorista.
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No, vabbè ce l’ho fatta solo perché ho tolto l’audio e ho letto i sottotitoli… Insopportabile lo stesso, ma mi sono risparmiata almeno la sua voce da kapo.
Di tutta la caterva di menzogne e caxxate che la psiconana ha vomitato, salvo solo una cosa: Kirk si è SACRIFICATO!
Vero! Stava giusto giustificando e sminuendo i morti a causa del 2°emendamento: per avere il privilegio di possedere un’arma bisogna accettare il danno collaterale di qualche morto… beh, per dimostrarlo, si è sacrificato in prima persona.
Ha dato la sua vita in nome della libertà… di POSSEDERE ARMI(comodo pensare che le vittime saranno sempre gli altri), un vero, benché tragico (ma a SUO dire, accettabile 🤦🏻♀️) esempio… per il “bene dell’umanità”.
Un eroe. Santo subito.
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Ahahaah. Che poi una NERA come lei si presenta biondissima (ma che glie danno la cera come i pavimenti, sembra che abbia la pelle come un birillo) e con un vestitino rosso fuego. Praticamente sembra la bandiera della ex DDR.
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Beh, nera non è… è sempre stata chiara, diciamo castano/biondastra, ma fosse QUELLO il problema…
Certo che come mente QUESTA… Aiutooooo!
PINOCCHIA!!! 🤥🤬
Ma poi CATTIVA, ad insinuare(anzi lo afferma proprio) che è la “sinistra” la violenta della storia, che poi quale sinistra violenta, la nostra? Ahahah se togli le BR, da cui si sono prese le distanze subito…ma poi, loro sono i “nipoti” di Mussolini, noi dei partigiani che ci hanno liberato e di personaggi che hanno scritto la Costituzione, su cui questi pisCiano in ogni modo.
Loro sono i santarellini, le stragi fasciste le abbiamo fatte NOI… l
non hanno mai tagliato il cordone ombelicale col neofascismo, lei ne è imbevuta e si coltiva il rancore di essere reietta, come un orticello…
Non vedo l’ora di toglierla dai nostri cabasisi e, soprattutto, dalle nostre spalle…è una vergogna averla come PDC, una stortura, un affronto.
Ultimamente, purtroppo, mi viene sempre in mente l’intervista di Conte al prof. Severino: che abisso, Sparvy, che rimpianto.
Farei anche il patto col diavolo, pur di buttarla fuori, lei e tutta la congrega di indegni malfattori, mangiapane a tradimento. Ma ti rendi conto da CHI siamo governati?
Dai, ma che vergogna…
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Cmq io ero rimasto che si sacrificava Mr. Spock (Star Trek II), evidentemente la nuova generazione ha capito male.
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‘nera chiaramente è la Melona dentro 😀
Fuori qui è rossa e gialla, alla fine sembra la bandiera tedesca. O un episodio dei Simpson.
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O una che brucia all’inferno… 🙏🏻🙏🏻🙏🏻
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A giugno 2025 un bianco con incarichi pubblici ha ammazzato una deputata democratica , suo marito e ha ferito altre due persone. Non risultano lacrime di coccodrillo dei fenomeni Salvini e Meloni e dei loro lacchè…
“Giugno 2025
Sono morti la deputata democratica del Minnesota Melissa Hortman e il marito Mark, colpiti con un’arma da fuoco da un uomo che, fingendosi un agente di polizia, ha poi ferito anche il senatore John Hoffman e la moglie. Ora a Minneapolis è caccia all’uomo: le autorità hanno chiesto alla popolazione di restare al riparo. Secondo quanto riportato dalla Cnn, la polizia cerca un uomo bianco con indosso un giubbotto anti-proiettile. Questo è un “atto tragico di violenza politica. È un assassinio motivato dalla politica”. Lo ha detto il governatore del Minnesota Tim Walz, sottolineando che Hoffman è uscito da poco dalla sala operatoria e dovrebbe sopravvivere. Secondo le prime indiscrezioni, l’assassino sarebbe Vance Luther Boelter, nominato nel 2019 proprio dal governatore Tim Walz per ricoprire un incarico di quattro anni nel board per lo sviluppo della forza lavoro. Lo riporta il New York Post citando alcune fonti, secondo le quali nella sua vettura è stato trovato un volantino ‘No Kings’ per le manifestazioni anti-Trump in programma in tutti gli Stati Uniti.
Il sospettato è in fuga armato e pericoloso.”
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Esatto….
