
(di Marcello Veneziani) – Le biografie che portano all’essenza. Si chiama proprio così, All’essenza, l’antologia autobiografica di Franco Battiato edito da Mondadori a cura di Giordano Casiraghi, con l’imprimatur della fondazione dedicata al cantautore siciliano. È il retrobottega di una vita e di un’opera, l’officina dei pensieri e dei ricordi di un cammino non solo musicale; la via dei canti, si potrebbe dire, ma anche le esperienze, gli incontri e i mondi interiori ed esteriori di Battiato. C’è tutto il suo universo spirituale e reale che Casiraghi raccoglie nel collage: non solo pensieri, canzoni e intuizioni, ma anche amore, dolore, ricerca, sesso, cibo, denaro, droga, cinema, educazione, famiglia, infanzia, Sicilia, letture, meditazione della morte, reincarnazione, amicizie, solitudine e silenzio. Si, infine, Un oceano di silenzio.
“Ritengo di essere musicista di essenza e non di cultura”, dice di sé Battiato; i suoi riferimenti culturali, esoterici e sapienziali sono noti ma qui sembra ridimensionarne l’influenza. Quel che conta è l’essenza, a volte anche la magia dell’assenza. Secondo Battiato gli artisti si dividono in due categorie, quelli che seguono i desideri, le mode, le influenze del pubblico, e quelli che invece li determinano; lui appartiene a questa seconda specie. “Le mie canzoni – dice Battiato – piacciono a intellettuali e analfabeti, bambini e adulti, perché offrono una doppia chiave di lettura. Per tutti e per nessuno, come diceva Nietzsche del suo Così parlò Zarathustra; in superficie favola, in profondità viaggio nel pensiero cosmico.
Il cantautore ammette di essere sempre stato affascinato dall’Oriente, ma un “Oriente occidentalizzato”. Il cinghiale bianco, di cui canta, rappresenta, a suo dire, “l’autorità spirituale, il superamento del concetto edonistico della vita, la possibilità di dare corpo all’“inesprimibile”. “La canzone che mi rappresenta di più oggi è Le nostre anime, perché tendo all’aldilà, tento di andare all’aldilà”. Particolare predilezione ha per La Cura: “ha una sua completezza, emozionalità e finezza. È una canzone che ognuno può indirizzare a chi vuole: anche a un padre, a una madre o a un figlio”.
L’amore non è solo quello di coppia. Ricorda poi che la splendida raccolta di canzoni altrui, Fleurs, a dispetto del titolo, contiene quasi solo canzoni d’amori sfioriti.
Il mondo, dice Battiato, è sempre stato diviso tra credenti e non credenti, e “i non credenti spesso si sono creduti più intelligenti delle persone di fede. Che errore! Gli schiavi che si credono dei padroni fanno pena”. Noi viviamo nel magico, nota, solo gli stolti non si accorgono che intorno c’è un intero mondo di magia. “Non comprendo come si possa essere atei”.
La preghiera per Battiato non è un atto di fede ma un metodo, un esercizio spirituale. Dopo aver girato molti monasteri, Battiato nota che i mistici sono “la razza più intelligente che conosca. Sono stato accecato da un raggio mistico. Vivo nel sacro e la mia musica riflette questa dimensione”. La reincarnazione per Battiato non è un atto di fede, ma a suo dire “un’intuizione di vita: io credo che siamo sempre esistiti e che il percorso di incarnazione serve per tornare nelle zone da cui veniamo”. Una teoria molto personale. Con la cristianità Battiato ha un rapporto di contiguità senza appartenenza; il suo orizzonte è nella visione del sacro, non della fede e dei suoi dogmi. “Ho sempre detestato la parrocchia: ho bisogno di un’indipendenza totale. Non ho il senso dell’appartenenza”. Il cantautore ha parole di simpatia per Papa Francesco però “ha una piccola veduta delle cose spirituali.
Non possiamo umanizzare Dio, ma lavorare da pazzi per avvicinarci a lui”. Tocca a noi salire verso di lui, non far scendere Dio fino a umanizzarlo. Battiato tocca di striscio la politica, sottolineando la sua estraneità. Non ama il tentativo di catturarlo “a destra”; di Berlusconi detestava l’effetto delle sue televisioni più che la sua discesa in campo. Racconta che Marco Bellocchio gli propose di interpretare Aldo Moro in Buongiorno, notte; ma lui declinò la proposta. Battiato condivise la scelta di Lucio Battisti di allontanarsi dal suo repertorio vincente, così si salvò dal rischio di ripetersi. Ricorda quando a Milano giocava a poker a casa di Giorgio Gaber con Roberto Calasso e sua moglie Fleur Jaeggy. “Il premio, per chi vinceva, erano i libri Adelphi”. Poi scelse di vivere in Sicilia, perché “dove si nasce si vuole tornare”. “Noi siciliani siamo come dei boomerang che l’isola lancia in giro per il mondo e che poi, per una meccanica che è nella nostra indole, rientrano”. Ha vissuto da solo a Milo, vicino a Catania, tra la montagna e il mare, in una mezza clausura. “Ma è una vita stupenda e dai ritmi magnifici”. Il fascino della sua musica e delle sue parole è che ci porta nell’altrove; in quell’altrove, magico e mistico, dove è possibile trovare la chiave della vita e ciò che la trascende, la luce dell’Essere o per immaginare altri mondi e sognare altre dimensioni, altri destini. E a fianco a questo cammino, la dolcezza dei ricordi e la magia dell’infanzia come in Mesopotamia: “Lo sai che più s’invecchia/Più affiorano ricordi lontanissimi”. La sua carriera, dice, è stata felice e fortunata. Non mi sono mai lamentato, né mai mi sono sentito incompreso In sintesi, sono contento della vita che ho fatto. Sono stato molto fortunato. Questa è la conclusione”. Ma provvisoria. Perché, come lui canta, e pensa, “noi torneremo ancora, e ancora”.
Articolo colossale di un grande giornalista. A proposito di uno dei più grandi artisti di sempre.
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Noi torneremo ancora ma senza ricordare nulla di quello che successo prima . Ma allora che senso ha ? Appunto siamo sempre lì a non capirci nulla della nostra esistenza.
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Magari non ricordiamo, e non è detto, ma abbiamo imparato, ci siamo evoluti… Anche della primissima infanzia non ricordiamo, eppure abbiamo imparato a parlare, camminare, amare…
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Infatti Anail! Che cosa sono quelli che chiamiamo doni, talenti, inclinazioni, doti, abilità naturali… se non qualcosa che affiora dal profondo e arriva in superfice nella cosiddetta coscienza.
Mozart, Mendelssohn, Saint-Saens erano bambini plus dotati, come si dice oggi. Quasi sicuramente non avranno avuto ricordi a livello cognitivo ma, secondo la teoria della reincarnazione, erano arrivati sulla Terra con un bagaglio di attitudini che si sono palesate molto presto.
In questi casi bastano poche indicazioni per far sì che quanto era sopito, nascosto in qualche recesso della psiche (per non dire anima) riemerga e faccia gridare al miracolo.
Ma se nulla si crea e nulla si distrugge, questo principio dovrebbe valere anche per il pensiero che è un prodotto della mente. Come teorizzava Jung, c’è un pensiero comune, l’incoscio collettivo che è formato da tutti ed è patrimonio dell’umanità.
I più dotati (evoluti?) sono più allenati a riprendersi i ricordi lasciati… chissà…
Battiato potrebbe ritornare come bambino prodigio, forse… o magari, per come si era schifato potrebbe rifiutarsi (potendo?)…
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Grazie per questo contributo alla speranza!
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Grazie a te per la gentilezza e l’apertura mentale, che non è scontata dato l’argomento che ho “osato” trattare.