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Un abbraccio forte @Anail. Hai pienamente ragione
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il Simplicissimus
cultura, globalismo, Informazione, Occidente, politica
Il santo Kirkicidio
Date: 15 Settembre 2025Author: ilsimplicissimus 9 Comments
Vi confesserò una cosa: trovo abbastanza noiosi, anzi per me quasi illeggibili, i romanzi e i racconti di Stephen King. È certamente un ottimo inventore di storie horror e fantastiche, ma il suo successo è più dovuto alle trasposizioni cinematografiche, che spesso hanno un ritmo più intenso e drammatico rispetto ai libri. Si tratta beninteso di un giudizio del tutto personale, ma in questi giorni King si è reso protagonista di un piccolo orrore: prima ha attribuito a Charlie Kirk, l’attivista conservatore ucciso alcuni giorni fa, opinioni disonorevoli come la lapidazione dei gay per poi fare marcia indietro riconoscendo che la vittima non aveva mai detto cose del genere, che aveva controllato male le fonti. Ma sono balle: non si controllano le fonti solo quando si vuole a tutti i costi che una cosa sia vera, sindrome che in questi anni dilaga come la peste. Questo è solo un episodio di una vera e propria campagna di odio verso Kirk, probabilmente orchestrata in ambito sionista, condotta a fondo da chi dice di voler combattere le espressioni odio, il che la dice lunga sulle radici di una pseudo cultura che nasce nelle vasche idroponiche dei media e dei think tank finanziati dai soliti noti: sostanze artificiali danno vita a prodotti artificiali e a cose che non hanno senso.
Così tutta una serie di personaggi al limite inferiore del Qi umano si sono chiesti se l’omicidio in questo caso non fosse ammissibile, pur non essendo Kirk un dittatore e per giunta con più di qualche divergenza dal “fascista” Trump: è divertente vedere le scimmiette ammaestrate che sbucciano le banane a comando, meno l’insulso Saviano che si propone come boia in cambio della solita dose di golosi frutti. La disonestà intellettuale paga sempre. Ma si capisce benissimo che l’ammaestratore è sempre lo stesso. Come ha notato acutamente Andrea Zock queste manifestazioni di oddio nascono dal fatto che sono l’ultima spiaggia degli imbecilli, quelli che abituati a darsi sempre ragione reciprocamente e che al primo accenno di contradditorio non sanno cosa dire, oppure si accorgono di vivere in un mondo di cartapesta, dove si inventano delle ” oppressioni” per figurarsi di essere dei liberatori, naturalmente percependo il salario dal padrone. È per questo che ho citato all’inizio Stephen King, perché l’aver attribuito a Kirk l’intenzione di volere la lapidazione dei gay è esattamente ciò che si può attendere da questo mondo; una falsa accusa per difendere una falsa causa.
Una notevole parte del discorso pubblico verte infatti sui diritti Lgbt e quante altre lettere vogliamo metterci, ma esattamente quali sarebbero questi diritti? E soprattutto quali diritti sarebbero negati dal momento che vediamo persino comandanti militari en travesti? Non mi risulta che l’essere gay o qualsiasi altra cosa, comporti (per fortuna) la prigione oppure una multa e nemmeno il pubblico ludibrio che anzi oggi è riservato ai bianchi cis, ovvero agli eterosessuali autoctoni che per il solo fatto di essere tali si allontano da un modello di riferimento e sono evidentemente e tendenzialmente dei reazionari. Infatti multe, prigione e ludibrio vengono semmai riservati a chi dovesse sbagliare un pronome. Una certa sinistra finanziaria, praticamente quasi tutta, avendo rinunciato a combattere lo sfruttamento del lavoro e al proprio mondo di riferimento, dunque a difendere gli oppressi, si inventa oppressioni di vario tipo, comprese quelle fucsia. Come in un gioco ci si convince di stare dalla parte degli oppressi a patto però di inventarsi oppressioni che non diano fastidio ai padroni, anzi adottano quelle che essi stessi suggeriscono.
Personalmente non condivido alcuna delle idee che ho sentito esprime da Kirk nei video che mi sono andato a vedere, ma non mi è venuto l’istinto di prendere la pistola, come suggeriva Goering. Invece proprio l’artificialità e spesso la futilità di questa cultura non può avere sbocco in un dibattito serio per quanto esso possa essere acceso, ma si affida semplicemente alla cancellazione dello scomodo avversario. Ammazziamo Kirk o qualunque altro prima che ci faccia delle domande a cui non sappiamo rispondere.
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