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Cara Chiara, ne ho parlato tanto a suo tempo, ma in modo limitato nel tempo e stranamente, per me, con grande difficoltà, perché vivo da sempre immersa in questa realtà, approfondendola sin da piccola… Qui ho remore ad esprimermi sull’argomento, forse perché ne avverto la profondità… e il mezzo, che solitamente mi è più congeniale della parola detta, limita, in questo campo, l’espressività e la trasmissione del pensiero e delle sensazioni…
Scrivo questo per non lasciare il tuo post senza una risposta e un abbraccio…
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Grazie Anail. Capisco ciò che scrivi e ti do ragione. Infatti è arrivata subito la conferma che è bene non trattare questi argomenti in questo blog. Ma non ho saputo trattenermi; anche per me è roba essenziale e ineludibile da sempre…
Ricambio l’abbraccio. Buona giornata!
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Pensa, il “correttore” ti ha chiamato Chiara… 💕
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Tranquilla, capita spesso… a volte, magari, è solo la lunghezza…solo un po’ di pazienza e tutto va a posto.
E infatti, ora, eccone due!
🤗👋🏻😘
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Era la risposta all’altro tuo post, quello in cui ti lamenti del commento in moderazione: ho sbagliato a posizionarlo🤭
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A livello di psicologia del profondo ha ragione Jung, è la coscienza collettiva che accomuna gli individui accomunati in popolo che nella sua evoluzione mantiene una traccia di ciò che è stato appunto “immagazzinato” nei secoli passati. A livello storico è stato Fernand Braudel a coniare la nozione di “Longue durée”, in italiano “Lunga durata”, che è un termine fatto proprio dalla scuola francese degli storici delle Annales per designare il loro approccio allo studio della storia, che dà la priorità alle strutture storiche di lunga durata piuttosto che agli eventi ultimi.
Le stesse novità o svolte vanno metabolizzate dalla popolazione per diventare senso comune nella vita quotidiana a venire. Restiamo ancora, in parte, figli del passato, senza nulla togliere alla funzione, diciamo pedagogica, degli eventi innovativi che il presente storico ci propina.
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Infatti Anail! Che cosa sono quelli che chiamiamo doni, talenti, inclinazioni, doti, abilità naturali… se non qualcosa che affiora dal profondo e arriva in superficie nella cosiddetta coscienza.
Mozart, Mendelssohn, Saint-Saens erano bambini plus dotati, come si dice oggi. Quasi sicuramente non avranno avuto ricordi a livello cognitivo ma, secondo la teoria della reincarnazione, erano arrivati sulla Terra con un bagaglio di attitudini che si sono palesate molto presto.
In questi casi bastano poche indicazioni per far sì che quanto era sopito, nascosto in qualche recesso della psiche (per non dire anima) riemerga e faccia gridare al miracolo.
Ma se nulla si crea e nulla si distrugge, questo principio dovrebbe valere anche per il pensiero che è un prodotto della mente. Come teorizzava Jung, c’è un pensiero comune, l’inconscio collettivo che è formato da tutti ed è patrimonio dell’umanità.
I più dotati (evoluti?) sono più allenati a riprendersi i ricordi lasciati… chissà…
Battiato potrebbe ritornare come bambino prodigio, forse… o magari, per come si era schifato potrebbe rifiutarsi (potendo?)…
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@Anail ti avevo scritto qualcosa ma è in moderazione non so perché… magari si sblocca, bontà sua, boh!
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…
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splendida scelta! Un tesoro sconosciuto!
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Adesso pure se si parla di Battiato mettono i commenti in moderazione… ah forse è il corollario e il sottinteso che spaventa… già già già.
Quindi spiritualità, anima, evoluzione fanno paura… meglio parolacce, minacce, commenti trucidi e offese. Giusto, in un mondo di narcisisti con muscoli pompati, bocche canottate e facce gonfiate, non c’è posto per riflessioni al di sopra dell’ombelico. Pardon!
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E’ oltremodo evidente come le tue parole su spiritualità, anima, evoluzione abbiano dapprima spaventato a morte il moderatore automatico, che pertanto non poteva far altro che censurarti, ma successivamente questa tua ancor più coraggiosa denuncia deve averlo spaventato ancora di più, facendolo così tornare sui suoi passi.
Oppure potrebbe trattarsi del solito, eterno, patetico vittimismo d’accatto dei complottari: ai posteri l’ardua sentenza.
Nel frattempo, i moderatori:
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Ti SEI cacato sotto, JD 😀
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Avevo già chiarito il mio pensiero e non ritengo igienico avere alcun tipo di scambio con chi cerca conferme e vuole essere visto per compensare carenze (vedi giambrunate, ciuffi, e similia).
Certa gente si fa annunciare dal puzzo della fogna che ha al posto cervello e non si può fare altro che tirare lo sciacquone e andare oltre senza fermarsi né.guardare.
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Se non lo ritieni igienico non farlo e basta, a beneficio di tutti.
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Forse non ti è chiaro che in questo blog sei ospite. Con te non voglio avere a che fare ma tu non sopporti di essere ignorato e arrivi con i tuoi borborigmi da bullo. Con me non attacca, ti ripeto vai a fare le tue giambrunate puzzolenti dove puoi grufolare a tuo agio con quelli come te.
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Cavolo, mi hai beccato. E’ proprio vero che a quelli come te non la si fa (del resto, vittimismo a parte, avevi già subodorato l’aria di censura che tira da queste parti).
Ma vergognarsi (e magari anche scusarsi) quando si fa una figura di palta come quella che hai appena rimediato, proprio mai?
Per tua norma e regola, il sottoscritto esprime solamente il proprio pensiero, lo fa civilmente, e fintantoché saremo nel mondo libero continuerà a farlo come più gli aggrada.
Nel tuo caso, il mio pensiero è che qua sopra hai fatto del vittimismo gratuito, alludendo a possibili censure perché un tuo commento è stato in moderazione per un quarto d’ora.
Inoltre, siccome hai anche giustificato tali presunte censure con la presunta scomodità dell’argomento trattato, questo ti rende anche discretamente complottista, oltreché evidentemente portata al vittimismo.
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Per tua norma e regola, il sottoscritto esprime solamente il proprio pensiero, lo fa civilmente, e fintantoché saremo nel mondo libero continuerà a farlo come più gli aggrada.
Ma vergognarsi (e magari anche scusarsi)
MA CERTO SONO QUI PER QUESTO: in un mare di lacrime mi sto vergognando tanto, tantissimo, dopo le tue parole di condanna giusta che mi sono meritata.
Mi pento e mi vergogno mi vergogno e mi pento e intanto mi flagello col cilicio e nuoto nelle mie lacrime. Mi solleva il perdono rassicurante dei moderatori che ne hanno viste di raccapriccianti.
Chi non perdona, giustamente, sei tu. Ma ti assicuro che le tue sagge ma severe critiche di condanna hanno illuminato. Mi vergogno per la mia tendenza al vittimismo e complottismo (anche se discreto) perciò mi ri-pento.
Basterà? Ah se non ci fossi tu a indicare la strada della civiltà e della discrezione, che vita miserevole faremmo in questo blog!!!!
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Ma poi la cosa ganza è che il resto del mondo della mussseca italiana ha capito:
Pausini
Il Volo
Toto Cotugno
Pupo (PUPO!!!!!)
e un pò di altri di questo livello.
I Marlene Kuntz hanno fatto oltre 1.000 concerti, ma all’estero sono degli sconosciuti.
Anche Celentano, che ha sempre avuto paura di prendere l’aereo.
Battiato? Chissà se i russi lo conoscono e quanti di loro sanno che era un estimatore di Gurdiev.
Battiato comunque è sempre stato indefinibile e sfuggente a qualsiasi criterio di catalogazione. Ineffabile, e spesso tendente a prendersi gioco dell’ascoltatore che pensa di averlo capito.
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Battiato un cantante come le anguille… sfuggente alla critica e alle case musicali!
Era come un fortino inattaccabile!
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